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Dovevo capirlo quando mi sono svegliata tra le braccia di Mason che la mia idea di passare una giornata tranquilla non sarebbe andata in porto.
Ma io, come sempre, ho voluto sperare nell'impossibile.
Avevo in mente di starmene tutto il giorno a poltrire nel letto e a riflettere sulle mie sventure amorose, ma niente da fare: il tempo che Amber esce dalla stanza per andare a parlare con Taylor e subito qualcuno bussa alla porta. Avrei voluto tanto ignorare chiunque fosse che mi stava disturbando, ma la fortuna ormai mi ride in faccia e così la voce fuori la porta ha iniziato a urlare 'Kim lo so che sei lì dentro, aprimi!' e 'Amber mi ha detto che sei qui, non ignorarmi!'.
Niente da fare, i miei programmi falliscono sempre miseramente.

Perché sono stupidi, perciò falliscono.

Imprecando sottovoce e alzandomi completamente di malavoglia, apro la porta e mi ritrovo davanti un ragazzo con un occhio nero, neanche più viola. Wade.
Ho fatto i conti con Mason, adesso è il momento di avere a che fare con lui.
"Kim, finalmente, eccoti!" esclama rilasciando un sospiro di sollievo e catapultandosi tra le mie braccia.
"Wade sto bene, sono viva, non è successo niente!" cerco di dire, ma mi stringe così forte contro il suo petto che mi sembra impossibile abbia capito qualcosa.
"Scusa non ho capito" Ecco, appunto.
"Dicevo" mi stacco definitivamente da lui "sto bene, non agitarti tanto!"
"Eri scomparsa nel nulla!" esclama in modo drammatico.
"Ma che dici, ero uscita a fare una passeggiata, non mi ero di certo andata a buttare giù di un ponte perché due idioti hanno fatto a pugni" Capisco che si sia preoccupato per me, é sempre stato molto apprensivo nei miei confronti, ma dovrebbe saperlo che non farei mai qualcosa di pericoloso.
"Non me lo sarei mai perdonato.." mormora abbassando la testa. Ah ma andiamo crede davvero che io potrei mai fare una cosa del genere?
"Wade come puoi dire una cosa del genere, era un esempio, non puoi pensare che io faccia una cosa del genere" dico quasi offesa dalla sua dichiarazione "Mi fai pensare che non mi conosci più" concludo un pò amareggiata.
"Infatti io non ti riconosco più!" mi urla in faccia alzando le braccia in aria.
"Wade non ricominciamo, se sei qui per scusarti, sei ben accetto, altrimenti lì sta la porta" rispondo dura.

Ti consiglio la porta.

Sapevo di dover avere un confronto anche con Wade, ma speravo di avere almeno un pò di tregua tra uno scontro e l'altro. Già sono infastidita per essere stata disturbata, poi il mio amico si mette pure a ricominciare discussioni che ritenevo ormai chiuse, mi fa solo imbestialire ancora di più. Se ha voglia di litigare di nuovo, può tornare anche nel duemilaemai.
"Scusa, hai ragione, ma quello che è successo ieri sera dovrebbe farti riflettere, anche solo un minimo!"
Ma si rende conto che è una contraddizione vivente? Prima dice che ho ragione, poi continua il suo discorso.
"Chi ti dice che io non ci stia riflettendo?" gli dico severa.
"Se l'avresti fatto davvero, saresti giunta alle mie stesse conclusioni e non mi attaccheresti in questo modo, perché sapresti che sto dicendo la verità" conclude quasi soddisfatto di sé.
"E quali sarebbero le tue conclusioni?" lo sfido incrociando le braccia.
"Semplice: non è una persona affidabile, né tantomeno una persona che ci tiene a te, uno che picchia il tuo migliore amico e poi non si scusa neanche, né con lui né con te, ma anzi, se ne va via e basta"
Non voglio prendere le difese di Mason, perché come sono arrabbiata con Wade, lo sono anche con lui, ma in questo caso non posso farne davvero a meno. Non merita tutte queste calunnie: è vero che non é molto affidabile, però in un modo contorto, in un modo tutto suo, ha dimostrato di tenerci a me e a differenza dell'idiota con un occhio nero qui presente, non è stato con le mani in mano, ma subito mi ha seguito.
"La tua analisi su Mason è patetica, mi fa quasi ridere. Ti consiglio di saperle le
cose prima di accusare qualcuno" sbotto rossa di rabbia.
"Andiamo Kim non puoi prendertela solo perché ho detto la verità, lo sai anche tu che ho ragione. Quello che ho detto è la pura e semplice realtà dei fatti" sembra quasi annoiato mentre parla, come se stesse avendo a che fare con una bambina che vuole avere ragione.
"Quello che hai detto è solo una manciata di stronzate!" sto urlando, sto cacciando fuori tutta la mia rabbia e non credo che potrà fermarmi adesso "Mason non se ne è stato con le mani in mano come te, che mi hai solo fatto innervosire ancora di più con quelle migliaia di chiamate. Lui mi ha seguito subito dopo essere andata via e non si è fatto avanti subito, ma ha aspettato che sbollissi la rabbia, che mi calmassi prima da sola e poi si è scusato! E se proprio lo vuoi sapere, abbiamo anche dormito insieme!" Sputo tutto fuori, facendo parlare il mio cuore e non il mio cervello. L'ultima frase è stata un pò una cattiveria, devo ammetterlo, ma é uscita fuori da sé e se proprio devo essere sincera, la ripeterei.

"Ah quindi stanotte ti ha sbattuto mentre io ero qui ad aspettarti come uno scemo ed è perdonato? È così che agisce? Prima fa i guai e poi ti scopa per rimediare? Mi sembri tanto una poco di buono così!"
La mia mano si attiva subito, è sulla sua guancia ancora prima che io abbia formulato il pensiero di farlo.
Mi ha dato della puttana, quello che ritenevo uno dei miei migliori amici, una delle persone che meglio mi
conoscono, uno dei pochi di cui potevo fidarmi e che mi è sempre stato vicino. Colui che dice addirittura di amarmi.
Colui che non ha capito un emerito cazzo.
"Ti do cinque secondi per uscire di qui e non farti più vedere, un secondo in più e la mia mano colpirà l'altra guancia" gli dico dura scandendo bene ogni singola parola, come per lasciargli ben impresso il concetto e provando a fargli già percepire il dolore del secondo schiaffo.
Non se lo fa ripetere due volte, senza darmi neanche il tempo di contare è fuori dalla porta. Va via senza dire niente, lo vedo che cammina furioso per il corridoio, e proprio quando sto per richiudere la porta, lui torna indietro da me. Sono già pronta ad urlargli di sparire e non farsi vedere più, ma mi blocca con una mano
e parla prima che io possa farlo
"Mi prenderò tutti gli schiaffi che vuoi, ma dirò sempre la verità e te la farò capire. Non credere che io mi faccia indietro perché l'idiota di Cooper ha voglia di giocare con la ragazza di cui sono innamorato, io aspetterò in silenzio, osserverò ogni sua minima mossa e appena sbaglierà io tornerò in azione. La guerra è appena iniziata"
Non gli rispondo neanche, mi limito a sbattergli la porta in faccia e a tornarmene sul letto, senza calcolare minimamente le sue parole.

Crede davvero di avere ancora un'opportunità dopo quello che ha detto?!

Wade non sa un bel niente, non sa cosa c'é tra di noi, non sa cosa provo, non sa un cazzo. Questa uscita del cavolo l'ha solo reso ancor di più ridicolo, non merita neanche un mio pensiero.
Mi distendo sul letto, il tempo di chiudere gli occhi e il mio cellulare vibra.

Nuovo messaggio:
'Ho deciso una cosa importante, vengo a parlartene'

~~~

Eccomi tornataa!! Dopo due giorni di assenza sono di nuovo qui. Causa lontananza: tante cose da fare e un breve blocco. Come sempre so cosa deve succedere in linea generale, ma non so
cosa deve succedere nel
singolo capitolo ahahha Sapevo che doveva adesso esserci un
confronto con Wade, ma non sapevo bene come strutturarlo. Ho riflettuto un sacco e alla fine
l'unica soluzione è
stata: inizia a scrivere poi si vedrá. E così è stato ahahha

Anyway tornando al capitolo: la lotta è forte tra i due, volano parole pesanti che non verranno dimenticate facilmente. Cosa succederà adesso tra i due? Il loro rapporto verrà mai riparato?

E poi.. chi ha scritto il
messaggio? E cosa significa? Lo
scoprirete presto!

Baci, xx.

Odi et amo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora