capitolo 2✅

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"Mamma non è come pensi" il telefono mi è caduto dalle mani, e la batteria e uscita dal retro, la chiamata è stata interrotta.

"Allora spiegami!" Urla agitando le braccia in aria. È infuriata non l'ho mai vista così arrabbiata in vita mia.

"Io...io" le parole mi si fermano in goal, non so cosa dire. Mia madre avanza verso di me e mi tira un forte schiaffo sulla guancia. Mi allontano istintivamente e porto le mani davanti al mio ventre, giusto per sicurezza.

"Ti rendi conto di quello che hai fatto, quel cosa che porti dentro deve essere tirato fuori prima che sia troppo tardi!!" Urla ancora più forte, la sua voce è acuta e fastidiosa da sentire.

"No, lui non si tocca" sussurro, mi guarda in cagnesco e si avvicina nuovamente a me. Velocemente scavalco il letto, arrivo alla porta della camera e esco in corridoio, vado velocemente verso le scale ma prima che riesca a scendere il primo scalino sento delle mani appoggiarsi sulla mia schiena e spingermi giù. Prima di riuscire a realizzare la situazione mi ritrovo infondo alle scale distesa a terra. Faticosamente mi alzo da terra e corro fuori dalla porta.

Corro più velocemente possibile verso casa di Alexis, la strada non è molta ma mi fa male un ginocchio per la botta ricevuta quando sono attratta sulle piastrelle del corridoio che porta in cucina.

Quando sono davanti alla porta inizio a bussare più forte che posso. Mi giro verso al strada ma per fortuna non mi sta inseguendo. La porta su apre mostrando il piccolo Jason che tiene in mano una merenda al cioccolato.

"Cosa è successo? Vieni andiamo da mamma" con la sua piccola manina afferra l'orlo della mia maglietta bianca e mi trascina fino alla cucina, dove c'è Alexis hai fornelli.

"Mamma" quando la madre porta lo sguardo su di me sbianca  di colpo.

"Vieni in camera mia,Jeson vai a vedere la televisione" mi afferra per la mano e mi porta verso il bagno. Mi fa sedere sul bordo della vasca, prende dal mobiletto sopra il livello una boccietta di disinfettante con dei batuffoli di cotone.

"Cosa è successo dopo che è caduta la linea" Chiede portando il batuffolo sulla mia fronte, stringo i denti non appena sento il contatto del liquido che brucia sulla mia pelle.

"M-mi ha tirato uno schiaffo, ma fino a qui capisco. Voleva colpirmi ancora ma sono scappata dalla camera, ma mi ha preso e spinto giù dalle scale. Alexis, il mio bambino" piango portando le mani sul ventre. Mi accarezza una guancia mentre mi disinfetta il labbro.

"Non piangere piccola, adesso andiamo dal mio ginecologo e chiediamo un'ecografia d'urgenza, ma non piangere" annuisco tirando su con il naso. Quando ha finito un po tremolante mi alzo in piedi e vado in salotto dove c'è il piccolo Jason che si sta allaciando le scarpe.
Resto sulla soglia e osservo quel piccolo bambino che mi ricorda così tanto suo fratello. Chissà cosa starà facendo adesso Luca, dovrebbe tornare tra 8 mesi e credo che per quando lui sarà qui il bambino sarà già nato oppure sarò agli sgoccioli.

***

Siamo nella sala d'aspetto, non c'è quasi nessuno tranne per una donna seduta difronte a me con il marito al suo fianco che le accarezza il pancione già evidente.

"Signori Sullen è il vostro turno" un'infermiera entra nella stanza con un bloc-notes in mano.

"Scusi possiamo passare prima noi? La ragazza è caduta dalle scale e vorremmo controllare che non ci siano problemi" Chiede Alexis.

"Certo andate noi abbiamo tutto il tempo" gentilmente la donna ci lascia andare. Quando entrai nello studio notai subito un piccolo televisore attaccato alla parete e un lettino davanti ad esso.

"Ciao cara stenditi pure, e alza la maglietta" prende uno strano flacone blu che spreme sulla mia pancia. Con una sonda lo stende su tutto il ventre e poi accende la piccola televisione.

"Guardi li,  questi sono i suoi bambini, e da quello che vedo non c'è niente fuori posto" osservo lo schermo dove c'è una piccola macchia bianca in mezza a tutti quelli nero, sarà grande quanto un seme, un fagiolino, ma credo che per ora il nome migliore da dargli è macchia. I miei occhi sono velati da lacrime che minacciano di uscire.

Aspetta?! A detto bambini?!

Corretto

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