Alessia Vinci

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Ho sempre ritenuto che io ed Emma fossimo gli opposti. Io sono quella più introversa, estremamente timida e un po' anonima del quale, come è sempre stato, nessuno se ne interessa minimamente. Emma invece è estroversa e sempre di buonumore, bastano due minuti con un qualcuno di nuovo e già inizia a scherzarci tranquillamente.

Nella mia vita ho sempre invidiato persone come lei, piene di vita che sembrano di avere già una risposta a tutto.
Ma se c'è una cosa che non ho mai apprezzato molto di lei è il buttarsi a capofitto, dando completamente se stessa in ogni rapporto che sia in amore in amicizia.  Quando questi poi finiscono, andando contro alle sue aspettative, finisce che devo sempre, con molta fatica, ricostruire io i pezzi.

Posso sembrare un po' fredda, ma sono convinta che sia meglio non rivelarsi mai fino in fondo, è giusto mantenere quel velo di riservatezza in grado di tutelarci. Troppe  volte ho ricevuto pugnalate alle spalle e non ho più alcuna intenzione di rimanerci male.

Il capitolo relazioni per me è una cosa difficile da spiegare, ma posso garantire di non essere molto fortunata in questo settore. La verità è che non ho mai veramente vissuto l'amore, sembra una cosa folle, specialmente alla mia età, eppure è così.

Ma le mie sventure anche in questo campo non mancano comunque, state tranquilli.
Il primo lo posso collocare al mio primo anno delle scuole superiori, gasatissima per l'inizio di un nuovo percorso rincontro lui, mio vecchio compagno delle medie. Iniziamo una sorta di amicizia fino a che, in un giorno di inizio novembre mi dichiaro ed ricevo lei, l'unica e sola FRIENDZONE. Ha cercato di essere il più carino possibile nel farlo, ma l'imbarazzo era così grande che l'ho evitato come la peste per i corridoi fino alla fine della scuola. Una vergogna...
Il secondo invece è colui che mi ha sempre odiata fin dalle elementari, i motivi ancora oggi mi sono del tutto sconosciuti, alle fine delle scuole medie aveva già tentato l'approccio, ma io avevo la testa per un altro e quindi per me era invisibile. Arriva l'estate dei miei 15 anni dopo un periodo di insistenza da parte sua decido di cedere, sembrava gentile, simpatico, dolce, anche troppo per i miei gusti alle volte, però normale. Dov'è il problema allora? A pochi giorni dall'inizio della scuola scopro per mano stessa del signorino di essere la barzelletta di turno del suo gruppetto di amici, persone mai viste oltretutto. Mi sono sentita una vera merda e giustamente non ho più voluto averci a che fare anche se ogni tanto mi manda qualche messaggio su whatsapp. Io continuo ad ignorarlo, con la speranza che prima o poi capisca di lasciarmi in pace.

E poi infine, ma non per importanza, c'è LUI, cotta folle nata nel periodo della terza superiore quando lui era il mio compagno di banco. Attratta esteticamente anche se non era tutto questo ben di dio, ma per me era perfetto così anche se aveva qualche brufolo. Non era di certo il primo della classe in fatto di voti, amante delle serate in discoteca e non era sempre così simpatico (la mia migliore amica del tempo mi faceva osservare che non era poi così perfetto). Era uno di quelli che si faceva trasportare molto dagli altri, una bandierina si può dire. Ma io ero praticamente ipnotizzata da lui, dai suoi occhi verdi, dai suoi modi di fare, delle sue battute idiote e dal quel ciuffo castano chiaro che avrei voluto poter spettinare tante di quelle volte.
Parlavamo, scherzavamo e ogni tanto mi infastidiva, ma erano molte di più le volte in cui mi faceva ridere. Ero convinta di poter vedere in lui quel lato nascosto che trovavo proprio affascinante e che nessuno, eccetto me poteva notarlo. Passati gli anni mi sono costretta a non provare certi sentimenti per lui, ma senza riuscirci del tutto, sapevo che andargli dietro era sola una perdita di tempo visto che nemmeno lui sembrava mai notarmi abbastanza. Ci sono stata male, ma non potevo pretendere nulla.

Grazie ad un nostro compagno di classe, un tipo troppo forte, avevo appreso la notizia che tutti erano a conoscenza di ciò che provavo per lui o almeno lo immaginavano. Quando sono innamorata sono troppo ovvia, ma comunque mi sono sempre ostinata a negare, non avevo intenzione di fare una figuraccia e nella mia vita già di prese per i fondelli ne avevo già avute a sufficienza. All'ultima cena di classe però, ho preso il coraggio a due mani, probabilmente offerto dai troppi brindisi e gli ho chiesto di uscire un attimo nel giardino del ristorante. Immaginavo che sapesse già tutto anche lui, ma ci tenevo a confessarmi io stessa e quindi gli ho ammesso tutto quello che provavo per lui. La cosa assurda però è stata che per non dovermi sorbire l'ennesimo rifiuto, sono tornata velocemente dentro dagli altri, per quanto possibile fosse per le zeppe che indossavo.
Per tutta la serata abbiamo fatto finta di nulla entrambi, ogni tanto ci scambiavamo occhiate e io avevo espressamente chiesto alla mia amica di non lasciarmi mai un secondo sola, avevo bisogno di un sostegno psicologico. Dopo siamo andati tutti insieme a bere qualcosa, l'ultimo in bocca al lupo prima di iniziare gli esami che ci avrebbero divisi una volta fatti e io di questo non vedevo l'ora. Non ho vissuto bene gli anni delle superiori, mi sentivo sola, quasi emarginata, e poi cercavo di evitare ogni possibile delusione specialmente quella scolastica, quella personale già l'avevo.

L'amore esiste, ma è complicato. (Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora