3. Mitologia

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Arriviamo a scuola in perfetto orario.

Scendere dal pullman diventa difficile con quella calca di studenti del primo anno ammassati alle porte, un milione di odori si espandono sotto al mio naso solleticandolo.

Ho un certo languorino, la torta non ha soddisfatto a pieno il mio metabolismo accelerato.
Afferro Lia per un braccio interrompendo in maniera brusca la chiacchierata con quel ragazzino. «Che modi!» esordisce lei quando siamo ormai lontane.
«Smettila di essere così carina e sdolcinata con tutti.» o ti farai del male un giorno o l'altro. Per tutta risposta mi fa una linguccia ma lei sa bene che deve stare lontana dalle persone comuni.

È troppo impulsiva, potrebbe mordere qualcuno o staccargli la testa.

Uno solo dei nostri morsi inietta una tossina non indifferente nel sangue. Se si sopravvisi ci si trasforma. È così che funziona. Anche se questa regola ovviamente non vale per i non umani.
Quindi se qualche figlio della luna rompe le scatole si possono sfoderare gli artigli mantenendo allo stesso tempo una certa indiscrezione.

Ogni lupo è sorvegliato. Giorno per giorno, soprattutto nei luoghi pubblici o frequentati da umani non consapevoli come nella nostra scuola mista.
Il Dipartimento ha svolto un ottimo lavoro per ottenere i diritti dei non umani per il sociale: primo fra tutti permetterci lo studio, l'integrazione e l'interazione con persone normali. Alunni misti, professori misti, lupi vecchi e altri non umani che ci insegnano a cooperare con le persone normali e ci seguono durante le ore scolastiche.

Finalmente raggiungiamo il bar, arranco fino al bancone. L'inserviente paffuta, di certo la mia preferita, di cui non ricordo il nome mi sorride. «Il solito!?»
Annuisco. «A me un acqua grazie.» sorride Lia accanto a me. Quando la signora mi porge la mia pizza con i peperoni mia sorella fa una smorfia.
«Come fai a mangiare quella roba di prima mattina!?» domanda alienata. «Ho fame.»
Il mio stomaco brontola proprio in quell'istante, mi piacciono proprio i peperoni!

Appena finito lo spuntino osservo l'orologio sulla parete destra della mensa.

Cinque minuti.

«Dobbiamo andare.» sbuffo raggiungendo l'uscita e prendendo il corridoio fino al mio armadietto. «Ciao Lia.» una voce calda e abbastanza suadente fa voltare entrambe.
Un ragazzo alto di bell'aspetto ci passa davanti sorridendoci appena.

Jeremy Cullingan.

Un lupo grigio dall'aspetto virile non che mio futuro marito e compagno.

Eh già, avete capito bene.

Il bellimbusto che ci ha appena sorpassate è 'destinato' a essere il mio alpha.

Odio questa storia.

Ma James ha fatto un patto con il signor Culligan, padre di Jeremy, per assicurarci la giusta protezione qualora gli fosse successo qualcosa.

Da sei anni a questa parte siamo 'promessi' ma nessuno dei due ha insistito per provarci realmente e alla fin delle finite non ci conosciamo mai interessati l'uno all'altra.

Non ci voglio nemmeno provare.

Non ha senso per me, non provo niente e essere obbligata a sposarlo è assurdo.

Mia sorella saluta Jeremy con la mano squittendo, sembra che penda dai suoi occhi di ossidiana. Le manca solo la bava alla bocca ed è un perfetto cagnolino.

Magari scodinzola anche.

Sbuffo alzando gli occhi al cielo. «Terra chiama Lia, non puoi semplicemente ignorarlo?» domando leggermente irritata dal suo comportamento. «Si tratta di mio cognato e poi sta venendo verso di noi sorella.» mi giro velocemente fulminandola.

OLTRE OGNI CONFINEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora