10. Ho bisogno di te

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Andrea

L'ora di filosofia non è mai stata così noiosa.
Eppure è una delle mie materie preferite...beh preferite è un parolone...diciamo che non mi fa venire voglia di suicidarmi...
Ma oggi non sopporto nulla.

Un fallimento.
Tutto quello che ho fatto nelle ultime settimane è stato un vero fallimento.
Ho fallito al ballo.
Ho fallito ieri mattina.
Penso anche di aver definitivamente fallito con lei...
Non dovrei pensarci...
In fondo è il mio ultimo anno qui e lei ci resterà per molti altri.
È una ragazzina.
Una bambina testarda.
Che dovrei farci?
Divertirmi un po' e poi lasciarla?
Potrei...ma non lo faccio.

Non lo faccio perché quella bambina testarda sta trasformando anche me.
Non vedo più le altre ragazze come le vedevo prima.
Non vedo più ogni occasione buona per divertirmi con loro.
In realtà...non le vedo in nessun contesto...
Vedo solo lei.

"Guglielmi..." mi richiama con calma la mia insegnante "...So che i suoi voti potrebbero concederle il lusso di distrarsi durante le mie lezioni...ma dato che quest'anno siamo di esami...direi che un pó di attenzione in più non può farti male..."
Accenno un sorriso di scuse.
È l'unica che non mi da sui nervi quando mi rimprovera.

Mi sforzo di non pensare a Martina e scopro l'argomento che la Merino sta spiegando da curca mezz'ora.
Romanticismo filosofico.
Emozionante.
Inizia a leggere un passo di Kant da Sopra il detto comune.

"Nessuno mi può costringere ad essere felice a suo modo, ma ognuno può ricercare la sua felicità per la via che a lui sembra buona..."

Lei. Lei mi rende felice.

"...purché non rechi pregiudizio alla libertà degli altri di tendere allo stesso scopo..."

Mia. Lei è solo mia.

"...in guisa che la sua libertà possa coesistere con la libertà di ogni altro secondo una possibile legge universale."

Tutti dovrebbero essere felici come lo sono io.
Certo...
Lei è la mia felicità.
E non mi importa per quanto tempo.
Finché dura lascerò che migliori le mie giornate.
Non mi importa se dovrò rincorrerla ovunque, né per quanto tempo.
Sarà un'avventura.
Non serve che i miei amici lo sappiano.
Non mi serve la loro approvazione.
Non serve che distruggiamo la sua amicizia.
Bastiamo solo noi.
Noi due e basta!

"Andrea!"
Alzo gli occhi.
Il mio vicepreside è entrato in classe.
Non mi sembra nemmeno di averlo sentito bussare.
"Puoi uscire un secondo?" mi chiede.
Annuisco e lo seguo fuori dall'aula.

"Ascolta...oggi pomeriggio alle 6 c'è una conferenza stampa nella nostra aula magna e mi serve il maggior numero possibile di volontari per aiutarmi a sistemare..." mi spiega.

Volontari?
Aiutarmi?
Non credo che ci sia nessun volontario ad aiutare lui.
Al massimo saranno persone costrette ad aiutare i bidelli.
Alzo un sopracciglio.
"Ho già reclutato un paio di ragazzetti con tanto spirito per la propria scuola...e mi serve qualcun'altro..."

Lo sapevo...

"Professore..." inizio.
"Qualcuno che so...ha bisogno di punti di credito.." mi interrompe.
Touche.
Sbuffo.

"Grazie mille per il contributo volontario signor Guglielmi." mi sorride e si allontana.
"Fanculo..." sussurro a me stesso con lo stesso sorriso.
"Anche a lei, carissimo!" Lo sento esclamare prima di girare l'angolo.
Ops..
-
Sono le 5.
Arrivo a scuola e vedo dei ragazzi avviarsi all'aula magna con delle scope in mano.
Li seguo.
Vedo un mio compagno di classe che mi saluta velocemente.
Ricambio il saluto e appena entro nella grande aula vedo, con mia sorpresa, il mio vicepreside.

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