Capitolo 3

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3.


Dal libro delle Reminiscenze

L'addio di Hevos a Hyo


Hyo partorì una bimba dai chiari capelli e gli occhi dorati, retaggio di entrambi i genitori.

Baciando la figlia sulla fronte, il dio-lupo disse orgoglioso: "Porterai con te la mia eredità, mio amore prediletto. Con te vivono le mie speranze e i miei sogni, poiché il mio tempo qui è ormai giunto al termine, e sarai tu a godere le gioie di questo mondo mortale al posto mio."

Ormai pronta a quanto la aspettava – da mesi, Hevos l'aveva preparata per quella separazione definitiva quanto inevitabile – , Hyo si strinse un momento al dio per quell'ultimo saluto.

"Questa è davvero l'ultima volta che ti vedrò, vero?"

"Sì, mia amata Hyo, almeno in questa forma. Non mi è più concesso prendere forma umana in questo mondo, ormai, ma sappi che io sarò in te, così come in lei" le sorrise il dio, prima di riconsegnarle la figlia e aggiungere: "Non sarete mai sole, comunque, e i lupi vi saranno amici e compagni."

"Non so se sarò capace di fare tutto da sola. E se non fossi in grado di scegliere per il meglio per entrambe?" gli domandò Hyo, stringendo a sé la figlia e guardando spaventata il volto immortale e triste di Hevos.

Cominciando ad avvertire prepotente la stanchezza, il dio si piegò su un ginocchio, sfiorando la candida neve che ricopriva il prato rinsecchito dinanzi la sua casa tra i monti.

Ansante e ormai stremato, Hevos mormorò alla compagna: "Ciò che porti con te, ti guiderà nella scelta. Hai il dono di poter comprendere a chi concedere il tuo amore, ma presta attenzione, mia adorata! Molti cercheranno di dirti cosa fare, poiché sei donna. Io voglio per te un futuro diverso dalla semplice e cieca obbedienza per cui, anche se i tuoi occhi ti diranno diversamente, basati sempre sul tuo istinto, perché esso ti guiderà nella giusta direzione."

"Sì, lo farò" annuì alla fine lei, baciando la figlia sui capelli prima di sorridere più fiduciosa a Hevos.

Inginocchiatasi dinanzi a lui, sfiorò le sue labbra ormai fredde con un casto bacio e aggiunse con coraggio: "Insegnerò a nostra figlia quanto l'hai desiderata e amata. Saprà sempre quanto suo padre sia stato buono e amorevole con entrambe noi."

Carezzandole il viso con il dorso della mano, Hevos allora sorrise, nonostante sentisse le membra ormai prossime a cedere al peso del mondo umano che andava rifiutandolo.

"I tuoi splendidi occhi, che ho voluto per te così simili ai miei, saranno il nostro legame. Da essi, capirò che c'è il tuo sangue nelle figlie e nei figli che verranno dalla tua stirpe... e dalla mia."

Hyo annuì e sussurrò: "Proteggerò i miei figli e le mie figlie con l'aiuto della forza che mi hai dato, e con il coraggio che il tuo amore ha forgiato in me."

Annuendo, il giovane dio la lasciò dunque nel mondo degli uomini, ben sapendo di non poter indugiare oltre e, con un sospiro, tornò alla sua casa immortale per non uscirne più in forma umana.

***

Ritta e fiera sulla sella del suo baio, Eikhe era pronta per partire.

Il Marchio di Hevos - Cronache di Enerios Vol. 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora