Capitolo 10

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10.


Seduto comodamente all'interno dell'enorme tinozza di cui disponevano nella casamatta, Aken sospirò sollevato nel passarsi la pezzuola umida sulla pelle.

Quei lunghi giorni di stenti, e la battaglia che li aveva visti protagonisti sul valico, lo avevano logorato nel corpo e nello spirito non meno di Eikhe.

In quel momento, la ragazza-lupo era intenta a rammendare uno strappo nella sua tunica di pelle di daino, gli occhi bassi di fronte al focolare acceso.

Dopo il loro primo atto d'amore, Aken aveva preferito non starle troppo addosso, preferendo che la ragazza si abituasse a lui nelle sue nuove vesti di amante, oltre che di amico e compagno.

Trovava stranamente rilassante anche il solo fatto di poterla avere accanto a sé, o semplicemente guardarla mentre compiva i più piccoli gesti.

In passato, non avrebbe mai pensato di poter essere una persona in grado di apprezzare la quotidianità domestica con una donna.

Il genere di intimità che aveva condiviso con le donne l'aveva, sì, soddisfatto appieno, ma gli aveva anche reso tristemente noto quanto non avrebbe mai avuto.

Le sue compagne di una notte – o più di una – erano state tutte consenzienti, più amiche che amanti, a ben vedere, ma mai nessuna di loro avrebbe potuto rappresentare altro, per lui.

Un momento di passione, chiacchiere piacevoli, convenevoli divertenti, null'altro, però.

Guardare dormire Eikhe, invece, placidamente rannicchiata contro il suo torace, scorgere le sue palpebre tremare al risveglio, salutarla con un bacio e un sorriso...

Erano tutte sensazioni nuove, mai provate realmente fino a quel momento.

Tutto appariva diverso, ora, e maledettamente più doloroso che in passato.

Con Eikhe, tutto questo si era trasformato, evoluto in qualcosa di più complesso e più semplice al tempo stesso, facendogli finalmente scoprire il vero significato della parola 'amore'.

Non gli sembrava sciocco o superficiale pensare all'amore, pur conoscendola da così poco tempo.

In lei aveva trovato tutto ciò che aveva sempre desiderato e, con sua somma sorpresa, anche diverse cose che mai si sarebbe immaginato di volere.

Al tempo stesso, aveva gioito nello scoprire che, non solo lei ricambiava appieno i suoi sentimenti, ma che anche Nys lo aveva accettato come potenziale compagno di Eikhe.

Già, Nys.

Mentre la tempesta continuava a infuriare fuori dalla casamatta, Aken si figurò il suo corpo ormai ghiacciato e ricoperto da palmi e palmi di neve.

Nessuno avrebbe pianto su una tomba con il suo nome, o avrebbe portato fiori per lui.

Al disgelo, la sua carcassa sarebbe stata divorata da qualche predatore e, del suo corpo mortale, non sarebbe rimasto che il ricordo.

"Pensare così affannosamente ti farà venire le rughe" mormorò Eikhe dalla sedia su cui era accomodata.

Aken sollevò il capo a guardarla, l'esile corpo ricoperto solo dalla sua camiciola di lino – che le stava tremendamente grande – e, con un mezzo sorriso, celiò: "Con le rughe, non mi vorresti più?"

Lei si limitò a sorridergli da sopra la spalla prima di riprendere il suo ricamo e dire con semplicità disarmante: "Ti vorrei anche se fossi vecchio e curvo, mio lupo."

Il Marchio di Hevos - Cronache di Enerios Vol. 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora