SEDICESIMO CAPITOLO

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"Mi rammento: una malinconia terribile aveva invaso tutto il mio essere; avevo una gran voglia di piangere; tutto destava in me sorpresa e mi rendeva inquieto.
In modo più spaventoso ancora, mi opprimeva la sensazione che tutto era, ai miei occhi, estraneo, e comprendevo benissimo che quell'essere tutto estraneo mi uccideva."

( Fëdor Dostoevskij )

E' una settimana che Mark mi evita, e non posso dargli torto. Ma ho bisogno di lui. Ora me ne rendo conto, ho sempre amato Mark ma accettarlo era troppo doloroso. Ho una tremenda paura di poter rovinare tutto, ma dal momento che, probabilmente, ho già rovinato tutto, tanto vale tentare.

Non posso perderlo. Non devo perderlo.
Mi ripeto questo da dieci minuti mentre guardo, sotto la pioggia, la palestra del campus aspettando che esca.
Ed eccolo. Vestito di tutta la sua bellezza, della sua dolcezza e spero del suo amore per me.

Mi vede, ma questo non gli fa cambiare idea, continua a camminare senza fermarsi nonostante io stia quasi correndo per raggiungerlo.

"Mark, aspetta" urlo

"Stai lontana da me, Meredith"

"Sono tua, Mark" si blocca, non si volta ma so che sta pensando. Ecco, ho la sua attenzione ora.

"Sono sempre stata tua" sorrido nervosamente "sono tua probabilmente da ancor prima che ti conoscessi, sono completamente tua." Resta lì, impassibile. Il capo chino, le spalle che si alzano e abbassano, il mio cuore che va in frantumi... non posso perderti.

"E' troppo tardi" e si allontana. Si allontana da me come non l'ha mai fatto prima.

"Ti prego, Mark, ascoltami" una lacrima mi riga il volto ma non mi importa. Ho pianto così tante volte per le cose e le persone sbagliate che queste le merito tutte.

Si volta di scatto "No, Meredith. Non posso. Non posso perché sono stanco dei tuoi giochetti, stanco del fatto che non mi racconti mai un cazzo e alla fine scegli sempre lui. Sono stanco. Hai capito? Stanco!" urla. E come dargli torto? Ho rovinato tutto. Rovino sempre tutto. Sto rendendo reale ciò che ho sempre temuto: sto rovinando l'unica cosa bella che abbia mai avuto nella mia vita. Ma devo fare un tentativo. Deve sapere tutto. Ogni cosa.

E non mi fermerete, non questa volta. State zitti!

"Ti racconterò delle cose, ti racconterò di me... e se non vorrai più saperne di me, va bene, ma almeno saprai la verità"

"Quale verità?" intanto la pioggia sembra calmarsi, anche se in me continua ad esserci un temporale di sensazioni.

"LSD" li sento ridere alle mie spalle, nella mia testa. Mi urlano di stare zitta, ma è loro che devono tacere stavolta.

"Cosa?" le sopracciglia aggrottate

"LSD, sai cos'è?"

"No"

Prendo un respiro, posso farcela. "E' l'abbreviazione nel nome tedesco del composto Lysergsäurediethylamid." E' fatta. "E' una fra le più potenti sostanze psichedeliche. E' un acido..." lo guardo "E' droga." Mi fissa, non accenna a scappare via ma neanche ad abbracciarmi. Semplicemente, ascolta.
Sento che sto regalando un pezzo di me a questo ragazzo così buono che non merita, assolutamente non merita la mia merda, ma so che mi ama, glielo leggo negli occhi, e anch'io lo amo con tutta me stessa e non sarà peggio del non dire nulla.
Deve saperlo. Deve conoscermi a pieno, per potermi amare davvero.

"Solitamente viene presa sotto forma di piccoli quadrati di carta assorbente, ma in realtà è un liquido che puoi versare su qualsiasi cosa. Volendo, puoi anche metterla negli occhi con il contagocce, ma solitamente è presa oralmente." il suo sguardo è duro, ma non c'è ombra di spavento nei suoi occhi. Inizio a spaventarmi io. Ma continuo lo stesso.

I WANT YOU. (SEQUEL "TELL ME WHAT I WANT")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora