"Chi è amato non può morire, perché l'amore significa immortalità."
( Emily Dickinson )
C'è tantissima gente: amici, amiche, cugini, cugine, parenti vicini e lontani.
Ci sono anche i miei amici.
Jane ha pianto, tanto. Ha provato a nascondere le lacrime e a fingere un sorriso quando mi ha stretta forte a sé, ma l'ho sentita parlare con Rob, "Non posso stare qui, mi sento così male a vederla in queste condizioni" ha detto, ma ho finto di non sentire perché so che è la verità. So di non avere un bell'aspetto, ma cosa avrei potuto dirle? L'avrei detto di andar via, se così voleva, ma sarei sembrata scortese così sono stata in silenzio.Sam non si è preoccupato di mostrarmi la sua debolezza, nè di mostrarmi la mia. "So quanto stai male, ma col tempo sarà più semplice" ha detto, ho sentito frasi simili oggi.
Ho imparato ad annuire a tutti e a sorridere di tanto in tanto. Ho imparato a fingere meglio, o forse no.
Liam mi ha abbracciata. Il suo abbraccio non mi ha fatto alcun effetto, se non il bene che gli volevo tempo fa.Nonostante la faccia da duro erano evidenti le lacrime, il dispiacere e chissà cos altro "Mi dispiace tantissimo" ha detto, ho solo sorriso, poi annuito, perché non avrei saputo dire altro neanche a lui.
Il prete, invece, ha detto molte cose, molte, tantissime, ma non mi andava di ascoltarle. Ci ho provato, per un po' ho assimilato le sue parole, le ho analizzate, alcune addirittura approvate, ma poi ha iniziato a parlare di perdono, di amore, di paradiso ed io non ce l'ho fatta. Così ho iniziato a fantasticare con la mente, la mia mente che è ormai vuota, svuotata da tutto, ma più della mente, il cuore. Privo di qualsiasi cosa un cuore sia fatto. Mi chiedo come faccio a stare ancora qui, dovrei essere morta, e da un pezzo pure. E mi domando se non lo sono davvero e tutto questo non è altro che una punizione per tutto quello che ho fatto, per tutto quello che sono stata, per tutto quello che avrei potuto essere.
"E quindi chiamo qui Meredith, sua figlia" l'attenzione di tutti i presenti passa dal prete, a me. Seduta, immobile, pietrificata.
"Se non te la senti..." Mark prova a rincuorarmi, ma io glielo devo. Ha fatto di tutto per me ed io, per una volta, posso ricambiare.
Mi alzo, comunque lenta e incerta, e mi dirigo al centro dello spazio, al centro, accanto alla sua bara. Al centro, senza di lei.
Tutti gli occhi sono puntati su di me, si aspettano che dica qualcosa, che faccia qualcosa o che semplicemente esploda.
Prendo un respiro forte e mi faccio forza per una delle poche persone che lo merita davvero, per una delle poche persone che mi hanno davvero resa forte, forte come lei. Indistruttibile. Eppure... non riesco a scacciare via quella sensazione di sentirmi io quella morta.
"Katherine...." Sospiro sul microfono che fa un leggero fischio "mia madre", mi correggo, "era una persona..." guardo negli occhi di mio padre ma nonostante il dispiacere che appare evidente, io non riesco a non riconoscere nei suoi occhi, quello stesso sguardo che ha da quando la mamma è andata via anni fa, da quando la mamma è uscita da quella porta e dalle nostre vite. Non riesco a non vedere un uomo distrutto.
Ma poi i miei occhi corrono a David, gli occhi gonfi dal pianto, le mani strette in un pugno, la schiena curva in giù, come le labbra, sembra atterrato, distrutto, demolito.
La donna che amava, la donna che lo amava, non c'è più, è morta, andata via. E dovrà conviverci per sempre, sempre, finché morte non li ricongiunga.
E' questo quello che potrei dire, ma resto in silenzio. Fin quando vedo mio padre e Mark alzarsi per raggiungermi, per portarmi lontana da qui, lontana da lei, mentre tutti gli altri hanno gli sguardi persi, come a chiedersi perché me ne sto qui in silenzio... o forse lo sonno.
Mark sta per raggiungermi ma non posso... non posso fallire anche in questo.
"Mia madre era una donna fantastica, difficile.... Ma fantastica." Prendo un grande respiro "Ho perso molto di lei negli ultimi anni, ho perso molto di quello che solo una madre sa insegnarti e donarti ma era tutto troppo..." fingo un sorriso "difficile. Ma sapete com'era mia madre: nessuna difficoltà è mai troppo grande da non poter essere superata. E noi, lei ed io, ne abbiamo superate tantissime. E... io" cerco di mandare giù le lacrime e guardare la mia unica fonte di pace, il mio paradiso in terra: Mark. "Io vorrei spiegare tutto con questa canzone, sperando che, ovunque tu sia, mamma" chiudo gli occhi "possa sentirmi e capirmi. E scusarci. Ti voglio bene."
Così, senza musica, senza nulla, canto, con l'unica voce che ho dentro: la sua.
( Christina Aguilera - Hurt )
Seems like it was yesterday when I saw your face
You told me how proud you were but I walked away
If only I knew what I know today
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I WANT YOU. (SEQUEL "TELL ME WHAT I WANT")
RomanceSettantuno giorni. Solo settantuno giorni prima che sua madre muoia. Settantuno giorni a disposizione per perdonare. Settantuno giorni in cui le voci nella sua testa le ricorderanno costantemente ciò che era e ciò che sarà. Settantuno giorni che...