Capitolo 11

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11.


Appollaiata su un ramo a circa una decina di metri d'altezza, Eikhe lanciò un breve ululato per avvertire Aken della presenza di alcuni soldati di Vartas.

Questi, riuniti in uno sparuto gruppo, si stavano avvicinando al nascondiglio del principe, immerso tra il fitto dei cespugli.

Subito, uno dei guerrieri di ronda si guardò intorno con aria curiosa ma il suo comandante, richiamandolo subito, lo rabberciò in malo modo.

"Non perderti ad ascoltare i lupi! Lo sai che tra queste foreste se ne trovano a frotte!"

"Pareva vicino, però" borbottò il soldato, storcendo il naso ma riprendendo a camminare.

"Poco importa, lo infilzerai con la tua spada. Esattamente come abbiamo fatto con quei pezzenti del villaggio" sogghignò il comandante, facendo ridere anche gli altri.

Ma non Eikhe.

Assottigliando le iridi dorate, la ragazza-lupo strinse nella mano il corto pugnale e, lanciatasi dalla pianta che l'aveva nascosta fino a quel momento, si gettò contro uno dei soldati, buttandolo a terra.

Immediatamente, gli uomini della compagnia misero mano alle spade per difendersi dal misterioso assalitore che li aveva aggrediti.

Quando, però, videro solo una donna accanto al corpo morto del soldato, aggrottarono confusi la fronte.

Erano semplicemente incapaci di comprendere come fosse riuscita, una ragazzina, a uccidere con un sol colpo un uomo ben più grande di lei, e armato di tutto punto.

Eikhe si limitò a fissarli a denti snudati quando all'improvviso, alle loro spalle, Aken lanciò il suo grido di battaglia per distrarre l'intera compagnia dal secondo attacco della ragazza.

Spiazzati da quell'agguato nella foresta, che mai si sarebbero aspettati tra quelle lande desolate, i soldati si ritrovarono a combattere per la vita.

In breve, comunque, tra i fendenti micidiali di Aken e la forza smisurata di Eikhe, lo sparuto gruppo di soldati di Vartas fu spazzato via.

Al loro posto, il silenzio riprese possesso di quei luoghi ancestrali e senza tempo.

Ansante, Eikhe ringuainò il pugnale dopo averlo ripulito dal sangue e, ripreso faticosamente il controllo di sé, guardò Aken per essere sicura che stesse bene.

Quando se ne fu accertata, emise un lungo sospiro e decretò soddisfatta: "Non compiranno più stragi, ora."

"A quanto pare, si sono divertiti, più a valle" grugnì il principe, osservando le sacche piene d'oro che pendevano dalle cinture di alcuni di loro.

"Motivo di più per eliminarli" sibilò Eikhe, stringendo i pugni per l'ira.

"Calma, tempesta. Non ci sono più nemici da abbattere" sorrise lui, avvicinandosi a Eikhe con passo tranquillo.

Sollevando una mano, lei però gli disse: "Aspetta un momento."

"Cosa c'è?" chiese il principe, accigliandosi subito.

"Non è ancora passata, c'è qualcos'altro..." ringhiò lei, guardandosi intorno e fiutando l'aria a più riprese. "... c'è pericolo."

"Dove?" esalò Aken, assottigliando le iridi smeraldine mentre si guardava attorno con fare minaccioso.

Un sibilo tagliò l'aria immota della foresta ed Eikhe, gettato a terra Aken senza troppi complimenti, venne colpita al braccio dalla freccia destinata al principe.

Il Marchio di Hevos - Cronache di Enerios Vol. 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora