TRENTESIMO CAPITOLO - ULTIMO

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"Il tuo amore è sceso su di me come un dono divino, inatteso, improvviso, dopo tanta stanchezza e disperazione."

( Fëdor Dostoevskij )



"Non saprò mai come ringraziarvi per l'ospitalità, per la pazienza... per tutto." Sulla porta di casa a salutare me e Mark ci sono tutti, David, Bairon ed Olga... che piange.

"Oh tesoro... mi mancherai tanto." Mi abbraccia forte e non posso non ricambiare tanto affetto. Una volta l'avrei fatto, ma io non sono più quella persona. "Allora ci vediamo la settimana prossima?" chiede speranzosa. Come potrei dire di no alla mia famiglia?

"Certo"

"Ovviamente sei invitato anche tu Mark"

"Che ne dici di lasciarli andare? Sono sulla porta da dieci minuti" io direi di più, ma non me la sento di contraddire nessuno oggi. Oggi sento di essere più tranquilla, oggi sento di poter ricominciare.

"Fate buon viaggio ragazzi, state attenti" conclude infiene

"Lo faremo" Mark afferra la mia mano e mi conduce alla sua auto.
Dopo un mese lascio questa casa, lascio questo paese, lascio la mia famiglia.
Ma ritornerò presto, non potrei restare a lungo senza il polpettone di Olga.

"Sei pronta?"

"Sì." E non lo sono mai stata così tanto.
Sono pronta a vivere.

***********

Il viaggio è stato divertente. Avere Mark al mio fianco rende tutto migliore, soprattutto quando fa di tutto per vedermi felice, anche ascoltare i miei cantanti preferiti.
Ascoltarlo canticchiare anche la musica che lui stesso definisce "spazzatura", ascoltarlo ridere o fare delle battute penose, mi rende felice. Mi fa sentire serena, tranquilla.
Distaccarmi da quella casa, da quel paese, da quei ricordi è stato in parte doloroso, in parte sollevante.
La mamma mi mancherà sempre, sempre e sempre. Ma avevo bisogno di cambiare aria, ritornare a vivere perché con lei ero morta anch'io.

"Sei sicura di voler entrare? Possiamo starcene anche da me o da te, se preferisci" una volta arrivata al college ho avuto una crisi ed ho iniziato a piangere.
Ok, è vero, avevo bisogno di cambiare aria ma non ho detto che sarebbe stato semplice.
Rivedere di nuovo le stesse facce, gli stessi sguardi che non sono quelli della mia famiglia, rivedere una stanza che non sento più mia, non come quella a casa... è stato faticoso.
Ma, ancora una volta, Mark mi ha aiutata, sostenuta.
In camera Jane non c'era, ma ha lasciato un biglietto con su scritto "Ci vediamo da Adrien" e quindi ora mi ritrovo qui, seduta nel parcheggio del suo locale sperando di non esplodere non appena varcherò quella soglia.
Ma rispondo "Sì, sono sicura" perché più di tutto, più di ogni paura, c'è la voglia di ricominciare. E per riuscirci, devo prima fare una cosa.

"Sorpresaaaa" urla Candice, da sola.
Tutti sono intorno al solito tavolo, così come al mio compleanno, pieno di addobbi e prelibatezze a decorare il tutto.
E questo non può non riportarmi a quando la mamma era qui, accanto a me. A quanto era magnifico voltarmi e sapere che c'era, senza doverla cercare.

"Eravamo indecisi se urlare sorpresa o meno... ma Candice ha preferito di sì" Sam sorride incerto, tutti, sorridono incerti.
Non sanno di che umore sono, come reagirò e cosa farò. Pensano che io sia pazza, probabilmente.

"E la birra dov'è? Non è festa senza birra, giusto?" ed eccoli i miei amici. Rob fa uno di quei ululati da stadio, Sam scoppia a ridere e Jane a piangere. Mi si fionda addosso e mi stringe forte.
"Mi sei mancata così tanto, così tanto" singhiozza sulla mia spalla. Provo un senso di colpa ad aver abbandonato tutti, a non aver voluto neanche rispondere a qualche telefonata.
Vorrei aver potuto essere più forte, più libera, più buona con me stessa e non chiudermi a tutti.

"Anche tu" sussurro.

Appena Jane decide di lasciarmi respirare e libera la visuale, i miei occhi incontrano gli occhi più azzurri di tutti. Gli occhi di Liam che, piano, ma deciso, mi stringe a sé.

"Sono così felice che tu sia qui" sussurra al mio orecchio, in modo tale che solo io possa sentirlo.
Il suo odore è esattamente come lo ricordavo. Mi invade tutta e per un secondo mi riporta a quando la paura di decidere, la paura di poter essere davvero felice, mi opprimeva.
Ma al tempo stesso mi riporta ai momenti trascorsi insieme, quelli che valgono la pena di essere vissuti e ricordo perché non potrò mai odiarlo.

"Ti voglio bene" sussurro, anche se so che non è quello che vorrebbe sentirsi dire e come infatti, in risposta mi stringe forte ancora un po', e poi si allontana.

Così va avanti per quasi mezz'ora, tra abbracci e frasi smielate da parte dei miei amici e di Adrien.
Tra racconti di episodi passati e tutto ciò che mi sono persa in queste settimane.
E tutto ciò che dovrò studiare per rimettermi in paro... ma a questo non voglio pensarci, almeno non ora.

"E' il tuo momento tesoro" sussurra Adrien, e non me lo faccio ripetere due volte. Mi alzo, con l'incertezza sul volto di tutti e mi dirigo verso il palco.
Mark ha un'aria interrogativa, ma mi lascia fare.
Prendo un respiro grande, e mi siedo sul mio vecchi sgabello che mi è mancato come l'aria.
Non so se è la cosa giusta da fare, se magari dovrei evitare per Liam o perché potrei scoppiare in lacrime qui, davanti a tutti, ma per una volta voglio provare a seguire il cuore e non più solo ed unicamente la mia testa. Non voglio ascoltare i miei mostri, non più.

Do uno sguardo ai miei amici e al mio unico amore, poi sorrido pensando che sì, mi manca, ma la mamma è con me. Perché è esattamente nel mio cuore.

Prendo un altro respiro e poi avvicino il microfono alle labbra: "E' stato... un anno difficile." C'è già chi urla il mio nome e applaude, riconoscendomi subito. Sorrido e poi riprendo "Nell'ultimo anno sono ricaduta, mille volte o forse di più. Nell'ultimo anno ho dubitato di me stessa, della mia forza. Nell'ultimo anno ho ceduto." sospiro "Ho pensato di non farcela, ed ho ceduto." Sospiro ancora "Finché non ho incontrato te." Guardo negli occhi di Mark e non mi importa se sembrerò pazza per gli altri, continuo con il mio discorso.
"Ho incontrato te che hai reso tutto magnifico." Sorrido quando tutti si voltano verso Mark "Hai buttato giù tutti i muri, hai abbattuto ogni paura invadendomi con il tuo amore come un uragano. Hai inondato il mio cuore di amore..." asciugo una lacrima "E mi hai resa libera."
Si innalzano applausi, urla, e sorrido perché questo è solo una piccola parte di ciò che meriterebbe Mark e che ho intenzione di dargli.
Faccio un cenno di assenso e poi parte la musica.
Chiudo gli occhi, immaginando la mamma accanto a Mark, che sorride ed è orgogliosa di sua figlia.

"Closed off from love
I didn't need the pain
Once or twice was enough
And it was all in vain
Time starts to pass
Before you know it you're frozen

I WANT YOU. (SEQUEL "TELL ME WHAT I WANT")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora