PAULO
Rabbia. Era l' unica cosa che provavo in quel momento. Odiavo che qualcuno la toccasse, ma soprattutto in quel modo.Uscii da casa e mi diressi nell' hotel in cui alloggiava il Chievo. Non domandarono il mio nome, quando chiesi la stanza di Zaza. Gli ascensori erano tutti occupati e aspettai, lentamente si aprirono gli sportelli e vidi Gennaro. "Dov' è Zaza?" Domandai "Ah hai notato che avevo ragione?" Disse guardando i suoi due compagni al suo fianco."Di cosa?" Domandai e lo feci ridere. "E' andata a letto con Morata, ah comunque ha raggiunto la sua amata" Ammise. Non diedi caso alla prima frase, bensì alla seconda. Non dissi nulla, gli diedi un pugno abbastanza forte sul naso e scappai. Arrivai a casa e salii le scale più veloce che potei. Porta socchiusa, avevo quasi paura ad aprirla. Non persi tempo e la spalancai. " Ara" Dissi correndo verso di lei. Quello che temevo si presentò davanti ai miei occhi. "Vattene" Disse. "Che ci fai qui?" Domandò Simone. "Dovrei chiederlo io" Ammisi poggiando la testa di Ara sul pavimento ed alzandomi. "Io sono venuto dalla mia futura moglie" "Io non credo che lei ti voglia sposare e non la puoi obbligare" "Dobbiamo parlare del mio matrimonio?" Domandò Simone. "No, hai ragione" Ammisi avvicinandomi a lui. "Che cazzo ti è preso?" Sbottai. "Quel figlio doveva essere il mio, hai rovinato tutto" Aveva bevuto? "Tu hai rovinato tutto" Dissi "Quella puttana di Antonella" Disse lui. Incominciai a tirargli pugni, uno dopo l' altro. Odiavo come trattava Ara e come parlava male di Antonella. Entrambi ci tiravamo pugni ed io non sentivo dolore, ero troppo arrabbiato per sentirlo. Il mio sguardo cadde sul pavimento, ricordandomi di Ara, non si era ancora svegliata. Simone ebbe il tempo di scappare e lo lasciai fare. Andai da Ara e le controllai il battito, si sentiva e respirava. La raccolsi da terra e la porta in braccio fino alla mia macchina, per poi dirigermi a casa. Scesi dalla macchina lasciandola lì ancora che dormiva e bussai. "Che ti è successo?" Domandò Alvaro notando del sangue sul mio viso. "Aiutami" Dissi andando verso la macchina, aprii lo sportello e presi Ara in braccio. Alvaro era fermo, non riusciva nemmeno a parlare. "L' hanno investita? " Domandò preoccupato. "No, Simone" Dissi entrando in casa e lasciandolo indietro. "Paulo" Disse Antonella bloccandosi, io non le risposi salii e poggiai Ara sul mio letto. Andai nel mio bagno dove presi vari medicinali per poter curare quelle poche ferite che aveva. Le dovetti alzare la maglietta per medicarle la pancia. "Non lo può fare qualcun altro?" Domandò Antonella. "Faccio io" Disse Alvaro. Lo guardai "No" Risposi. Dopo averla curata andai a lavarmi il viso e Antonella insistette per medicarmi. "Non pensi che era meglio che la curava Alvaro?" Domandò "No, dovevo farlo io. Tu potresti essere gentile con lei" Il mio sguardo cadde sul cestino, dove vidi la scatola del test di gravidanza e uscii dal bagno, lasciandola lì. Arrivai in salone e mi sedetti sul divano, dopo qualche secondo mi raggiunse. "Devi dirmi nulla?" Domandai.
Ara
Aprii i miei occhi, conoscevo quella stanza. Vidi Paulo correre fuori dal bagno ed Antonella lo seguì, decisi di seguirli anche io. Scesi le scale. "Tu mi hai detto di desiderare un bambino da me" Ammise, il mio sguardo si scontrò con il suo. "Sono incinta" Disse guardando Paulo. Sgranai i miei occhi e il mio sguardo questa volta si scontrò con quello di Paulo.
YOU ARE READING
💎Mi Joyas💎
RandomIbiza. Dopo essere stata in coma per overdose, mi ritrovo esattamente ad Ibiza con Paul, Paulo, il padre di mio figlio e Simone, colui che si prese cura di mio figlio mentre il padre non ne sapeva l' esistenza. Vacanza obbligatoria che prenderà il r...