Capitolo 7

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7.


Intenta a cucire la pelle di bufalo sulla tunica di Aken, Eikhe osservò per un momento il principe, placidamente sdraiato di fronte al fuoco di torba.

Poggiato per un momento l'indumento sulle gambe, gli chiese: "Cosa ti turba, principe?"

Lui sollevò di colpo gli occhi per guardarla dubbioso poi, sospirando, sorrise appena e mormorò: "Nulla, in realtà. Pensavo al Valico di Kortoss, e alla strada che dovremo percorrere domani per raggiungerlo. Sei certa non ci siano altre vie?"

Scuotendo il capo, lei si fece torva in viso.

"No, è l'unica strada che ci possa portare al valico. E, da lì, verso la via della salvezza."

"Non ci sono altri modi per ritornare sui nostri passi?" si informò a quel punto Aken, pur sapendo già la sua risposta.

"No. Ci sono quasi trecento piedi di parete a strapiombo, tra noi e il Sentiero del Silenzio" gli spiegò lei, emettendo un sospiro spiacente. "Non mi sentirei neppure di ripercorrere a ritroso il Sentiero delle Rapide, visto che Nargan potrebbe attenderci al varco. Non è detto che abbia desistito dal trovarci."

"Nonostante la frana che ci ha bloccato il passaggio, Nargan potrebbe inviare un cacciatore a piedi per tentare di trovarci..." assentì demoralizzato Aken.

Non ci aveva realmente sperato, però...

"Sì. Purtroppo non riusciremmo a evitare il sentiero neppure volendo. Il lato nord è più semplice da percorrere grazie al Sentiero delle Rapide ma, se volessimo evitarlo, dovremmo arrampicarci e costeggiare il percorso. Cosa impossibile, senza attrezzatura" mormorò spiacente Eikhe, prima di notare l'aria contrita del principe. "Cosa c'è?"

"Mi spiace di esserti d'impaccio. Se fossi stato più oculato, non ci troveremmo in questa situazione" dichiarò suo malgrado Aken, sorprendendola.

Lasciando stare il suo lavoro di cucito, Eikhe gli si avvicinò carponi e, guardatolo nei profondi occhi verdi, disse sinceramente: "Non dirlo neppure, Aken. Non mi sei d'impaccio. Tu non avevi un lupo che potesse pensare al tuo bagaglio, né potevi immaginare che saremmo stati attaccati. E' stata solo sfortuna. O qualcosa di peggio, temo. Ma questo non cambia il risultato finale."

"Tu, però, mi hai dovuto salvare quando, invece, avrei dovuto essere io a pensare a te!" esclamò lui, facendola sobbalzare per la sorpresa.

"E questo, quando lo hai deciso?" esalò la ragazza, più che mai sconvolta.

"E' normale che sia così!" sbuffò Aken, contrariato. "Sono il tuo principe!"

Lei sorrise con vago divertimento, a quel punto e, sedendogli vicina, ammise: "Nessuno ha mai pensato alla mia personale incolumità. Mai. E' un gesto molto cavalleresco, grazie, ma non devi preoccuparti che non sia capace di difendermi."

"Non lo penso, ragazzina, ma è mio dovere proteggerti. Sei un suddito del mio regno, una donna..." brontolò, sollevandole il mento per scrutarla in viso prima di aggiungere roco: "... poco più di una bambina, e devi guidarmi per territori selvaggi e pericolosi. Pensi davvero che non ti difenderei, anche solo per ringraziarti di quello che fai?"

La ragazza-lupo lo fissò senza parole nelle sue profondità smeraldine e Aken, sorridendole, aggiunse piano: "Non sono solo un rozzo cavaliere delle pianure, Eikhe."

Il Marchio di Hevos - Cronache di Enerios Vol. 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora