«E così hai conosciuto tuo padre» constata Hailee. «E hai litigato con Roy» aggiunge, girando la granita all'amarena, ormai quasi sciolta, con il cucchiaino.
«Sì, esatto» ribatto nervosa, giocherellando con il bicchiere di plastica vuoto.
«Okay, hai intenzione di spiegami anche in che modo le cose sono collegate?» domanda ironica.
Io e la mia migliore amica siamo sedute a questo tavolino all'aperto di un bar da più di un'ora ormai, ed Hailee sta ascoltando pazientemente i miei lamenti, le mie paranoie, i miei insulti indirizzati prima a mio padre e poi a Roy. Tutto questo senza neanche proferire parola.
Lei è fatta così, ti lascia sfogare e urlarle contro fino a che non hai più fiato e solo allora si azzarda a dire qualcosa per capire e fare il quadro della situazione. Forse è perché le metto leggermente soggezione in questi casi. E come darle torto. Quando sono arrabbiata inizio a parlare come una macchinetta e a sfoggiare insulti a destra e manca, peggio di uno scaricatore di porto.
Sorrido leggermente al pensiero di quante volte si sia ritrovata ad ascoltarmi così furiosa. Le voglio un bene pazzesco, non solo perché mi lascia sfogare, ma anche perché è una persona molto paziente e comprensiva. È parecchio più introversa di me, perciò spesso e volentieri è lei a rimediare alle mie cazzate e ad essere coinvolta nelle mie figure di merda.
«Non so se posso, ci sono di mezzo cose private di Roy» mi stringo nelle spalle.
«Certo che no, non voglio sapere le cose di Roy, sto solo cercando di capire».
«Gli ho solo fatto un favore e per farlo ho dovuto coinvolgere quella sottospecie di padre che mi ritrovo» riassumo il tutto, con queste semplici parole.
«E?»
«E lui ovviamente ha rifiutato il mio aiuto, ma ti rendi conto? Uno si fa in quattro per una persona e lei non si sforza minimamente di ricambiare» alzo leggermente la voce e inizio a stritolare la cannuccia nera tra le mani.
Hailee allunga la mano e si prende la cannuccia accartocciata. «Ash, ma questa cosa, ne vale la pena?» chiede, guardandomi negli occhi.
«Cosa?»
«Continuare a farti del male per lui. Sei innamorata di Roy da quanto, un anno? E non hai ancora trovato il coraggio di dirglielo. E in più hai riaperto una ferita che non si chiuderà mai del tutto per niente» osserva, prima di prendere un sorso di granita.
«Non farmi la predica anche tu, per favore, Hai. Ci penso già da sola...»
«Non ti sto facendo la predica, sto solo tentando di aprirti gli occhi, lo sai che lo faccio perché ti voglio bene».
«Lo so, ma...» mi blocco, perché il cellulare sta vibrando.
Mi è arrivato un messaggio. E se fosse lui? Non credo. Dopo la litigata di ieri sera penso proprio che staremo lontani per un po'. Forse mi farà bene stargli lontano. Hailee ha ragione, sono innamorata di lui da tanto tempo e non ho ancora trovato il coraggio di dirglielo. Anzi, non è che non ho trovato il coraggio, è che non ho parlato perché già so che si tratta di un amore a senso unico. Roy non ha mai mostrato interesse per me in quel senso. Prima che io inizi a farmi altri film mentali degni di oscar, apro il messaggio.
Mi sbagliavo, è Roy. Sorrido.
Roy: Lo so che sei arrabbiata con me e che forse non guarderai nemmeno i miei messaggi, ma volevo dirti che mi hanno assunto.
Appena finisco di leggere faccio un salto dalla sedia. In un attimo mi ritrovo in piedi, con il sorriso più ampio che io abbia mai fatto. Hailee mi guarda preoccupata.
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Ti troverò dove c'è il sole
RomansaAshlee Thompson è sempre stata una ragazza senza peli sulla lingua, pronta a lottare per i suoi ideali e a porre sotto la propria ala protettiva le persone che ama. In una cosa non è mai stata brava, ovvero dichiarare il suo amore a Roy Bennet, il r...