Capitolo 24

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"Non so se ridere o compatirti, Hic!", disse l'amico per poi scoppiare in una risatina malefica.

"Sta zitto Frost... ti pare che l'abbia fatto apposta? È solo che quando vedo certe cose..."

Sospirò pesantemente.

"Fare l'omofobo all'appuntamento con la ragazza con la quale hai aspettato di uscire dalle elementari non è stata una bella idea amico."

Saltò giù agilmente dal muretto del cortile della scuola.

"Disse quello che le ha parlato due volte in cinque anni."

"Con lei è molto più difficile..."

"Oh si, dato che è una stronza di prim'ordine."

"Ehi!"

Gli puntò il dito indice contro.

"Non parlare così. Sono sicuro del contrario."

"D'accordo signor 'ungiornoElsaSnowsaràmia' ", disse mimando le virgolette con le mani ai lati della testa.

"E un giorno lo sarà!"

Proprio in quel momento passarono svelte e allo stesso passo due ragazze.

"Ciao Jack!"

"Ciao a voi!", rispose lui sorridendo.

Ed ecco Jack Frost.

Sicuro di sé, sbruffone e inguaribile rubacuori, sempre abituato ad avere tutto quello che desidera.

Compresa l'attenzione delle ragazze a scuola, se non fosse che l'unica che abbia davvero meritato la sua considerazione, non l'abbia mai veramente notato.

Elsa si è sempre rivelata una conquista difficile, se non impossibile.

L'unica ragazza per cui abbia perso la testa.

"Sei troppo positivo a volte, e questa è una di quelle."

"Naaah mi offendi così. Indovina? Oggi ho intenzione di invitarla al cinema. Insomma, dovrò pur incominciare da qualche parte..."

"Già, cadrà ai tuoi piedi..."

"Scommetti? Se accetterà di uscire con me sarai il primo a saperlo!"

"Oh non vedo l'ora di ricevere notizie ", commentò ironicamente Hiccup.

Sentirono la campanella di fine intervallo e si diressero insieme all'interno della struttura scolastica.

Non appena varcata la soglia, Jack vide la gioia dei suoi occhi al suo armadietto mentre ritirava dei libri che teneva con un braccio.

Ad un certo punto, uno di essi cadde e il ragazzo colse al balzo l'occasione.

Lasciò solo Hiccup e si avvicinò velocemente alla biondo platino che prima che potesse raccogliere il libro, esso si trovava già in mano a lui.

"Dev'esserti caduto!"

Elsa lo guardò di sfuggita, abbassando subito lo sguardo sull'oggetto in questione.

"Uhm... sì, infatti... grazie."

"Figurati! Ti serve una mano?"

"No, no... faccio da sola."

"Oh, okay, allora io... vado. Sì, ehm, meglio che vada."

No stupido, ce la devi fare, sei qui per un motivo, dannazione.

"Senti...", disse girandosi nuovamente verso la ragazza.

"Tu che fai que-questo sabato?", chiese imbarazzato con una mani tra i capelli e un sorriso da ebete.

Notò un leggero colorito roseo si sparse sulle guance di Elsa.

L'Amore non si PianificaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora