21° A daddy to hold me, that's what I needed.

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"Il peggior modo di sentire la mancanza di qualcuno è esserci seduto accanto e sapere che non l'avrai mai".
(Anonimo)





Il resto delle feste sono state trascorse con tranquillità anche se questa notte
Brian si è sentito male.
I ragazzi lo hanno portato all'ospedale all'istante mentre io mi sono davvero preoccupata a morte.
Arizona è rimasta a consolarmi per tutta la notte ma quando i ragazzi sono tornati erano senza Brian.
"Deve restare lì per un giorno, torna domani, tranquille" ci ha riferito Zacky mentre io avrei preferito
sprofondare.
Oggi è quel domani a cui si riferiva Vee. Il domani in cui Brian ancora non è tornato.
Per quanto invece io mi sforzi di capire cosa stia accadendo, non ci riesco in alcun modo. Ora che la situazione
in questa casa stava cominciando a migliorare dopo aver scoperto tutta la verità, sembra che la vita
si stia mettendo di nuovo contro di me.
E probabilmente, anche contro Brian.
I ragazzi stamani non hanno neanche voglia di fare colazione.
Siamo tutti seduti attorno al tavolo della cucina nella speranza di poter mangiare qualcosa.
Jimmy continua a girare quel cucchiaino nella sua tazza di latte, Zacky si tiene il viso con le mani fissando
il suo barattolo di Nutella e delle fette di pane tostato ancora intatte proprio dinanzi a sé.
Matt e Johnny invece mangiucchiano qualcosa di qua e di là ma poi spingono via il cibo sotto agli occhi attenti
miei e di Arizona.
Io e la ragazza ci rivolgiamo uno sguardo preoccupato mentre i nostri cereali sono ancora in tazza con del miele e del
buon latte parzialmente scremato.
Entrambe moriamo dalla voglia di sapere, ma ormai ci siamo stufate persino di chiedere dato che riceviamo sempre e solo
le stesse risposte.
"Brian sta bene", "Brian torna presto", "Brian beve troppo e delle volte questo lo fa star male", "Brian e i suoi abbassamenti
improvvisi di pressione"
.
Ormai è sempre quello. Ma dovrebbe pur esserci una soluzione a questi piccoli malori, no?
Seduta su questa sedia passano i giorni e passano inavvertitamente anche le settimane.
Sono due settimane che Brian non si fa vivo.
Jimmy mi ha detto che è uscito da tempo dall'ospedale ma che in questi giorni è stato semplicemente da Tayler.
Arizona prova di continuo a strappare qualche parola in più a Zacky ma non sembra riuscirci dato che quello lì è ancora
più testardo di tutti i suoi amici.
Ed io sto continuando ad accumulare dolore perché non avrei mai pensato che sarei arrivata al punto di considerare Brian
come una di quelle droghe di cui mi facevo qualche anno fa.
Anche lui, come esse, crea una dipendenza assurda da cui non riesco più a liberarmi.
Sapere poi che sta con un'altra donna mi uccide ancora di più.
Avrei preferito che non avesse aspettato due settimane per andare da lei ma che ci fosse andato sin dall'inizio.
In modo da non conoscerlo e non stare di continuo così male mentre lui se ne frega di tutto e tutti.
Non è giusto quello che mi sta facendo. Non ha il diritto di scomparire e riapparire di continuo nella mia vita
a suo piacimento.
Non può andarsene e tornare senza mai darmi almeno una spiegazione.
"Ma di cosa ti stupisci Ocean? Non sei qualcuno di così importante nella sua vita da meritare spiegazioni"
La mia coscienza ha colto nel segno.
Non sono poi così importante, ma allora perché si è confidato? Perché ha lasciato che un'estranea conoscesse gran
parte della sua vita?
Mi sento solo come se sapessi di poterlo perdere giorno dopo giorno. E non lo voglio. Non voglio perderlo di continuo in questo
modo.
Voglio averlo sempre al mio fianco. Voglio ripulire tutta quella rabbia interiore che ha e trasformare il suo odio in amore.
Ma non ci riuscirò mai.
Quelli come lui muoiono nell'ipocrisia.
Mi manca il sonno. Vorrei solo dormire per un po' e risvegliarmi con il suo volto accanto al mio ma questo
non è possibile.
Mi volto verso il divano su cui dorme ma lo trovo vuoto.
Vuoto ma pur sempre profumante del suo buon odore.
-Ocean, ma che fai?- Mi domanda Jimmy, vedendomi mentre continuo a spalmarmi contro il divano.
Sobbalzo all'istante, torturandomi poi le mani e cercando qualcosa da dire al più presto.
-Ehm...io...-
-Ti manca, eh?-
-No! Ma che cosa vai a pensare...-
-E dai, guarda che l'ho capito che ti piace.- Continua James, sorridendo.
-Mi dispiace dirtelo ma hai capito male...molto male.- Nego continuando a torturarmi le mani.
-Va bene, se lo dici tu, ti credo.-
-Bene.-
-Senti ehm...volevo dirti che io e i ragazzi abbiamo apprezzato molto ciò avete fatto per noi in tutto questo tempo.-
-Beh, mi avete praticamente costretta.-
-Sì, lo so. E' buffo che tu ti sia ritrovata così in questa situazione ma...anche quando ce ne andremo di qui volevamo
solo che tu e Arizona sapeste che siamo stati bene con voi. Anche tra alti e bassi.-
-Che significa? Dovete andarvene?-
-Beh non possiamo restare qui per sempre.-
Oh no...
-Ah no?-
Jimmy sorride ancora.
-No, ma hey, non ce ne andremo in questi giorni, stai tranquilla. Tayler sta ancora recuperando altri soldi e ci vorrà un altro
bel po' di tempo.-

Sospiro, sentendomi decisamente meglio.
Dannazione, prima avrei voluto cacciarli io di casa a calci ed ora sono sempre io a volere che restino qui per sempre.
Sembrerà assurdo ma credo di non poter mai incontrare di nuovo persone così fottute come loro.
E poi...non voglio vedere Arizona in lacrime quando vedrà Zacky andarsene anche se lei si sta già preparando a questo.
Sarà un duro colpo per entrambe, me lo sento.
Ben presto però, qualcuno bussa alla porta di casa.
-Aspettavi qualcuno?- Mi domanda Rev, curioso.
-No...- Continuo, speranzosa.
Che sia Brian?
-Beh io torno in cucina dai ragazzi...non si sa mai.-
Annuisco alle parole di Jimmy, vedendolo dirigersi verso la cucina mentre io mi avvicino a passo
svelto alla porta di casa.
"Fa che sia Brian, fa che sia Brian, fa che sia Brian", continuo a pensare, desiderando solo di rivederlo
ed affondare tra le sue braccia tatuate.
-E' lei la signorina Ocean?- Mi chiede un ragazzo più o meno della mia stessa età, con la divisa da postino.
-Sì, sono io.-
-C'è una lettera per lei...Mi scusi ma le poste sono intasate in questi giorni e siamo anche in ritardo.-
-Oh...non c'è problema.- Borbotto con delusione, prendendo la lettera tra le mani, ringraziando il postino e
chiudendomi poi la porta alle spalle.
No, non è lui.
Ma ora che ci penso...non ho mai ricevuto una lettera in tutta la mia vita e credo di conoscerne il motivo.
Tutte le poche persone che conosco abitano qui e non avrebbero motivo di scrivermi.
Mi addentro in cucina continuando a fissare la lettera con stranezza.
-Chi era alla porta, Ocean?- Mi domanda Arizona, riordinando la cucina.
-Il postino...- Borbotto, mostrandole la lettera.
-Da quando qualcuno ti scrive?- Continua la mia amica, inarcando un sopracciglio.
-Da ora dato che questa è la prima lettera che io abbia mai ricevuto in tutta la mia vita.- Ammetto, continuando a strofinare
la mia mano al di sopra della busta.
-Beh, che cosa aspetti? Aprila!- Mi sprona Matt, curioso almeno quanto me.
Con un po' di indecisione, giro tra le mani la busta per potervi leggere il mittente ma quasi mi manca
l'aria nel leggere il nome che mi ha rovinato l'esistenza.
Sbarro gli occhi incredula mentre mi si gela il sangue nelle vene.
-Mmm...Brandon Hill. Mai sentito.- Dice Johnny alle mie spalle, addentando una fetta di pane tostato.
Io invece l'ho sentito così tante volte pronunciare dalla mia stessa madre che ne ho quasi il disgusto.
-No...non può essere.- Continua Arizona, affiancandomi per leggere con attenzione il nome del mittente sulla busta.
-Nessuno sbaglio...è proprio lui.- Borbotto con il sangue che mi arriva quasi al cervello.
Come ha potuto anche solo pensare di scrivermi? Io non voglio neanche sapere cos'ha da dirmi.
-Buttala via.- Ordino quasi alla bionda, mettendole la busta tra le mani.
-Ma...-
-Non voglio sapere cosa vuole. Non voglio più saperne niente di lui.-
-Ocean può darsi che ci ripensi e...-
-Arizona, non voglio ripensarci. Butta quella cazzo di lettera e facciamola finita.- Le lacrime iniziano a scendere
sul mio viso mentre io mi sono appena resa conto di non essere abbastanza forte per trattenerle.
Scappo nella mia camera per paura che qualcuno possa chiedermi chi è la persona che ha appena deciso di scrivermi.
I ragazzi richiamano più volte il mio nome con preoccupazione ma io faccio il possibile per non ascoltarli.
Troppo tardi.
-Ocean...- Arizona entra in camera con i ragazzi, sforzando un mezzo sorriso.
-Andate via...- Sbotto, rivolgendo il mio sguardo contro alla finestra.
-Prova a cacciarci se ne hai il coraggio o la forza.- Borbotta Zacky, posizionandosi dinanzi alla soglia della porta
insieme ai suoi migliori amici.
-Ragazzi...vi prego, non è il momento.- Continuo, sentendomi quasi morire.
-Per una cazzo di volta Ocean, dovresti imparare a fidarti di noi.-
-Il nano ha ragione. Lo hai fatto solo una volta ma ora che sai la verità e che siamo innocenti sai che su di
noi puoi sempre contare.-
Le parole di Jimmy mi rientrano in testa, dandomi un po' di forza.
-Puoi cacciarci quanto vuoi, ma noi restiamo qui.- Si oppone poi Matt, facendomi sorridere.
I ragazzi si posizionano dinanzi a me in fila indiana, incrociando le loro braccia contro il petto per farmi
capire che le loro intenzioni sono abbastanza chiare.
Resto sorpresa da questo loro modo di fare consapevole del fatto che nessuno mi aveva dimostrato così tanto affetto.
Nessuno, a parte Arizona ovviamente.
-Tesoro, ti conviene metterti l'anima in pace perché noi non ci muoviamo da qui.- Dice poi la bionda, mostrandomi
un sorriso a trentadue denti che non vedevo da fin troppo tempo sul suo volto.
Per la prima volta, sento di aver trovato davvero qualcuno che mi vuole bene.
-Brandon Hill...è mio padre.- Sbotto con dolore e con le lacrime agli occhi, mentre vengo improvvisamente travolta
da una valanga di emozioni.
Jimmy, Johnny, Matt, Zacky e Arizona mi rinchiudono in un abbraccio così pieno da rompermi quasi le costole.
Ma sapete una cosa? Possono rompermi tutte le ossa che ho, ma ora come ora non m'importa.
Non mi ero mai sentita così in tutta la mia vita.
Merito davvero, tutto questo affetto?

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