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Si dice che quando una persona sta per morire, improvvisamente tutta la vita gli passa davanti agli occhi. Immagino che sia come quando siamo sul divano con la nostra famiglia o amici a vedere un film e si butta avanti velocemente, come un registratore, come se tutto fosse stato registrato... dalla nostra mente. In realtà io sono morta e la vita è ferma, vedo coloro che amo andare avanti e dirigere la loro vita al meglio, forse non sono morta davvero. 

Aprii i miei occhi, riconobbi il posto anche se alla mia vista era tutto sfocato. Dopo alcuni momenti si fece tutto più nitido, Paulo era davanti a me e teneva premuto sulla mia fronte e dopo qualche secondo mi accorsi, che dalla mia testa sgocciolava qualche liquido, acqua. 
"Stai bene?" Domandò preoccupato. Decisi di mettermi seduta e così feci. "Si" Dissi annuendo.

"Ricordi tutto?"  Domandò ed io annuii, se per tutto intendeva al fatto che tutti mi consideravano morta. 

 Dopo essermi ripresa raccontai tutta la faccenda a Paulo e lui non volle credere che in  tutto questo c' era Antonella. Qualche giorno dopo rividi mio figlio e i ragazzi vennero tutti a casa per festeggiare la mia esistenza.  Diaz era talmente felice di vedermi e forse era l' unico che mi credeva viva. Paulo era guarito, stette un mese fermo senza giocare e da poco incominciò gli allenamenti. Decisi con Paulo di mandare Diaz a scuola in Argentina, sarebbe stato lontano da tutti i pericoli che c' erano qui a Torino. "Pericoli" Già una parola brutta per  associarla a delle persone. Zaza si trovava in Italia per una vacanza, Alvaro si trovava in Spagna ed io mi trovavo sul divano a pensare a tutto ciò che mi era successo. Paulo era agli allenamenti e tra non molto sarebbe tornato, così preparai la cena.  Sentii la porta chiudersi e subito dopo le braccia di qualcuno cingermi, inarcai la testa all' indietro e quando sentii una lama passarmi sul collo mi scansai. Avevo il fiatone e vidi davanti a miei occhi quel ragazzo. 

"Ara stai bene?" Disse. Sbattei le palpebre più volte e vidi Paulo, la mia era solo un allucinazione.  "Si, scusami" dissi portandomi una mano sulla testa. "Sicura di star bene, tra non molto partirò per una partita e non voglio che tu stia da sola." "Tranquillo, domani andrò dal dottore per queste allucinazioni e vedrò quello che ho" Ammisi. Cenammo e la sera andai subito a letto. Non stavo bene.

L' indomani vidi Paulo che preparava le valigie e gli chiesi cosa stava facendo e lui mi rispose ricordandomi la partenza per Roma. "Ho bisogno della macchina" Dissi "Dove vai?" "Dal dottore" Dopo essermi preparata scesi ed andai dal dottore. 

"Racconti puri" Ero sdraiata su quella sedia bianca, come quando sei da uno psicologo, nel mio caso un dottore. "Ricordo la casa e la fessura con la quale vedevo attraverso, ricordo il suo viso e il viso di coloro che mi credettero morta" "Cosa vede nelle sue allucinazioni" Sbattei le palpebre e lo vidi, ancora e ancora. Venne verso di me e con un coltello cercava di violentarmi, non era lui. Era Matt. Vedo Paulo che trova il mio corpo nella vasca e che urla disperato e successivamente lo scenario ricambia, mi ritrovo davanti a lui che cercava di Violentarmi e poi Zaza e poi Gennaro e ancora la delusione di Paulo nel vedere Alvaro nel mio letto, il bambino che persi, Diaz con Antonella, il foglio dell' affidamento.
"Signorina" Una voce calma mi risvegliò, stavo dormendo? No, ero sotto sedativo. "Ha cercato di uccidermi" Ammise ridendo. "Scusi" Dissi "Ha bisogno di stare in un centro dedicato a queste tipo di cose" Ammise "Un manicomio?" Dissi ridendo "No, signorina un centro di" Lo interruppi "Come crede che possa stare meglio, stando lontano dalle persone che amo" aprii la porta, ma mi bloccò dandomi delle pastiglie. "Almeno prenda queste". 

Dopo qualche minuti arrivai a casa e Paulo era pronto per partire. "Credevo che non saresti tornata" Ammise "Come potevo non salutarti" Dissi abbracciandolo. "Ci vediamo quando torni" Ammisi sorridendo

💎Mi Joyas💎Where stories live. Discover now