Quando una voce metallica ci avvisa che è ora di andare verso l'imbarco io e Allen prendiamo i trolley. Non appena saliamo sull'aereo mi sistemo nel sedile accanto all'oblò prendendo il telefono e gli auricolari.
Allen è seduto un posto avanti a me, sta chiacchierando con una ragazza che deve avere massimo 18 anni. Accanto a me invece si è appena seduto un signore anziano, indossa una camicia bianca a quadretti blu e dei jeans sempre blu. Sembra felice, sul suo volto c'è un sorriso pieno di gioia e amore. Quando si accorge di me mi guarda sorridendo.
"Doce sei diretta?" Mi chiede allaciando la cintura.
"A Londra, lei?" Chiedo in risposta accomodandomi sul sedile allacciandomi anche io la cintura. L'aereo sta decollano ma non ci faccio molto caso è continuo a guardare il signore.
"Anche io. Vado da mia moglie, e gravemente malata, e non gli rimane molto da vivere quindi ho deciso di farle una sorpresa e passare da lei tutto il tempo possibile fino a quando non si spegnerà. E lei perché va a Londra?" L'idea di sua moglie che sta per spegnersi non lo rattrista anzi gioisce per avere l'opportunità di poter passare con lei gli ultimi attimi che le rimangono, e questo è molto bello.
"Dammi del tu. Io vado a Londra per scappare da un amore non ricambiato e per poter dare hai miei figli una vita migliore" Porto una mano sul mio ventre leggermente rigonfiato. L'uomo osserva la scena con un sorriso sulle labbra.
"Congratulazioni, e mi dispiace per l'amore non ricambiato ma vedrà che se è davvero quello giusto tornerà da te costi quel che costi" annuisco sorridendo, non sono molto convinta delle sue parole ma erano così piene di gioia e felicità che non potevo certo negare la cosa.
Decido di spegnere il telefono e di fare un riposino sperando che non mi venga la nausea. Certo l'idea di vomitare nella piccola cabina da bagno non mi convince molto. Abbasso la tendina in modo da non far passare la luce e chiudo gli occhi sognado una vita perfetta con i miei bambini e il loro papà.
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Quando riapro gli occhi Allen è nel corridoio dell'aereo che prende le nostre valige. L'uomo che era al mio fianco è sparito al contrario però trovo un bigliettino attaccato allo schermo del mio telefono.
A mia moglie piacerebbe conoscerti chiamami e ci organizziamo. Il numero è questo ********** E scusa se non mi sono presentato, mi chiamo Will
Sorrido all'idea di conoscere la moglie di qual uomo tanto gentile nei confronti di una sconosciuta incontrata su un aereo.
"Forza dormigliona, prendiamo un taxi e andiamo in hotel. Qui è mattina, dovremo abituarci al fuso orario" Allen mi aiuta ad alzarmi e mi passa il mio bagaglio. Scendiamo dall'aereo e usciamo dall'aeroporto, fermiamo un taxi e Allen chiede di portarci all'hotel più vicino.
"Allen ma c'è mia zia. Possiamo andare da lei" mi ricordo solo ora di non averla avvisata del nostro arrivo.
"Non serve, i miei nonni abitavano qui prima della loro morte. Andremmo nella loro casa che ho ereditato io" mi alletta l'idea di andare a casa dei suoi nonni defunti ma allo stesso tempo mi rende felice almeno non dovrò essere un peso per mia zia.
Il mio cellulare vibra nella tasca dei pantaloni e lo prendo controllando il messaggio.
Da Alexis
Come va il viaggio? Tutto bene? I miei nipotini come si comportano?Un sorriso spontaneo mi compare sul volto leggendo quel messaggio. Ora l'unica persona che tiene veramente a me è lei. Come una seconda mamma, o forse l'unica che mi abbia davvero trattato come una figlia.
A Alexis
Siamo atterrati e sto bene e i tuoi nipotini per fortuna non mi hanno fatto nessun dispetto in aereo. Ora ti auguro la buona notte, qui è pieno giorno.Non faccio in tempo a chiudere lo schermo che vibra di nuovo.
Da Alexis
Infatti ora vado a dormire. Ho parlato con Luca, è andato su tutte le furie quando ho confessato che sei partita. Ha detto che tornerà prima possibile per far vedere ha chiunque che sei sua.A leggere quelle parole ho un tuffo al cuore, ma mi riprendo subito. Io non sono sua, non sono di nessuno. Non so come possa concepire certe idee, anche se tornerà qui non potrà mica comandarmi a bacchetta non sono più la sua fidanzata, sono un semplice conoscete che porta in grembo i suoi figli.
A Alexis
Sono felice che ti abbia scritto ma io non sono sua. Sono solo una stupida che si è fatta mettere incinta.Spengo il telefono mettendolo nella borsa. Non voglio più leggere niente. Anzi ormai siamo arrivati, scendiamo dal taxi paghiamo e poi entriamo nella All dell'hotel. Prendiamo una stanza e andiamo subito a dormire. Sono stanca di questa situazione voglio una vita semplice come le altre ragazze.
Corretto✔
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Un piccolo dono
RomanceCOMPLETATA tratto dalla storia: Nemmeno volendo riuscirei a prendermela con lui, mi ha fatto il regalo più bello che una ragazza possa desiderare, non volendolo di spontanea volontà, però è successo, era destino. Mi ha fatto un piccolo dono, che di...