Dopo

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Questo è il seguito del libro "la Cacciatrice: ballando col diavolo". Se non lo avete letto vi consiglio di farolo in quanto ci sono parecchi riferimenti bella storia ai fatti precedenti. Grazie e buona lettura

Stavo letteralmente impazzendo.
Ero scappato da Londra. Ero scappato da Lei. Eppure mi perseguitava nei miei pensieri, nei miei sogni e nei miei incubi.

Sei mesi.

Erano passati in fretta, eppure erano stati così lenti. Fra quelle mura di pietra il tempo era difficile da calcolare. Non esisteva il giorno o la notte perché non venivo mai toccato da alcuna luceLe ore del giorno si fondevano, anche per colpa del caldo che poteva sembrare soffocante se non si imparava a conviverci. Io lo conoscevo bene invece, ed ero stato abituato a sopportarlo per parecchio tempo nella mia lunga non vita.

Sbuffai sonoramente, disteso a pancia in su sul mio giaciglio, mentre fissavo la roccia che costituiva il tetto della mia camera. Non ce la facevo più a stare fra quelle quattro mura opprimente.  Avevo bisogno di uscire.

Per mia fortuna era piena notte. L'aria era fredda, come sempre da quelle parti, andando in netto contrasto con la temperatura alla quale ero ormai abituato io.
Da quanto non vedevo il cielo?
Troppo tempo, fu l'unica cosa che pensai quando mi ritrovai a fissare il pallido bagliore della luna.
Tutto in quell'istante mi fu chiaro, come se avessi fatto un pensiero scontato, che di scontato non aveva proprio nulla.

Finalmente sapevo cosa dovevo fare.

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Rosalinne's pov

Sei dannatissimi mesi erano passati da quella notte.

Avevo salvato Maximilian da una morte più che certa e lui per vendicarsi dei suoi aguzzini aveva prosciugato fino all'ultima goccia, o quasi, lo stregone. Quasi perché in realtà una goccia di sangue era rimasta ed era per colpa di quella inutile concentrazione di poteri oscuri che il cerchio si era sbloccato, permettendo ad un feroce demone di uscire e sfamarsi come meglio credeva.
In quella notte capii anche chi erano le persone della quale potevo fidarmi e quelle che per tutta una vita mi avevano tradito. Il mio migliore amico, William, era uno di quei disgustosi frequentatori di bordelli per vampiri.
Non solo: per il suo malato amore che provava per Rosalinne la dama sempre posata e di buona famiglia, aveva fatto uccidere a sangue freddo persone innocenti che intralciavano il suo corteggiamento, o che riteneva mi stessero infastidendo. In cambio avrebbe dovuto cedere la Cacciatrice allo stregone, solo che lui ignorava che la sua amata e la Cacciatrice erano riunite nell'unica mia persona.

Per espiare i suoi peccati si era messo fra me e il mangiatori di cuori venendo ucciso in un unico gesto, che comunque diede il tempo a Maximilian per tagliare la testa al demone e poter finalmente vedere conclusa un Odissea che durava da troppo tempo.
Avevo visto il mio migliore amico morirmi davanti e non una lacrima aveva lasciato i miei occhi, ne in quel momento ne nei giorni successivi. Nessun funerale venne celebrato in quanto nessuno aveva mai più trovato il corpo, essendosi trasformato in polvere durante l'incendio che io e Max appiccammo per far sparire tutto ciò che realmente era successo durante quel ballo.

Grazie a Summer e alla mania dei gossip dei nobili, si sparse velocemente la voce che fosse scappato con qualche serva, amandola e avendola messa incinta. Nessuno sapeva dove fosse andato, ma dopo un paio di mesi la storia smise di fare scandalo e tutti se ne dimenticarono.

Forse era stato crudele da parte mia pensare che forse era una cosa che si era meritato. Chi abbracciava il male, non poteva pretendere di avere un posto fra i giusti. Io avevo smesso di pensarci nell'attimo in cui ero uscita da quella serra. Avevo lasciato che le fiamme portassero via con se anche i miei ricordi e i miei sentimenti nei suoi confronti. 

La cosa che era riuscita a turbarmi di più per tutti quei mesi, però, era stato il ritorno a casa. Non so bene perché, ne come ci ritrovammo in quella situazione, ma io e Maximilian eravamo stati vicini come mai nella nostra vita. I nostri volti si erano sfiorati e io sapevo che stava per baciarmi e che io non lo avrei fermato. Ovviamente le cose per me non erano mai facili, infatti non ci fu mai nessun bacio, perché il vampiro se n'era andato, abbandonandomi in mezzo ad un corridoio nel cuore della notte.

Non c'era stato un giorno in cui io non mi fossi chiesta perché stesse per baciarmi e perché subito dopo fosse scappato. Ormai convivevo con quelle domande che sapevo non avrebbero mai avuto una risposta, o almeno non da lui. Ero arrivata a pensare che in fin dei conti non mi importava se non sarebbe tornato, anche se sapevo di mentire a me stessa. 

A parte i miei pensieri rivolti a quel lunatico vampiro, i successivi sei mesi erano passati senza troppi problemi. Mia madre per i primi giorni non aveva fatto altro che parlare di William e di quanto avesse sempre detto che non era un ragazzo per me e che aveva fatto bene a proibirmi un amoreggiamento serio con un uomo del genere. Ogni tanto mi chiedevo se si ascoltava mentre parlava, ma era talmente superficiale che probabilmente il suono della sua voce non le arrivava nemmeno alle orecchie. Comunque non perse troppo tempo a pensare al passato, infatti si ributtò in una caccia sfrenata al marito adatto alla figlia, ancor di più nell'ultimo periodo, con l'avvicinarsi inesorabile del mio ventunesimo compleanno. Mi sarebbe rimasto un anno di libero arbitrio, ma io sapevo che in fondo non volevo legarmi a nessuno.  

Al contrario di me, Summer era riuscita a trovare un buon pretendente. Un certo Ronny McMiller. Un conte scozzese che si era trasferito nella grande Londra per provare delle nuove emozioni. Direi che le aveva trovate nell'istante in cui ad un ballo aveva incontrato la mia amica. Da quel momento non c'era stato un solo evento nella quale non stessero assieme e i pomeriggi li passavano a fare lunghe passeggiate o prendendo il tè. Era bello vederla felice e spensierata finalmente. Lei, al contrario mio, non l'aveva presa bene la storia di William. Le avevo raccontato quasi ogni cosa della serata, tranne il quasi bacio, e lei era rimasta non poco sconvolta. Aveva pianto per quelle che mi sembravano ore e non sapevo se era più triste per il fatto che fosse tutta causa sua, o perché era morto. Non ne parlammo più.

William era diventato un discorso tabù fra noi.

In quel momento della mia vita, ero troppo emozionata per l'arrivo del mio compleanno, per poter lasciare che lo sconforto prendesse il sopravvento. Avevo una strana sensazione positiva a riguardo. Finalmente qualcosa sarebbe andata nel verso giusto, ne ero sicura.

Buongiorno a tutti e tutte
Finalmente dopo più di un mese che ho finito la pubblicazione del primo libro sono riuscita ad incominciare il secondo capitolo. Come sempre ci saranno un sacco di colpi di scena e di azione.

Per tutti quelli che non mi conoscono: salve mi chiamo Martina. Se siete qua non avendo letto il primo libro, o le altre mie storia, correte a farlo. Per tutti gli altri, ben tornati. Spero di non deludervi nemmeno questa volta.

Non saprei proprio cosa dire se non che questo libro mi piacerà scriverlo forse più del primo. Succederanno un sacco di cose belle e molte altre brutte per la quale mi odierete,  ma adoro essere malefica.

Ora evaporo e non vi disturbo più. Ciao dolcezze :* 

La Cacciatrice: gioco fra vampiriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora