SETTIMO CAPITOLO

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"Bisogna essere davvero un grand'uomo per saper resistere anche contro il buon senso."
( Fëdor Dostoevskij )


Il giorno prima della viglia di Natale può significare solo una cosa: caos.
Il campus è avvolto da uno spirito stranamente allegro e soprattutto natalizio, tutti se ne vanno in giro canticchiando e sorridendo, la neve ormai inizia a cadere incessante e quasi mi sentirei felice anch'io se non sapessi che questo è l'ultimo natale che mia mamma vedrà.
Ho deciso che passerò il Natale con lei mentre nei giorni successivi andrò a casa di mio padre, in Texas. Sono entusiasta all'idea di non starmene ferma e di non aver modo per pensare. Ho bisogno di non pensare e rilassarmi. Rilassarmi e basta.

"Spero che tu non abbia preso impegni per il pomeriggio" Mark si siede alla mia destra in tutta la sua gloriosa bellezza ed io mi sento svenire quando fa quel sorriso sghembo da prendere letteralmente a morsi e poi baciare a lungo.

"Beh sì, deve aiutarmi a scegliere il regalo per mia madre" ribatte veloce Candice, non le toccate lo shopping, per piacere. Ovviamente col cibo sarebbe in grado di uccidere, per lo shopping non ancora ma non lo escluderei in futuro.

"Può aiutarti Jessica" l'ammonisce Mark, Jessica si affretta ad annuire e guardare di traverso Candice che borbotta qualcosa riguardo al rispetto e la precedenza per le donne mentre affonda le dita nella maionese per poi leccarle una ad una. Disgustosa, sì, ma in qualche modo John sembra trovarla adorabile dato che la guarda sorridendo, l'unico, tra l'altro.

"Ti aiuto io" interviene lui, furbo.

"Gesù, John, non ho intenzione di comprare dell'intimo con te accanto" scoppiamo tutti a ridere per la sua spontaneità. Questi due insieme sarebbero comici.

Ora stanno iniziando un dibatto sul perché questo, il sesso e tutto il resto non dovrebbe essere un tabù ai giorni d'oggi.

"Allora sei ufficialmente libera" sussurra Mark al mio orecchio, in modo tale che possa sentirlo solo io. Annuisco sorridendo. Non ho idea di cosa voglia fare ma sempre meglio che starsene chiusa in camera o con Candice che si ferma ad ogni pub o bar per uno "spuntino" perché lo shopping le porta un grande appetito, sostiene, come se non ne avesse abbastanza di suo.


***
Non credo sia un appuntamento. Insomma, lo saprei se lo fosse... no? Allora perché mi sento così agitata e perché mi sono vestita come se lo fosse?
Ho lasciato i capelli mossi lungo le spalle con un dolcevita bianco e pantalone nero a vita alta, anfibi neri. Certo, sembrerà che non sia niente di che ma per me è quasi il massimo dell'eleganza se ci aggiungiamo il rossetto rosso che ho messo con accurata precisione.

Non è un appuntamento. Non è un appuntamento. Non è un appuntamento e non pensare a Liam.

"Sei bellissima" guarda l'orologio "e puntuale" Mark esce dalla sua Audi rossa. Gli direi che in realtà per l'agitazione ero pronta mezz'ora prima dell'orario prestabilito ma non ci riuscirei e soprattutto sono impegnata ad ammirarlo nella sua maglia verde che richiama perfettamente i suoi occhi che, oggi, si avvicinano all'azzurro. Non c'è niente da guardare se si pensa ad una maglia, ma se si pensa a cosa c'è sotto ad una maglia... c'è tutto da guardare.

"Grazie anche tu" anche tu? Oddio sono messa peggio di quanto pensassi. "cioè, anche tu stai bene" lui mi guarda accigliato mentre cerca di trattenere un sorriso. "So che vuoi ridere" lo ammonisco e lui scoppia in una delle sue risate rumorose. Lo adoro.

"Andiamo che si gela". Come un galantuomo che si rispetti, mi apre la portiera ed io vengo subito invasa dal calore dell'auto e dal suo profumo inebriante. Potrei quasi sniffare l'aria se non sembrassi pazza. Sono sicura che già lo pensi, ma quantomeno non vorrei dargli conferma.

I WANT YOU. (SEQUEL "TELL ME WHAT I WANT")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora