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Emma canta con intensità diverse ogni sera. Sono seduta accanto a macia ma ho la testa altrove. Lele non esce di casa e neanche ci siamo visti oggi. Non capisco perché continua a non volersi far aiutare. Potrei dargli una mano ad uscire a questa crisi che si porta dentro. Vorrei ma non me lo permette. Sono la sua fidanzata ma è come se non lo fossi. Mi tiene indietro da questi problemi.
«vuoi ancora restare con questo broncio perché non vai da lui?» mi chiede Gabriele una volta finito lo spettacolo.
«perche non mi vuole vedere »
«ci hai provato ad andare a pomigliano?» scuoto la testa.
«gabri, Lele è in crisi con se stesso. Alla fine non lo sa neanche lui che cosa gli prende. Mi tiene a distanza. Lo cerco e lui risponde dopo ore. Che devo fare?»
«vai da lui no?»
«non lo so. Non credo che andando a casa sua possa risolvere molto. Ci sono i suoi genitori e io non voglio disturbare»
«ma magari ha bisogno di una spinta.»
«dice che ci sono dei cambiamenti che avvengono solo se noi lo vogliamo. Eppure lui non fa lo stesso. È sempre lì fermo »
«dagli tempo Elo. Magari ha bisogno di questo. Di stare solo. Di avere un po' di pace. »
«devo aspettare che lui capisca determinate cose. A me chi ci pensa gabbo»
«io. » scoppio a ridere e lui mi abbraccia.
«andra bene. Sono sicuro»
«ovunque sia io con lui, lui con me»
«bravissima. Ne uscirete anche da qui mhm. Ti ama tanto»
«lo so. Ma io ho paura di perderlo»
«immagino Elo. So quanto ci tieni a lui e quanto lui ci tenga a te. Ma sono sicuro che nessuno si perderà. »
«lo spero gabbo»
«beh che vogliamo fare qui. Piangere ancora» dice Emma con tono di rimprovero.
«no no»
«ecco. Su andrà tutto bene sono sicura che Lele capirà e tornerà in lui. Ora andiamo in macchina che dobbiamo tornare a Roma »
«d'accordo!» rispondo. Lei mi stringe la mano e sorrido.

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