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8 anni prima..

" Hey piccola " mi senti dire da una voce alle spalle.
Mi girai scocciata, era Ronald veniva esattamente verso di me, mi raggelai quando guardandomi intorno notai che ero  sola nel cortile, erano già tutti entrati nel edificio scolastico.
Ripresi a camminare facendo finta di nulla, ma fu inutile perché con poche falcate mi raggiunse e quando mi sentì afferrare per un polso e strattonare al indietro mi dovetti fermare.
Ancora qualche metro e sarei entrata a scuola, al sicuro dalle sue attenzioni indesiderate.
Mi strinse il polso provocandomi un forte dolore cercai di strattonarlo per liberarmi ma fu inutile, mi prese il mento tra le dita e lo alzo verso di lui, cercai di allontanami senza alcun successo.
" sai.. più fai la preziosa più mi spingi a continuare " disse spingendomi verso il muretto alle mie spalle. Mi aveva messo in trappola, e stavolta non avevo proprio idea di come scappare.
Ogni volta che era fatto o ubriaco in un modo o nell' altro veniva ad importunarmi, a quanto pare ero diventata il suo punto fisso.
Non poteva sopportare il mio rifiuto nei suoi confronti.
" lasciami ! " gli urlai contro.
Lui mi guardò con un sorriso beffardo, mi bació il collo lasciandomelo umido. Rabbrividì a quel contatto talmente ripugnante.
" tanto lo sappiamo che sotto sotto non sei tanto santarellina come vuoi dare a vedere" in quel momento avrei voluto tirargli uno schiaffo se solo non avessi avuto paura delle conseguenze.
Avvicinò il viso al mio; era ad un centimetro dalle mie labbra, questa era la volta buona che ci riusciva. Chiusi gli occhi schifata, ora mai era inevitabile.
Non riuscì nemmeno a sfiorarmi che non lo sentì più su di me. Riaprì gli occhi di scatto quando sentì un tonfo. Cam lo aveva buttato a terra e con forza gli teneva il colletto della felpa tirandogli pugni in pieno viso, era arrabbiato e quando lo era faceva paura persino a me.
" quante cazzo di volte ti devo pestare !?" Gli urlo contro incazzato, continuando a tirargli pugni, Ronald era terrorizzato in un ammasso di lividi. poi continuo
" questa proprio non mela dovevi fare!" Cam era in riconoscibile quando era arrabbiato, forse era perché io conoscevo solo la sua parte dolce.
Luke si avvicinò cercando di farlo smettere prima che lo ammazzasse.
" Hey amico, così lo ammazzi " gli disse il biondo fermandolo. Gli ci volle qualche minuto prima di convincersi a lasciarlo, dopo averlo fatto sbattere sul asfalto si rialzò.
Si girò verso di me, mi prese per un braccio e mi portò via da lì, senza fiatare lo segui.
Appena fummo abbastanza lontani finalmente si giro a guardarmi. Appena i suoi occhi si posarono sul mio viso la sua espressione cambio, diventando da furioso a preoccupato.
Si fermò all'istante, e di getto mi trascinò in un abbracciò. Lasciò ricadere un sospiro angosciato e seppellì il volto tra i miei capelli.
" cazzo tes ! Non ti posso lasciare sola nemmeno un secondo" Disse guardandomi con rimprovero.
Ora se la prendeva con me ?
" Cam non è stata colpa mia" dissi guardandolo dispiaciuta negli occhi, ero spaventata e triste per l'ennesimo accaduto di quel genere, avevo paura fosse davvero colpa mia, nella maggior parte delle risse che era costretto a fare centravo io.
" non guardarmi con quegli occhi tes.... che giuro mi verrebbe voglia di tornare indietro e ammazzarlo seriamente "
Lo abbracciai stretta appoggiando la testa nell'incavo del suo collo, lasciandoci su un bacio. Non volevo addossargli sempre tutti i miei problemi ma era inevitabile dato il nostro legame.

" ora mai siamo in ritardo.. Entriamo alla seconda ora ?" Disse con voce tornata finalmente calma.
Annui staccandomi da lui.

Casa mia non era tanto lontana da lì, ed infatti ci bastano solo 3 minuti per arrivarci.
Quando arrivammo notai che mia madre come al solito non era in casa, così senza problemi entrammo e salimmo in camera mia.
Cam si sdraiò sul letto e io gli andai vicino con un panno bagnato. Aveva tutte le nocche sporche di sangue, non si capiva bene se suo o di Ronald.
Senza fiatare iniziai a pulirgliele lui mi guardò attentamente per tutto il tempo, immerso nei suoi pensieri, quando ebbi finito Cam mi strinse stretta a se facendomi appoggiare il viso sul suo petto.
" tes davvero, io non ci vedo quando qualcuno ti si avvicina, mi dispiace averti spaventata" alzai il viso dal suo petto e lo guardai negli occhi, era dispiaciuto, pensava davvero che lo avrei giudicato vedendo la parte buia di lui, ma io amavo anche quella parte.. a differenza di altri conoscevo tutte le sue sfaccettature e irrimediabilmente amavo anche quelle.
" grazie Cam. Grazie di prenderti sempre cura di me " gli baciai uno zigomo, poi scesi sulla mascella, guardai le sue labbra perfette ma mi fermai, sdraiandomi di fianco a lui.
Dovevo dirgli ciò che provavo per lui. Ora mai il sentimento che provavo era talmente forte che pensavo mi avrebbe fatta impazzire.
Era la mia cura ma allo stesso tempo la mia malattia.

il cielo guarda te Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora