29 - Sam

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Ci sono giorni in cui ti svegli e pensi che tutta la vita faccia schifo: vuoi solo stare sotto al piumone, con le coperte alzate fin sopra il naso e deprimerti. Poi ci sono giorni in cui la vita è meravigliosa e persino i cani ti sorridono, come sta facendo Bronx in questo momento. Il punto è che la giornata di oggi è un mix tra queste due varianti, e non riesco a capire perché sento questo strano senso di tristezza opprimermi il petto.

Sospiro per l'ennesima volta e mi ficco le mani nelle tasche dei jeans mentre osservo Camomilla che stritola con foga Axel. «Tornerete per Natale, vero?» richiede per l'ennesima volta e lui la rassicura. Bronx mi si avvicina e inizia ad annusarmi la gamba, al che abbasso lo sguardo e gli rivolgo un sorriso di mera felicità: ammetto che questo cane mi mancherà da morire. Insomma, non è da tutti i giorni incontrare un cane che capisce come ti senti e quello che dici. Mi sono chiesta più volte che diavolo di istruzione abbia avuto per essere così...

«Hai sentito Bronx? Ci rivedremo a Natale a quanto pare» lo informo e lui abbaia scodinzolando. I suoi occhi bicolore mi guardano intensamente e mi accovaccio per carezzargli l'enorme testone peloso. «Sono belli i tuoi sorrisi» mormora Evan. Alzo di scatto lo sguardo e lo trovo che mi guarda con curiosità. Ah, ha anche le guance lisce e morbide come il culetto di un bambino e dimostra decisamente meno anni in questa maniera.

Soffoco una risata ripensando alla partita di birra-pong a casa di Camille ieri sera, tenutasi rigorosamente a coppie. Ovviamente avrete intuito chi ha vinto. Mi schiarisco la voce alzandomi e gli rivolgo un sorriso sbilenco: «Era un complimento quello di poco fa signor Walker?» domando ironica e incrocio le braccia sul petto. Lui inarca un sopracciglio e inclina le labbra in un sorrisetto strafottente: «Una constatazione. Sorridi così solo a Bronx e ad Axel. Mi fa piacere, tutto qui» alle sue spalle Camille ridacchia per qualcosa e Axel le dà un buffetto sulla testa. Siamo in aeroporto, è venerdì sera e per le dieci e mezza dovremmo essere a San Francisco, dove ci aspetta la Chevrolet nel parcheggio sotterraneo dell'aeroporto. Mi sembrano passati anni da martedì mattina, e invece sono solo quattro giorni...

La giornata di ieri, nonostante sia iniziata nel peggiore dei modi, perché fidatevi che è schifosamente imbarazzante che la madre del vostro ragazzo entri in camera sua proprio mentre voi avete appena finito di fare sesso, è trascorsa decisamente in maniera rilassante. Per grazia divina la madre di Axel non ha fatto commenti, battute o insinuazioni strane e il pranzo è filato liscio come l'olio.

Se proprio devo essere sincera è stato il giorno del Ringraziamento più bello che io abbia mai festeggiato, ed è stato terribilmente strano quando Elinor ha insistito per farmi promettere che sarei tornata anche l'anno prossimo. E per le vacanze di Natale, di pasqua, il quattro luglio.... Qualcosa mi dice che è più eccitata lei della mia presenza nella vita di Axel come sua ragazza che lui stesso, ma sono solo punti di vista. Dopo un pranzo durato tre ore e mezza, in cui li cibo era squisito e il dolce era a base di cioccolato, i signori Brant sono andati dai loro vicini a portar loro una torta di mele e noi abbiamo concluso la serata nella piccola baia di Camomilla. Mi pare di aver capito che si chiama Marine Bay e devo ammettere che riccioli neri ha proprio un bel vedere. Casa sua è qualcosa di stupefacente, ma ho finto tutto il tempo di guardarla con sufficienza.

«Fa' come se fossi a casa tua. E non badare al disordine in salotto» mi ha accolto Camille una volta entrati in casa. Il soggiorno era cosparso di patatine, plaid e cuscini sparpagliati per terra insieme alle patatine, mentre in TV stava andando un programma di cucina. Qualcosa mi ha suggerito che lei ed Evan stavano facendo la lotta per il telecomando, tenuto rigorosamente in bocca da Bronx che fissava tutti con fare annoiato.

Ed ora eccoci qui. Oggi abbiamo rifatto le valigie e siamo rimasti con la famiglia di Axel. L'ho aiutato a sistemare alcune foto in camera sua; ho sfogliato i suoi album da disegno e abbiamo coperto la moto in garage. Mi ha promesso che in estate, quando torneremo, mi porterà a visitare tutte le isole del piccolo arcipelago di Newport.

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