20. Papà

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La testa mi pesa sulle spalle, non ho idea di cosa sia successo quando apro gli occhi e mi ritrovo nello spogliatoio maschile della mia scuola. Ho i muscoli indolenziti e la mente rallentata come se avessi dormito per mesi e mesi, le mattonelli bianche sopra di me sono ancora schizzate di sangue, del sangue di sara.

Intormo a me il Dipartimento in pieno fermento, stanno ripulendo tutto, dove giaceva Sara ormai c'è solo una macchia rossa. L'odore di sangue mi invade facendomi salire il vomito.

Riconosco Ghelet dopo qualche istante mentre James appare davanti al mio campo visivo. Sorride dolcemente appoggiano una mano calda sulla mia spalla destra: «Come stai?» i suoi occhi tutto fanno capire tranne quello che sta cercando di trasmettermi.
I miei occhi si riempiono di lacrime, ho avuto paura. Non riesco a rispondergli, mi aggrappo semplicemente a lui. «Sol..» mi accarezza la testa dolcemente, cullandomi come quando ero appena una cucciola. Sara, Sara è morta.

So che mi ha sentita.

«.. Sol smettila, sei stata spettacolare.» mi sento impotente. Mi sento un fallimento. Non sono stata in grado di proteggerla anzi, ho messo a repentaglio anche la mia stessa vita per dimostrare di riuscire a farcela da sola senza aspettare l'aiuto di gente più esperta di me.

Mi sento emotivamente svuotata senza capirne davvero il perché, ogni volta che incontro un draken qualcosa va storto, ho dei vuoti. Che sia per colpa del morso e del veleno?
Qualcosa mi sta ancora sfuggendo e non riesco a capire cosa.

«Non sono riuscita a salvarla..» James punta i suoi occhi nei miei. «..non l'ho salvata. L'ho vista, l'ho guardata morire.»
Sono confusa, mi aggrappo al braccio di James appoggiando il viso sulla sua giacca blu.
Mi stringe a se. «Basta, sei stata coraggiosa e hai fatto tutto ciò che potevi fare. Sono fiero di te.»

Non è realmente mio padre ma il bene che gli voglio è mille volte quello che si può volere a un genitore.

Mi ha accolta nella sua vita nonostante il mio catetere difficile e impulsivo. Sono stata una bambina disobbediente, ribelle, testarda e a tratti antipatica ma lui era sempre lì per me. Ogni santa volta che combinavo qualcosa.
Un legame indissolubile.
So che tutt'ora non riesce a tenermi fuori dai casini.

Non lo faccio apposta è più forte di me, non posso cambiare radicalmente chi sono.

La mia sfacciataggine e la mia arroganza hanno fatto da padrone in tutta la mia vita. Me la sono sempre cavata ma solo perché James è sempre pronto ad aiutarmi.

«Andiamo a casa okay?» annuisco senza aggiungere altro. «Ghelet occupati di tutto, mi fido di te, devo riportare a casa mia figlia.»

'..mia figlia..'

Libero la mia mente quando raggiungiamo l'auto dandogli l'accesso completo ai miei pensieri e.. a tutto quello che ho visto e sentito.
«Raccontamelo Sol, devi parlarne non puoi tenerti tutto dentro non è stata causa tua.» stringe il volante per qualche istante. Le sue nocche diventano bianche.

Quasi cadaveriche. «La gamba ti fa male?»
«Guarirò velocemente.»

Cerco di ricostruire i fatti successi nella mia mente prima di iniziare a parlare, non so neanche da dove iniziare.

«Sol parlami.» borbotta nervoso. Uno, due, tre, respira. «Sono entrata negli spogliatoi e io e Lia l'abbiamo visto: appeso al soffitto. Sapevo, speravo che non attaccasse con tutta quella gente intorno. Tutto è andato bene, siamo usciti. Poi ho sentito un'intenso odore di sangue e ho notato che Sara non era più li con noi, allora ho collegato tutto.»

James mi passa il termos del the.

Uno, due, tre, respira.

Dopo qualche minuto e con le lacrime agli occhi continuo. «Non trovavo una soluzione, un modo per portarla fuori. Nessuna via d'uscita..» singhiozzo. «..non sapevo cosa fare e allora, in quel momento ho deciso di entrare.» ammetto con i suoi occhi che mi fulminano.
«Non l'ho sentito subito, non c'era non so come spiegarti sembrava che avesse annullato il suo odore. Stavo per portarla fuori James. Stavo per farcela quando l'ha afferrata e io non ho saputo far altro che distrarlo. Tentare di..»

OLTRE OGNI CONFINEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora