Chapter sixty

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I giorni passavano ed io ero sempre più triste. Non riuscivo a godermi questa gravidanza come avrei voluto, per quanto Álvaro cercasse di distrarmi. Un pomeriggio mi disse che avevano fissato un colloquio con Karin, sperava di riuscire a chiarire. Io volevo accompagnarlo, ma lui non volle. Disse che nel mio stato dovevo evitare lo stress e che avrebbe risolto tutto lui. Cosí Álvaro si recò nella sede della casa discografica dove sarebbe avvenuto l'incontro. Karin era già lì. Lui la salutò freddamente, mentre lei lo guardava con occhi adoranti. Álvaro iniziò bruscamente - Allora, dimmi, perchè non voglio perdere tanto tempo dietro a questa cosa. Perchè ti sei inventata questa storia? Soldi? -
Lei fece un sorriso amareggiato e disse - Mi dispiace che la pensi cosí. Io aspetto un figlio, e ne sono felice, speravo che lo fossi anche tu-
Álvi alzò la voce - Come puoi pensare una cosa del genere? Sei pazza! Tra noi non c'è stato niente! -
- Ma io ti amo! Non capisci? Tutto quello che ho fatto l'ho fatto per stare con te! -
- Qui stiamo degenerando... Esco un attimo perchè potrei metterti le mani addosso e non è il caso.. -
Fuori Álvaro incontrò il suo manager, che gli disse che Karin aveva presentato degli esami inequivocabili. -Ma non può essere mio, io non ricordo nulla! - disse disperato, coprendosi il viso con le mani.
- Intanto arginiamo la cosa, teniamola buona, non deve parlare con la stampa- disse l'uomo.
Álvaro rientrò nella stanza e disse
- Ok Karin, mi sono calmato, scusa. Ma non mi aspettavo questa cosa. Io amo un'altra persona-
Karin, allora, disse rabbiosa -Quella sciaqquetta stupida! La devi lasciare! Non c'entra nulla con te! -
Álvaro a quel punto la spinse contro il muro e le disse -Bene, il nostro dialogo finisce qui, parlerai con i miei avvocati. E salterà fuori la verità-
Poi lasciò la stanza adirato, e ripartí per tornare da me. Mi trovò seduta fuori a guardare il mare. Mi venne incontrò e si accasciò sulle mie gambe, scoppiando a piangere. Non l'avevo mai visto cosí.
-Scusa, non ho risolto niente...non volevo andasse cosí... È tutta colpa mia-e pianse ancora più forte.
Io gli accarezzai i capelli, aveva il viso nascosto sul mio petto. Sembrava un bambino inconsolabile. Gli dissi che avremmo superato anche questa, in qualche modo. E rimanemmo lì, in silenzio. Tormentati da mille pensieri.

Non credevo nel destino - Fanfiction su Alvaro SolerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora