"Chi lotta contro i mostri deve fare attenzione a non diventare lui stesso un mostro."
( Friedrich Nietzsche )
Sono poggiata al muro, di fronte al cesso. Non so quante ore siano passate e neanche mi importa, provo ad alzarmi anche se la testa gira e il corpo fa male tutto.
Esco dal bagno, non so bene per fare cosa ma guardare il cesso non era previsto per stasera.
"Meredith" mi volto di scatto al suono di una delle mie voci preferite.
"Mamma, cosa ci fai qui?" la mia voce è incerta e tremolante dopo aver pianto non so per quanto tempo.
"A telefono mi eri sembrata strana, ho avuto come l'impressione che qualcosa non andasse bene" come farò quando non ci sarà? Neanche aver ricordato e rivissuto quello schifo può farmi odiare la persona che mi ha messo al mondo, mai.
"E' tutto ok" cerco di calmarla ma la voce mi tradisce, così come il fatto che devo tenermi alla sedia per non accasciarmi a terra.
"Ne sei sicura?" si avvicina lentamente, ogni giorno sembra più magra, ogni giorno meno mia madre.
"Sì, mamma" la mia voce è ancora tremolante, fatico a tenermi in piedi e il leggero velo di sudore sul volto, e per tutto il corpo, è difficile da spiegare.
La mamma si avvicina, una carezza leggera sul mio volto e a me viene da piangere.
"Cosa stai facendo, piccola?" la sua mano trema sul mio viso, io fatico a mantenere gli occhi aperti e fissi su di lei ma mi concentro e la guardo dubbiosa.
"Cosa intendi?"
La mamma tossisce, tossisce molto e poi sorride, come a volermi rassicurare.
"Hai ricominciato a drogarti" la voce dura, lo sguardo pieno di compassione. Anche se la droga in corpo è ancora tanta, non riesco a non avvertire la tensione di queste parole. Spalanco gli occhi.
"No mamma" mento, ma d'istinto butto gli occhi al cielo, mi reggo al suo braccio ma è come se non riuscissi ad afferrarlo e quindi riprendere equilibrio risulta più difficile di quanto mi aspettassi.
"Non era una domanda tesoro, io lo so che hai ricominciato" mi guarda ancora con quello sguardo di compassione, lo stesso che ho cercato in tutta la mia vita di evitare. Lo stesso sguardo che ho odiato quando i dottori mi guardavano, quando mio padre mi guarda, lo stesso che mi ha spinto a non dire nulla ai miei amici.
"Mamma.." sento le lacrime in agguato
"Shhh" mi zittisce all'istante "devo dirti delle cose importanti" sorride "Smettila di farti del male tesoro, smettila. Smettila di prenderti colpe che non hai e guarda la realtà così com'è" una lacrima mi riga il viso ma io l'asciugo in fretta, non voglio che mi veda così.
"Lo so cosa pensi, che è tutta colpa tua, che in qualche modo... le cose vanno così come vanno, per le tue scelte" tossisce "ma non è così, tesoro. E' tutta colpa mia, tutto. Ogni cosa, è colpa mia" tossisce ancora ed io cerco con tutta me stessa di trattenere le lacrime.
STAI LEGGENDO
I WANT YOU. (SEQUEL "TELL ME WHAT I WANT")
RomanceSettantuno giorni. Solo settantuno giorni prima che sua madre muoia. Settantuno giorni a disposizione per perdonare. Settantuno giorni in cui le voci nella sua testa le ricorderanno costantemente ciò che era e ciò che sarà. Settantuno giorni che...