NONO CAPITOLO

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"Sebbene nulla potesse ormai meravigliare, la realtà evidente ha sempre in sé qualcosa che scuote."( Fëdor Dostoevskij )


"Come hai fatto ad entrare in casa?" Chiedo, mentre mi stiracchio sul divano in modo da non dover guardare negli occhi nessuna delle due.

"Dalla cucina. Ti avevo vista e non volevo che ti sentissi a disagio né tantomeno far sentire a disagio lui. Poi c'era David e lui ha suggerito che fosse meglio lasciarti il tuo spazio" la sua voce è calma, ma debole. Potrei giurare di veder ogni giorno un pezzo di lei andar via ed io passo le giornate a piangere per le mie vicende amorose.

"Va a preparati, se ti va. Se non vuoi puoi cenare anche così, David e Bairon non sono così formali come potresti pensare." Annuisco mentre mi avvio verso le scale.

"Tesoro.." mi fermo, ma non mi volto.

"Ho sentito un po' la discussione... non volevo, ma avevo bisogno di prendere una cosa dal soggiorno e..." sospira "se ne vuoi parlare, sono qui" annuisco di nuovo e salgo le scale, mentre altre lacrime mi rigano il viso. Stavolta non piango per Liam e né per Mark, ma per mia madre e perché so quanto ho bisogno di questa donna.


****
David è molto più simpatico di quanto mi aspettassi e stranamente ho molte più cose in comune con lui che con mia madre. E' brillante, stimolante e divertente. Approvo totalmente la scelta di mia madre e, anche se in un primo momento vederli assieme è stato abbastanza difficile, mi sono abituata subito all'idea di loro due assieme. Infondo mia madre e mio padre non stanno insieme da anni ed anche lui si è rifatto la sua vita, è giusto che sia così anche se questo un po' mi ferisce, ma è il loro amore, non il mio. Spetta a loro decidere e se le persone che hanno scelto li rendono felici, sono altrettanto felice per loro.
Mi chiedo come sarà per David essere consapevole di vivere i suoi ultimi mesi con la donna che ama. Mi chiedo dove trovi la forza di andare avanti, ancora.

"Beh almeno abbiamo mangiato" interviene Bairon cercando di trattenere un sorriso. La cucina di Olga è ottima, ma ha spesso la tendenza a scordare le cose in forno.

"Se continui così sarai il solo a non mangiare domani" risponde Olga stizzita mentre tutti noi scoppiamo in una fragorosa risata. Ho già detto che adoro questa donna?

"Dav, non credi che Olga dovrebbe smetterla con tutta quella pasta?" la stuzzica Bairon, poverina, dovrà essere il capro espiratorio di questi due cavernicoli. Altro che imprenditori, questi due farebbero concorrenza ai miei amici.

"Io glielo dico ogni giorno" interviene David, Olga sbuffa e si alza dalla tavola iniziando a togliere i piatti ormai vuoti da almeno un'ora. Direi che ce la siamo presa comoda, sì.

Dopo aver cercato di aiutare Olga a sistemare tutto ed essere stata praticamente costretta a godermi la serata, esco in veranda per una sigaretta, so che mia madre non approva ma in questo momento ne ho davvero bisogno. Recupero il cellulare dalla tasca che ho accuratamente ignorato nel momento in cui, mezz'ora fa, l'ho sentito vibrare.
Un messaggio: Liam.

"Sono in ritardo di tre minuti, tutta colpa delle tue labbra.
Ah, e sei davvero adorabile in pigiama"
 

sorrido leggermente prima di rispondere.

"Potrei lanciare una nuova moda.
Le mie labbra stavano bene da sole."

N
on so esattamente cosa sto facendo e non so esattamente se questo sia giusto o meno, ma so che tutti meritano una seconda possibilità anche se questa probabilmente è la millesima, ma sento di doverlo fare, per me stessa. Devo capire fino in fondo cosa provo.
Liam risponde più velocemente di quanto mi aspettassi, questo perché non è un messaggio da parte di Liam, ma da parte di Mark.

"Cosa ti porterà Babbo Natale questa notte? Dimmi delle tette nuove, ti prego"

S
coppio a ridere all'istante. Adoro la sua leggerezza, adoro il fatto che non si impegni a fare il brillante, il fatto che sa sempre cosa dire al momento giusto, sa sempre come divertirmi.

"Per quello dovrei aspettare un miracolo, o un chirurgo"

"Posso offrirmi io"  risponde velocemente, io lo adoro. Certo, può sembrare assurdo che io possa adorare certe "volgarità" ma immaginare la sua voce, le sue espressioni mentre dice queste stupidaggini mi riempie di allegria.

"Scommetto che questa non è la stessa persona con cui parlavi prima, se ridi in questo modo" David è appoggiato allo stipite della porta, con le mani nelle tasche e uno sguardo che mi ricorda tanto la compassione e non so con precisone per quale delle tante cose che mi stanno accadendo.

"Come fai a saperlo?" sussurro con il capo chino, mi sento così cattiva. Gioco con i sentimenti di entrambi senza mai prendere una vera decisone. Ma non posso decidere, se prima non capisco.

"Dal tuo sguardo e dal tuo sorriso." Si avvicina ed io gli faccio spazio sulla grande panchina in veranda, guarda il cielo scuro avvolto da mille stelle e la brezza marina fa rabbrividire entrambi.
"Sai, credo che tu abbia preso questa qualità da tua madre" risponde dopo qualche istante "Vi si illuminano gli occhi quando si tratta di qualcuno che amate". Non aggiunge altro, forse si aspetta che io abbia qualcosa da dire ma in realtà non ne ho la più pallida idea. Mi sento confusa, tremendamente confusa. Vorrei poter dire che è così semplice, che amo Mark e Liam è solo un ricordo, ma le sue labbra sulle mie sono fin troppo chiare nella mia mente per essere solo un ricordo lontano. Le sue mani su di me, il suo respiro caldo, il suo profumo, le nostre labbra. Come posso amare Mark? Eppure non riesco ad immaginare un solo istante di me senza lui. Sono pazza.
Fa per alzarsi ma so improvvisamente cosa dire.

"Da cosa lo capisci?" si ferma, ma non si volta. Potrei giurare che sta sorridendo, vedo le spalle alzarsi e poi abbassarsi.

"Dal fatto che tua madre mi ha costretto a "prendere delle cose" dal soggiorno e purtroppo ho sentito parte della vostra conversazione" quella stronzetta. Dopo faremo i conti. Ma ora sono troppo curiosa.

Si volta e mi guarda serio "Non volevo ascoltare, posso assicurartelo, ma ho sentito qualcosa e..." sospira, sembra combattuto. "Sono sicuro che quel ragazzo ti ama, lo sentivo dalle sue parole e dalle imprecazioni di tua madre... ma tu, lo ami? Era praticamente disperato e tu non sei riuscita a dire nulla, nulla" lo guardo intensamente, ho un nodo allo stomaco. Non l'avevo vista così. "Se lo amassi anche tu, per quanto possa averti ferito, avresti avuto almeno il coraggio di rassicurarlo... non credi?" sospira "Io non so se la persona con cui parli ora è quella che ami, ma sicuramente ti dona più pace." Resto a bocca aperta, non è così. Non può essere così. Io ho voluto Liam per così tanto tempo e sembra assurdo che ora non sia così. Io voglio Liam, l'ho sempre voluto.

"Io lo amo, David" ribatto, non può dire certe cose e aspettarsi che resti calma e buona.

"Chi dei due, Meredith?" sorride "Va a dormire, è tardi" mi scompiglia i capelli e mi da la buonanotte.

"Buonanotte" sussurro, e intanto nella mia testa ogni demone urla. Ignoro il vento che mi raggela la pelle, ignoro le fitte allo stomaco, ignoro il cellulare che si illumina, ignoro le onde che si infrangono sulla scogliera, ignoro il mondo attorno, ignoro la voglia che ho di piangere e urlare, ignoro tutto e sorrido a mia madre prima di dirigermi in camera.
Vorrei anestetizzare ogni emozione, vorrei essere indistruttibile. Vorrei non avere questa terribile consapevolezza che sì, domani è un altro giorno, ma un giorno in più che accorcia la vita di mia madre. Un giorno in meno per noi.
Un giorno in cui ancora non sono in grado di capire cosa provo e per chi, forse sono davvero senza sentimenti.

I WANT YOU. (SEQUEL "TELL ME WHAT I WANT")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora