14 - Axel

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«Axel, ma dove diavolo vi eravate cacciati amico? Forza vieni, devo assolutamente presentarti un paio di amiche molto prosperose» esulta Nick alzando e abbassando più volte le sopracciglia non appena Sam ed io varchiamo la soglia dell'imponente villa. Ha in mano due bicchieri di birra, o almeno credo che lo sia, e come immaginavo questa villetta sorge su una delle colline della contea, e imponente è un eufemismo. Saranno trecento e passa metri quadri sviluppati su tre piani, più il "giardino", le due piscine all'aperto, quella al coperto, il campo da tennis, le stalle e tante altre stronzate di cui non concepisco l'esistenza in casa. Se avessi una villa così impazzirei. Non uscirei mai di casa perché avrei già tutto a portata di mano... Mah.

L'enorme salone è adibito a mo' di discoteca, e fiumi di ragazze e ragazzi di diverse età si stanno dimenando a suon di musica. In un "piccolo" angolo intravedo immediatamente l'area bar, e due enormi vetrate conducono fuori, in giardino. Per l'occasione è stata allestita anche una sfera stroboscopica, luci colorate che illuminano a tratti l'oscurità, e due casse enormi dalle quali fuoriesce musica che credo stia facendo sanguinare i timpani alla ragazza che ho di fianco.

«Ehi Nick. Dove sono gli altri?» lo saluto con una stretta di mano mista ad un abbraccio/pacca sulla spalla. «Sono fuori in giardino, vicino alla piscina. Anche lì c'è un mini bar e la musica. Ah, ciao Sam. Ci sei anche tu» la nota poi. La ragazza inarca un sopracciglio decisamente offesa: «Nick, emerita testa di cazzo, quanti neuroni ti sei portato stasera a questa insulsa festa? Uno e mezzo?» domanda tagliente mentre il mio amico sbatte le palpebre confuso. Scoppio immediatamente a ridere e la afferro per una mano, iniziando ad addentrarmi nella massa uniforme di studenti che si dimenano a tempo di musica. O almeno ci provano...

«Davvero amico. Mi devi assolutamente aiutare con quelle tre. Al massimo ti cedo volentieri la rossa.» mi urla ad un orecchio Nick, cercando di sovrastare il rumore della musica decisamente più forte ora che siamo nel bel mezzo della mischia. Odio posti del genere: gente sudata e appiccicaticcia che si strusciano a vicenda su corpi che non conoscono neanche. Sarà che a Newport queste cose non ci sono, ma credo sia di gran lunga meglio il piccolo pub in Dove Street dove io ed Evan, ogni tanto, andavamo a farci una birretta. Ci sono ragazzi della nostra età, si canta, si beve, e si respira. «La rossa? Tre? Ma quante sono Nick?» gli urlo di rimando ridendo come un pazzo, mentre il ragazzo dagli strani occhi verdi, gialli e nocciola continua a spingere la gente aprendo un varco verso le enormi vetrate.

Un pomeriggio che stavamo giocando solo io e lui abbiamo fatto due chiacchere, così sono venuto a scoprire che è il più piccolo di tre fratelli e che è di origini miste. «Davvero? Tua madre è del Marocco e tuo padre di New York? Non ci posso credere... mai vista una cosa del genere, giuro...» ho sbottato incredulo, mentre lui rideva e lanciava la palla verso il quadrante del canestro. Eravamo nel campo fuori, lo stesso dove ci siamo incontrati la prima volta. «E che ti aspettavi?» ha domandato recuperando la palla.

«Beh, con tutto quello che sta capitando ultimamente non mi sarei mai aspettato che un mio amico fosse di sangue misto... che lavoro hai detto che fanno i tuoi?»

«Mia madre è un'assistente sociale, mentre il sommo padre è un procuratore distrettuale. Comunque...» si è fermato palleggiando rivolgendomi un sorrisino scettico: «...non mi dirai mica che adesso che sai le mie origini tu abbia paura di me, vero? Mica sono un'esponente dell'ISIS. L'unica cosa paragonabile ad una bomba che vorrei avere tra le mani è una delle tette di Emily Blownton. Ma hai visto che roba?» ha aggiunto lasciando da parte la palla, stringendo l'aria come se tra le mani avesse davvero il seno prosperoso della ragazza. Che tipo.

Sento la mano di Sam stringere di più la mia, mentre riusciamo finalmente a varcare le imponenti che danno sul giardina, ma anche qui la situazione non è proprio granché: ci sono un mucchio di ragazze e ragazzi che girano in costume da bagno; sotto ad un albero è stato posizionato il bar per gli alcolici, e a bordo piscina un altro DJ sta mandando musica a palla, ma essendo all'aperto il volume si disperde e si può parlare senza dover per forza gridare. È già qualcosa.

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