"Ho sempre pensato che non v'è nessuna felicità maggiore di quella della famiglia."
( Fëdor Dostoevskij )
Ho fatto come Mark mi ha chiesto, ho scritto una lettera.
Ok non saprei se è esattamente da definire come tale, ma ho scritto delle parole ed ho bisogno che le sappia ora perché non so quanto tempo esattamente mi resta ed io... non potrei vivere con questo rimorso. Non ce la farei.
Entro nella sua stanza con il cuore a mille, le mani sudate e la gola secca. Le pareti bianche ad un tratto sembrano troppo strette, quasi come se mi stessero per schiacciare ed io non avessi via d'uscita. Al pensiero mi manca il respiro e allento il collo della maglia.
"Tesoro, perché sei ferma lì e bianca come un fantasma?" la voce della mamma è sempre più bassa, sempre più dolorante e anche se lei si sforza a sembrare impassibile al dolore, lo leggo nei suoi occhi quanto sta soffrendo.
Se potessi, se solo potessi, le prendere tutto questo dolore e lo vivrei io al posto suo. Non mi importerebbe quanto mi farebbe male, mi importerebbe unicamente di vederla felice e serena. Priva di dolore.
Mi avvicino al suo letto a passo lento, per prendere tempo. Ma poi ricordo che è solo questo quello che ho e allora parlo senza riflettere, di getto.
"Mamma io ti perdono" aggrotta la fronte visibilmente confusa, ma non importa, capirà. "Sì, mamma, io.... Io ti perdono" le prendo una mano "Ti perdono per essertene andata. Ti perdono per aver fatto i tuoi errori perché... insomma, prendi me, ne faccio di continuo." Sorrido da sola al pensiero dei miei innumerevoli errori.
( Consigliato per la lettura: London Grammar - If You Wait )
"Ti perdono per le cose dette." La guardo negli occhi troppo simili ai miei, colmi di lacrime "Ti perdono ogni mancanza, ogni volta che chiedevo aiuto e non c'eri. Ti perdono ogni dolore che tu possa avermi mai causato. Ti perdono perché hai deciso tu per me che cosa fosse giusto, anche se questo significava perderti." Sorrido di nuovo al pensiero di me che faccio lo stesso con Mark, ignorando il fatto che anche in questo le somiglio tantissimo.
Il suo sguardo è pieno di compassione, dolore e amore per una figlia troppo sbagliata ma che darebbe la sua stessa vita se servisse per poterla far vivere ancora, ma bene. Anche un solo giorno.
Stringo forte la sua mano "Ti perdono per ogni lacrima, ogni piccolezza, ti perdono per non essere stata lì quando ho pianto per il primo ragazzo e ti perdono se non potrai esserci ora, se non potrai esserci il giorno del mio matrimonio e ti perdono se non potrai vedere mia figlia che avrà il tuo nome o mio figlio col nome di papà..." parlo in fretta cercando di ricacciare indietro le lacrime ma non riesco a controllare la situazione ed una sfugge, ma continuo lo stesso ignorandola.
"Ti perdono per aver scelto la strada più dolorosa per punirti di qualcosa di cui non avresti dovuto punirti, ti perdono per il perdono che cercavi e di cui non avevi bisogno..." prendo un respiro mentre le mie lacrime simulano le sue, veloci e lente allo stesso tempo.
"Ti perdono per avermi costretto a vivere una vita senza te, per avermi costretto a vivere senza il tuo amore." La mia voce è appena udibile mentre la sua mano scarnita e debole prova a stringere forte la mia. "Ti perdono se ora mi lasci, ti perdono per non esserti perdonata... ti perdono ogni cosa, mamma..." le lacrime sono così insistenti e violenti "ma non dimenticherò mai questo dolore."
Mi stringe come non l'ha mai fatto nessuno in vita mia. Mi abbraccia con trasmettendomi ogni emozione, la stessa paura che io h o di perderla, con la vera voglia di farlo, con la vera voglia di dimostrarmi tutto l'amore che prova per me. E mi mancherà. Come l'aria che mi serve per respirare.
"Perdonami tutto, piccola, perdonami" mi ripete tra le lacrime e vorrei sottolinearle che le ho appena detto questo, ma non ci riesco. Annuisco e la stringo più forte che posso. La stringo con tutto l'amore che provo. La stringo come se fosse l'unica cosa al mondo da stringere.
STAI LEGGENDO
I WANT YOU. (SEQUEL "TELL ME WHAT I WANT")
RomanceSettantuno giorni. Solo settantuno giorni prima che sua madre muoia. Settantuno giorni a disposizione per perdonare. Settantuno giorni in cui le voci nella sua testa le ricorderanno costantemente ciò che era e ciò che sarà. Settantuno giorni che...