Capitolo 1 "La partenza"

2.5K 117 48
                                    


Sono nell'ufficio del preside, questa è la quarta volta in questa settimana.

-Signorina mi sta ascoltando?-

-Ah...Certo, la sto ascoltando.- dico mentendo. In realtà sto pensando al mio fidanzato.

L'ho visto baciarsi con un'altra.

-Comunque io la espello dalla scuola, mi sono scocciato di averla ogni giorno nel mio ufficio. Lei è l'unica alunna di questa scuola che conosce il mio ufficio.-

-Quindi mi sta cacciando dalla scuola non perché ho rotto il rubinetto e mandato a fanculo il prof di storia, ma perché ha paura che io racconti in giro che il suo ufficio puzza di muffa?-

-Signorina come si permette di parlarmi così? Esca e saluti i suoi compagni, perché domani lei non metterà piede in questa scuola.-

-Non si preoccupi, non c'è bisogno che io vada a salutare i miei amici, perché non mi importa niente di loro!-

-Okay, allora esca dal mio ufficio e non si faccia vedere in giro a fare altri guai!-

Esco dal suo ufficio e mi dirigo verso casa.

Ora cosa dico ai miei genitori?

Di sicuro non mi faranno uscire da casa per almeno due settimane.

Dopo circa dieci minuti arrivo a casa.

-Mamma sono tornata!- dico urlando.

-Come mai così presto?- dice venendo verso di me.

-Perché quello stronzo del preside con il parrucchino mi ha espulso dalla scuola.- Dico arrabbiandomi ancora di più.

-Cosa? Victoria ti rendi conto che figuraccia che mi farai fare? Te ne rendi conto?- dice urlando.

-No! Non me ne rendo conto. Perché non interessa di cosa dicono le tue amiche di me.- Dico anche io urlando.

-Signorina, ne riparliamo quando arriverà tuo padre. Adesso vai in camera tua!-

                                 ***
Sono le 16:30 del pomeriggio e sento la porta di casa aprirsi. Sicuramente sarà mio padre.

-Victoria scendi c'è tuo padre.- Urla mia madre dal piano di sotto.

Scendo e mio padre dice:

-Questa volta cosa è successo?-

-È stata espulsa dalla scuola- dice mia mamma.

-Cosa? E ora?-

-Sai già cosa fare.-dice mia mamma, per poi andare in cucina.

-Cosa farai?- chiedo a mio padre.

-Victoria, mi dispiace, ma non ho altra scelta.-

-Papà arriva subito al punto.-

-Da domani in poi non abiterai più con noi. Andrai a vivere a Los Angeles.

-Questo sarebbe abbandono di minori!-

-Per una buona volta ragazzina, stai zitta!-dice mia mamma tornando dalla cucina.

-No! Io non posso abbandonare questa città! Come farò con il mio fidanzato.-

-Lo lascerai, tanto nemmeno mi piace quel ragazzo.-

-Papà, ti prego. Io non posso andare via da qui.-

-Certo che puoi, adesso vai a fare le valigie!- dice mia mamma.

Senza dire niente vado su e preparo le valigie.

                               ***

Oggi è il grande giorno.
Il giorno piú schifoso della mia vita, il giorno in cui devo dire addio, alla città in cui sono cresciuta.

La sveglia sta suonando.

-Questa sveglia ha rotto,cazzo.- dico buttando giù dal comodino la sveglia e fortunatamente smette di suonare.

Mi alzo dal letto, vado in bagno e faccio una doccia veloce.
Metto l'intimo e indosso un paio di jeans neri strappati sul ginocchio, una maglietta bordeaux e un paio di stivaletti.

Scendo giù, mangio un cornetto con la nutella e prendo un caffè.
Salgo su e lavo i denti.

-Victoria sei pronta?-dice mia mamma.

-Sì, ora scendo.-

Prendo il cellulare per mandare un messaggio al mio fidanzato, ma lui mi precede.

-Victoria, mi dispiace, ma mi sono innamorato di un'altra ragazza.-

-Vai a fanculo tu e la tua ochetta.-

Prendo le valige, le porto fuori dalla mia stanza e chiudo la porta.

Trasporto con fatica, le mie valige, giù dalle scale.

Scendo e mio padre mi viene contro, aiutandomi con le valige.

-Victoria queste sono le chiavi della tua nuova casa, sei contenta?- Dice mia mamma.

-Oh... Certo, mi state abbandonando e io dovrei essere contenta?-

-Signorina non ti stiamo abbandonando, ti stiamo dando una lezione, visto che tu combini solo guai, ora andrai a Los Angeles. Vedremo come te la caverai senza di noi e adesso sta zitta e vai in macchina!-

-Ma fottetevi tutti!-dico abbassa voce ma mi sente lo stesso.

-Ripeti cosa hai detto.-

-Ho detto vai a farti FOTTERE.-dico urlando l' ultima parola.

-Mi pento di essere tua mamma!-

-Io mi pento di essere tua figlia!-

-Ora basta e sali in macchina!-

Salgo in macchina e durante il tragitto mi addormento.

Sento scuotermi la spalla.

-Victoria, siamo arrivati all'aeroporto, perderai l'aereo se non ti svegli.-dice mia mamma.

Mi alzo senza dire niente, saluto i miei ed entro nell'aeroporto.

Dopo quasi un'ora, ad aspettare, arriva il momento di partire.

                                ***

Sono appena arrivata a Los Angeles, qui avrò una nuova vita, speriamo che qui almeno avrò degli amici.

Prendo un taxi e vado verso l'indirizzo, che mi hanno dato i miei.

Arrivo.

Oh mio dio ma questa non è una casa è una villa!

Fuori ha un prato verde e dietro alla casa c'è una piscina grandissima con uno scivolo, un trampolino e delle sedie a sdraio.

Entro in casa e davanti ai miei occhi mi ritrovo un salotto grandissimo, a destra una cucina, al centro ci sono le scale che portano alle camere.
Ci sono quattro camere da letto con un bagno ciascuno, un letto matrimoniale e un balcone che si affaccia sulla strada.

Esco dalla mia camera e vado al terzo piano dove trovo una sala cinema e una terrazza.

Da qui si vede quasi tutta Los Angeles.

Vado in camera e incomincio a disfare le valigie.

Dopo un po' finisco e decido di farmi una doccia.

Finito mi vesto e metto un top, un paio di jeans a vita alta e le mie superstar.

Scendo e decido di uscire a fare un giro con lo skate.

Between Love and Hate •Cameron Dallas• <<completo>>Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora