«Posso farti una domanda?» chiedo a Roy mentre lui continua ad accarezzarmi i capelli.
Siamo tornati da appena un'oretta dal ristorante italiano in cui mi ha portato Roy per la cena, e ora siamo accoccolati sul divano di casa mia, lui seduto e io con la testa sulle sue gambe. La sua mano si muove delicata tra i miei capelli, facendomi sentire finalmente in pace con il mondo.
Se mi chiedessero di scegliere un solo ricordo da tenere con me per sempre, sceglierei di sicuro la sensazione della sua mano che scivola lenta tra le mie ciocche bionde. Per casa si sente solo il vociare bassissimo della televisione, accesa ad un canale a caso come sottofondo. E questo silenzio non è per niente scomodo o di troppo, anzi, mi sta aiutando a mettere in secondo piano i problemi e a concentrarmi solo sul movimento della sua mano e su cosa fare di noi due.
Durante la cena è stato carinissimo, non ha mai detto una parola fuori posto facendomi arrabbiare ed è stato molto attento a non pronunciare mai quell'odioso soprannome, anche se, da quando mi ha detto che mi ama, non lo trovo più così tanto ridicolo. Alla fine è solo un soprannome, le persone ne affibbiano di continuo.
Sono stata bene questa sera. So che si è comportato così solo per far colpo su di me e perché voleva guadagnarsi la mia fiducia, però non importa, perché io e lui non siamo abituati al romanticismo, tutt'altro. Siamo sempre pronti a dissotterrare l'ascia di guerra e a urlarci contro parole orribili. E io mi sono resa conto di volerlo questo futuro con lui, di voler camminare sul filo del rasoio, con la paura perenne di dire qualcosa di sbagliato e la voglia di recuperare in qualche modo.
Con lui sono sicura che non mi annoierei mai. Perché solo lui è in grado di farmi ridere, piangere, arrabbiare, battere il cuore, sentire le farfalle nello stomaco, desiderare di prenderlo a pugni nell'arco di un'ora. Solo lui è capace di farmi sentire come se fossi sulle montagne russe pur avendo i piedi ben ancorati al suolo. Solo lui è in grado di farmi sentire viva.
«Certo, piccoletta, domandare è lecito» acconsente e solleva l'angolo della bocca in una specie di sorriso.
Sorrido anche io. «Quando hai capito di essere innamorato di me?»
Lui ferma per un attimo la mano colto di sorpresa dalla domanda, ma si riprende immediatamente. «In realtà è stato Lucas a farmelo capire» mi spiega.
«Lucas?»
«Sì esatto. Parlavo al parco con lui di te perché era frustrante il fatto che tu non mi rispondessi ai messaggi per averti chiamato con quel soprannome e Lucas per farmelo capire ha detto che avrebbe voluto baciarti, facendomi incazzare».
Ridacchio e gli do una pacca sul petto. «Gelosone» lo prendo in giro sorridendo.
Lui annuisce. «Già, quando si tratta di te lo sono...» ammette con un aria sconfitta e sospirando.
«Ed è un male?» domando osservando la sua reazione.
«Assolutamente no, però considerando quante attenzioni ricevi ogni volta che usciamo, rischio di finire dentro... di nuovo» dice, puntando lo sguardo sul televisore.
«Andiamo, non sono poi così tante» tento di convincerlo.
«Scherzi? Stasera quel cameriere non la smetteva di spogliarti con gli occhi nonostante io ti abbia preso la mano più volte per fargli capire che sei mia» afferma, guardandomi come se fossi pazza a non averlo capito.
«O mio dio, allora lo hai notato anche tu!» rido ma lui mi lancia un'occhiataccia.
Si acciglia. «Tu lo avevi visto e non mi hai detto nulla?» chiede, inarcando un sopracciglio.
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Ti troverò dove c'è il sole
RomanceAshlee Thompson è sempre stata una ragazza senza peli sulla lingua, pronta a lottare per i suoi ideali e a porre sotto la propria ala protettiva le persone che ama. In una cosa non è mai stata brava, ovvero dichiarare il suo amore a Roy Bennet, il r...