30. #Fuori controllo

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Solo parlando con James ho capito quanto Solaya sia simile a me.

Un abominio, entrambi.
Ma amo il vampiro che è in me, amo la mia parte calcolatrice, manipolatrice, rude, senza sentimenti.

Non sapevo chi fosse in realtà, non sapevo neanche che James l'avesse adottata e che la bambina in questione fosse.. così particolare, ma io non ho mai fatto realmente parte della sua famiglia. Due figlie lupe, una moglie umana.
Strano e forse il più potente dei vampiri ancora in vita.

Devo tutto a James, e ora vuole anche che gli ritorni il favore.. ma con Solaya, insegnandole a controllarsi. Cercando di istruirla su cosa far vedere agli altri e cosa no, ma niente mi avrebbe mai fatto immaginare le sensazioni che sto provando adesso. Con la mia lupa stretta attorno al mio corpo e le mie mani intrecciate alle sue.

Tra le mie braccia, persi immersi nel fiume. Umani, entrambi umani.

Le sue labbra sulle mie, il suo sapore. Il suo corpo premuto sotto al mio. Pochi vaghi ricordi confusi sulla perdita della mia parte più razionale causata solo dal sapore del suo sangue e dalla bramosia che accende dentro di me.

Desidero quei baci da quel giorno in quel dannato stanzino. È bellissima, una splendida lupa, e so che vuole baciarmi quanto lo voglio io. Non importa cosa dice, le sue emozioni sono forti quanto le mie.

Sembra quasi una sfida per me o forse qualcosa di più ma..

Mai.

Non dovevo farlo.

Troppe emozioni mi bloccano la vena sul collo, così una volta allontanatomi dalla lupa raggiunsi le luci della città. L'ora di punta dei locali notturmi che brulicano di ogni genere di animali e persone.

L'insegna del Lion svetta sulle altre come sempre.

Il locale è colmo di gente, raggiungo il bar valutando quale delle tante ragazze che mi stanno guardando può essere degna di un giretto con me.

Distrattamente i miei occhi seguono una mora che mi passa accanto e che per poco non mi fa strozzare con la mia stessa saliva. La somiglianza con la lupa mi lascia quasi sconcertato.

La fisso troppo.

L'occhiata che mi rivolge mi fa pentire di ciò che ho appena fatto.

«Ah dannazione me ne devo andare.» nell'impeto lo sgabello scivola a terra, noncurante di tutto quello che mi sta succedendo intorno e dentro sgattaiolo verso il corridoio dei bagni per prendere un po' più di aria. La fame aumenta fin quasi a soffocarmi, il suo sangue ha riacceso il desiderio, lo stesso che provavo le prime volte quando tentavo di controllarmi. 

Nella penombra mi accorgo che qualcuno mi sta seguendo, rendendomi conto poco dopo che si trattava di lei. Quella ragazza dagli occhi azzurri mi sta spogliando con lo sguardo e ha palesemente frainteso i miei sguardi. Così vicina sembra ancora più uguale alla mia lupa.

Ha inteso il mio gesto come una scusa per farmi seguire per cui non c'è bisogno di aggiungere altro.

La afferro per i fianchi sbattendola contro la porta dei bagni.

È più forte di me, mi bacia con foga, sento la trasformazione farsi strada sulla mia faccia.
I miei canini si allungano quando slaccia il vestito e lo lascia cadere a terra, la pelle candida sotto le mie mani mi fa eccitare.

È allora che penso a lei al posto di questa ragazza.

Sotto le mie mani.

«Ho voglia di fare sesso.» molto diretta la ragazza. Infilo due dita dentro di lei facendola gemere dal piacere.. o dal dolore? Dentro e poi fuori velocemente. Viene una prima volta aggrappandosi alle mie spalle, ora però tocca a lei far qualcosa per me.

OLTRE OGNI CONFINEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora