Sento qualcosa di terribilmente fastidioso emettere un suono assordante, e impreco come uno scaricatore di porto. Ma che ore sono? Siamo appena rientrate dalla festa in spiaggia, è impossibile che sia già mattina. Dalla parte di Kayla giunge un verso di lamento e, poco dopo, la luce si accende ferendomi agli occhi.
«Sam, sono le tre del mattino. Se è un altro dei tuoi scherzi idiota, giuro che ti rado le sopracciglia mentre dormi domani sera.» minaccia mentre io cerco di capire che diavolo sta succedendo. A mezzanotte siamo tornate a Fillowship House e ci siamo infilate subito a dormire, dato che oggi dobbiamo studiare come delle matte; soprattutto io che ultimamente fatico a stare dietro a Economia Aziendale, ma la colpa è tutta di quel lurido di Axel. Mi distrae troppo, e questo non giova alla mia media accreditativa.
Tento di farfugliare qualche risposta sensata, e cerco di combattere allo stesso tempo il sonno micidiale che mi sta facendo soccombere, ma la risposta non tarda ad arrivare. Dalle casse degli altoparlanti del dormitorio, che teoricamente serve per le emergenze, parte a tutto volume una delle miriadi e inconfondibili canzoni di Enrique Iglesias. Oddio, vi scongiuro sparatemi nei timpani. Rendetemi sorda per il resto della mia vita, ma Bailando alle tre del mattino è una tortura che nemmeno Dante Alighieri aveva preso in considerazione per inserirla nella Divina Commedia. L'ho sempre detto che gli italiani sono strane creature bizzarre, ma la pizza non è male. A meno che Marcus, il ragazzo del piccolo locale italiano dove io e Kayla andiamo spesso a mangiare, non sia un finto italiano. Qualcosa mi dice di sì... Ma che sto pensando? Concentrati Sam.
«Ragazze» esulta Max, entrando nella nostra stanza come un uragano nel momento esatto in cui farfuglio un "non c'entro". «Si dà il via al PP-Night.» e strillata anche questa parte passa alla camera successiva.
«Sam, ti prego, dimmi che hai voglia di ammazzarle tutte; perché questa volta ti aiuto anche io» piagnucola Kayla, mentre io cerco disperatamente un cuscino da schiacciare contro la mia testa e soffocare la voce del cantante ispanico.
«La prossima volta che c'è un'assemblea del dormitorio, voglio abolire sta merda e se qualcuna osa obbiettare giuro che le rapo tutte a zero.» borbotto cercando di farmi forza, e mi alzo per dirigermi lentamente verso l'uscita della stanza e poi giù, nel soggiorno comune. Davvero, qualcuno deve farmi santa per dover sopportare altre venti ragazze, con gli ormoni a palla che strillano peggio delle sedicenni ad un concerto dei One Direction. Immediatamente un brivido di orrore mi percorre la schiena e, mentalmente, inizio a pregare tutti i santi (San Francisco, San Diego, San Andreas, si questi insomma) affinché a nessuna venga la geniale idea di mettere su un CD di quei quattro.
Non appena io e Kayla finiamo di scendere le scale, ci dirigiamo verso il salotto cosparso di cuscini, patatine, dolciumi, peluche. Quel peluche che sembra un'enorme fallo dev'essere sicuramente di Emma, la ragazza che ha la stanza C08. La sua coinquilina è scappata dopo sole due settimane di convivenza, poi si lamentano di me. Mah, queste ragazze sono tutte in pigiama e pure svitate. Io sono un angelo. ...Più o meno.
Mi accascio come una morta su due cuscini e Kayla fa altrettanto poggiando la testa sulla mia spalla. Emette un sonoro sbadiglio e rimane in silenzio; tanto ci pensano già le altre ad emettere un odioso, fastidioso e zuccheroso chiacchiericcio su quanto sarà eccitante questo PP-Night. Ah sì, scusate. Vi starete chiedendo giustamente che cos'è questa cosa, e perché siamo tutte sveglie, in pigiama, alle tre di domenica mattina, ad ascoltare musica da discoteca? Aspetta, quando l'hanno messa questa merda? Oh cielo...
Comunque, il PP-Night non è altro che uno stupido e inutile pigiama party che alcune ragazze, anni e anni fa, hanno deciso di usare come tradizione qui a Fillowship House. Doveva essere qualcosa di improvviso, divertente e coinvolgente che riunisse tutte le ragazze del dormitorio affinché socializzassero e diventassero tutte amiche, ma negli anni credo si sia trasformato in una sorta di "Non rompermi i coglioni, che devo dormire perché ho degli esami da dare a fine mese porca troia.". Almeno, da parte mia è così. E anche di Kayla che ha richiuso gli occhi e sonnecchia sulla mia spalla. Mi stropiccio gli occhi e sbadiglio guardando fuori dalla finestra: è buio pesto. In questo momento vorrei essere un maschio giuro; loro di stronzate simili non ne fanno. I loro dormitori sono sempre così silenziosi... o almeno, se fanno cose simile sono implicate anche buona musica, birra e pizza.

STAI LEGGENDO
Stay Here
Literatura Feminina- Stay Here è il sequel di Hundred Kisses . . È passato un anno da quando Axel ha conosciuto Camille, un anno in cui si sono susseguite molte vicende e molti segreti sono venuti a galla. Tutti tranne uno: che cosa nasconde Axel? Il diciannovenne si...