"Sono venuto per conoscere tuo figlio, forse meglio dire mio figlio" Ammise. " Che stai dicendo?" Sbottai avvicinandomi alla porta del vagone. "E' mio figlio" Ammise. "Che sicurezza hai che sia tuo figlio. Il padre è Dybala" Ammisi non rendendomi conto di aver appena detto ciò che lui aspettava. "Quindi stai con Dybala?" Domandò sedendosi. Non risposi e aprii la porta, venni bloccata e mi girai dandogli una cinquina sulla guancia. Rimase qualche minuto lì a fissarlo e dopo cambiai vagone più in fretta che potevo. Dopo qualche minuto arrivammo a destinazione e corsi via, cercando qualche taxi. Erano l' una di notte e a quell' ora non c' era quasi nessuno, quindi fui costretta ad andare a piedi, sotto la pioggia. Stavo camminando tranquilla, quando il mio cellulare si illuminò. Paulo Dybala. "pronto" Dissi preoccupata. "C'è Gennaro qui, sbraita cose su Diaz" Ammise. "Sono a Torino" Ammisi "Sei in macchina?" "No, nemmeno l' ombra di un taxi c'è" Ammisi " Vengo a prenderti" "Non c'è bisogno Paulo" "Si, invece". Insistette fino a quando non gli dissi la via e dopo neanche due minuti arrivò. Suonò il clacson e mi affrettai ad entrare in macchina. "Scusa se ti bagno la tua fidanzata"Ammisi ridendo " Quindi stiamo di nuovo insieme?" Domandò "intendevo la macchina" Ammisi "Se devo essere sincero, mi preoccupo di più di te" Ammise ed io arrossi girando il mio viso verso il finestrino. "Gennaro l' hai lasciato a casa con Diaz?" Domandai cambiando discorso. "C'è qualcuno a casa stasera a farci visita e non credo possa farti felice" Disse parcheggiando la macchina. Lo guardai perplessa e dopo essere scesa dalla macchina, capii di chi si trattava. Il suo cane mi venne a fare la festa, ci conoscevamo. Ricordo quando Alavaro lo prese piccolo ed era in preda al panico sul nome da dargli. Lo afferrai in braccio ed entrai in casa scontrandomi con gli occhi di Alvaro ed abbassai lo sguardo abbastanza imbarazzata. "Ciao" Dissi ai due ragazzi seduti sul divano. "Che vuoi tu?" Domandai a Gennaro. "Vedere mio figlio" Ammise. Non risposi mi recai in un cassetto e presi un foglio, il famoso test di paternità che risultò positivo a Paulo. "Tieni" Dissi lanciandoglielo. "Ora vattene" Disse. "Lo posso tenere?" Domandò. "Fai come vuoi, vattene". Lo accompagnai alla porta e mi assicurai che fosse chiusa. " Con permesso vado a farmi una doccia" Mi limitai a dire salendo e non guardando lo spagnolo seduto sul divano. Salii e il mio sguardo cadde sulla sua stanza. Solito letto, occupato dai vestiti questa volta. Rigettai le lacrime indietro e mi recai in bagno, osservando mio figlio dormire nel mio letto e non fece che provocarmi un sorriso. Dopo essermi cambiata, andai nella camera di Alvaro e gli sistemai i vestiti, com' era d' abitudine. "Che fai?" Domandò con la sua voce "Ti sto mettendo le cose a posto, odio il disordine" Ammisi. Sentii le sue braccia cingermi la vita e mi girò e quella volta i miei occhi si scontrarono con i suoi. "Di qualcosa" Disse pregandomi. "Preferite che qualcosa, ve la dica io?" Sbottò Paulo spuntando.
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💎Mi Joyas💎
RandomIbiza. Dopo essere stata in coma per overdose, mi ritrovo esattamente ad Ibiza con Paul, Paulo, il padre di mio figlio e Simone, colui che si prese cura di mio figlio mentre il padre non ne sapeva l' esistenza. Vacanza obbligatoria che prenderà il r...