OLTRE OGNI CONFINE

35. Minacce

Samuel mi accompagna in macchina fino a casa per permettermi di cambiare i vestiti, per tutto il tragitto resta in silezio. Muto come un pesce.
Devo ammettere che un po' mi dispiace aver far vinto l'orgoglio nella nostra discussione ma è più forte di me, non può trattarmi in quel modo, i miei dubbi sono più che leciti.
La verità non gli può bruciaew così tanto, è cruda realtà: vampiro e lupo insieme non funzionerà mai.

Capisco che per lui è tutto più facile, i suoi genitori hanno portato avanti una relazione splendida per anni, tanto che lui è il frutto migliore della loro relazione ma alla fine.. il destino ha fatto si che restasse solo senza nessuno.
Non può davvero volere questo per un'altra creatura, non con me per lo meno. Io ho un disperato bisogno di scoprire chi sono davvero prima di buttarmi in qualsiasi relazione con una persona così.. complicata e simile a me.

Escludendo il fatto di essere condannata a morte se non rispetterò i patti con Jeremy per il nostro 'matrimonio'.

Dargli false speranze nonostante quello che è successo la sera precedente avrebbe solo reso più complicata la verità quando sarei stata costretta ad affrontarla, perché quel momento sarebbe arrivato. Vero, mi piace più del dovuto ma non posso permettere alle mie emozioni di governarmi sempre e perennemente. Quel vampiro non può essere la mia perfetta metà e senza l'innamoramento non posso spezzare comunque il vincolo.

Tutte quelle supposizioni mi mandano in frantumi il cervello, tutto porta a pensare che non può funzionare e io non ho alcuna ragione di chiedere al vampiro di aspettarmi. Che poi aspettare cosa? Che io risolva l'enorme enigma della mia vita!?

Non posso intralciare la sua esistenza.

Finalmente siamo arrivati davanti a casa mia, scendo velocemente e mi dirigo verso la porta sul retro per non destare sospetti. «Dove sei stata?» sobbalzo e per poco non scivolo sulle scale. «Lia cazzo.» mi ha spaventata a morte.
«Sono proprio curiosa.» continua. «Con Jeremy e poi con Samuel ad allenarmi.»
«Da quando lo chiami Samuel e non 'vampiro'?» me lo sto domando anche io ma non posso dirle tutta la verità adesso.

«Jeremy ha chiamato a mezzanotte per chiedere se eri rientrata.» mi osserva mentre incrocia le braccia al petto consapevole di non lasciarmi scampo. «Quella maglietta è sua?» domanda strabuzzando gli occhi. Sbuffo prima di vuotare il sacco. «Si, non voglio metterti nei guai.» perché anche io ne ho fin sopra i capelli.
Sei stata con lui?

Quella domanda può avere davvero troppi significati.

«Lia per favore.» cosa devo dirle? Che ho assaggiato il sangue del vampiro e mi è piaciuto maledettamente tanto?! Che lui ha fatto lo stesso con me? Che ho passato il miglior risveglio della mia vita?

Raggiungo velocemente il mio armadio e afferro dei vestiti adatti togliendomi la maglietta di Samuel, lego i capelli in una coda alta e scendo velocemente le scale precipitandomi fuori.

Samuel non ha nemmeno spento l'auto, mi sta aspettando leggermente innervosito dall'attesa. Non mi guarda nemmeno quando lo raggiungo sul sedile del passeggero.

Ha preso davvero a cuore quella stupida discussione, è tutta colpa mia, non dovevo perdere il controllo. Gli porgo la maglietta per rompere il ghiaccio.
«Pensavo la volessi indietro.»
«Te la puoi tenere se vuoi.» non voglio che si faccia altro strane idee così appoggio la t-shirt con delicatezza sul sedile posteriore.

Non posso accettarla impregnata com'è del suo profumo.

«G-grazie per avermi coperta.» devo ammetterlo. La risata del vampiro rimpie l'abitacolo mentre mi si rizzano i peli sulle braccia. «Non l'ho fatto per te, James mi avrebbe ucciso.»
«Mh..» non riesco ad aggiungere altro. «Vedi di non farti scappare nulla o niente di salverà da me.» sbotta improvvisamente colpendomi come se mi avesse appena dato uno schiaffo in pieno volto.