15. Tempo

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Martina

Mi stringe forte al suo petto.
Sorrido.

Mi è mancato.
Mi è mancato davvero.
Adesso che è qui accanto a me me ne accorgo di più.

Volevo organizzare qualcosa di romantico e alla fine mi sono ricordata di questo posto.
È il vecchio parcheggio di una casa abbandonata poco lontano.
Da su uno strapiombo da cui si vede tutta la città.
Ci andavo da bambina, con mio nonno.
E ho pensato che era il mio turno di mostrargli il mio posto speciale.

Mia mamma ovviamente crede che sia a casa di amiche.

Ci sediamo in una panchina un po' mal messa qui vicino.
Mi mette un braccio intorno alle spalle e mi appoggio al suo petto.
La testa nell'incavo del suo collo.
Sento il suo profumo.
È così buono...
Non lo sentivo da tanto tempo.

"Come sono andate le vacanze sulla neve?" chiedo.

Sento i suoi muscoli irrigidirsi.

"Tutto regolare. Neve, scii, cene con i miei, centri commerciali..." dice guardando davanti a se.
"Discoteca all'aperto!" aggiungo.

Lui mi guarda con gli occhi spalancati.

"Che c'è! Ho fatto un paio di ricerche..." rido "Tranquillo puoi benissimo uscire quanto vuoi...Anzi preferisco che tu mi dica la verità su quello che fai, anche se è una cosa brutta...Se c'è qualcosa che non perdono, sono le bugie dette tra fidanzati..."
Lui mi guarda ancora.

Forse non avrei dovuto usare il termine "fidanzati".

Forse l'ho messo in imbarazzo.
Forse sembro troppo avventata.
Lui stringe i denti e mi bacia sulla fronte.

"Tranquilla..." mi dice "...non ti mentirei mai..."
Sorrido.

Alzo gli occhi baciandolo velocemente sulle labbra.
Mi volto tornando a guardare il panorama.

"Venivo sempre qui...adoravo questo posto. Ci giocavo, ci sono quasi cresciuta..." gli spiego.

Non risponde.
Si starà chiedendo perché allora l'ho portato qui.
Per giocare?
No.

"Ora da grande...vengo qui a pensare...a riflettere..." mi volto verso di lui che mi guarda alla mia destra.

"Non possiamo continuare così, devo avere paura anche di sorriderti in pubblico..." dico guardandolo negli occhi.
I suoi occhi sono strani.
Sono diversi.
Più tristi.
Più confusi.
"Capisco che tu possa avere paura che i tuoi amici ti prendano in giro e tutto ma...io voglio stare con te sempre. Non solo quando cala il sole o quando i miei non sono a casa o in questi posti isolati. Sempre. All'intervallo, voglio uscire con te il pomeriggio, prendere un aperitivo in centro insieme...forse mi prenderai per una bambina ma...è questo che voglio raggiungere..." dico.
Lui mi guarda ancora con quegli occhi.
Poi sorride e mi abbraccia.

"Devi solo avere pazienza...non è il momento giusto questo...credimi...ma presto usciremo allo scoperto. Non sai quanto anche a me piacerebbe baciare queste labbra davanti a tutti..." mi risponde sussurrandolo tra i miei capelli.
Continuo a non capire.

Forse ha ragione.
O forse non è ancora sicuro di noi.
Non lo so.
Ma se così fosse voglio godermi tutti i momenti che ci restano e convincerlo che noi dopo tutto ne valiamo la pena.

-

I mesi volano e San Valentino è sempre più vicino.
Ho pensato e ripensato al perché delle sue parole ma non fa che tormentarmi il pensiero che sia solo un modo delicato per rompere con me.

Parte.
Non si fa sentire per giorni.
Torna e dice che non vuole che qualcuno sappia di noi.
Dice che ci vuole tempo.
Tempo...
Odio le questioni di tempo.

Aftertaste || InspiredDove le storie prendono vita. Scoprilo ora