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GIOVANNI
Quindi cosa penso di fare?
Faccio così pietà? Ad una come Gaia?
Cazzo, sono venuto in questa festa per sbronzarmi e farmi qualcuna invece sono seduto su una panchina a quanto la mia vita faccia pietà.
Ho così sonno e l'alcool ingerito sta facendo il suo doppio effetto, il dolore alla testa. Mi sdraio sulla panchina e chiudo gli occhi, cercando di dormire.
Una voce così soave e dolce chiama il mio nome.
"Giovi, Giovi!" Solo lei mi chiama così.
"Oh, che è successo?" Si sta preoccupando di me?
Inizio a muovermi un po', dando l'impressione di essere vivo. Si siede accanto a me, prende il mio viso e l'appoggia sulla sua coscia, accarezzandomi i capelli. Tengo ancora gli occhi chiusi ma vorrei aprirli per concentrarmi sulla bellezza in cui appoggio la testa..ogni ragazzo desiderasse questo.
Restiamo per molto tempo accasciati su questa panchina, lei si è addormentata vicino a me e ci stiamo beatamente riposando.
"Ma che sono cariniii." Sento la voce squillante di Alessia.
"Forza piccioncini, sono le tre e domani c'è scuola!" Esclama Alessandro battendo le mani.
Mi alzai di scatto, nello stesso momento si alza anche lei, ci guardiamo negli occhi e ci allontaniamo subito.
Entriamo in macchina ed un silenzio imbarazzante cala in tutta la macchina, Alessia è crollata e sta per crollare anche Gaia, la macchina trasmette molta sonnolenza.
Lei cade e si poggia sul mio petto, le accarezzo i capelli e le guance, come lei aveva fatto poco prima con me. È una bellissima sensazione, noto che ad ogni mio tocco sulla sua pelle sento essa irrigidirsi. Sarà magari per il freddo?
La stringo ancor di più a me fin quando non arriviamo a destinazione.
"Ehi Gaiuccia, sveglia." Le dico all'orecchio.
Si stiracchia un po'.
"Aaah emmh si, arrivo mamma." Dice a bassa voce. È seria? HAHAHAHA.
"Giovà accompagnala!" Dice ad alta voce Alessandro dal sedile anteriore.
"Non può farlo Luca?" Imploro, loro sanno che ci odiamo.
"Giovanniii sono le tre sbrigati a scendere sennò faccio scendere a tutti e vado a casa, domani c'è scuola!" Alessandro è su tutte le furie, è meglio scendere. Tanto non saprà niente domani.
La stringo a me e ci avviamo verso l'entrata di casa sua.
"Dai Gaiù, prendi le chiavi." Dico Con calma.
Lei annuisce ed esce dalla borsa un mazzo di chiavi, prende una di queste in mano ma non sa dov'è la serratura.
"Puoi farlo tu?" Implorando dice.
Prendo dalle sue mani la chiave, sfiorandole i polpastrelli. Lei a quel gesto sorride.
Apro la porta ed accendo la luce, sono stata molte volte a casa sua quindi so già com'è composta.
"Emh notte." Dice con imbarazzo, chiudendo con prudenza la porta.

Esco da casa sua con un sorriso da ebete in volto, come mai sono così felice?






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