capitolo 21

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KATE

Dopo una breve tortura, i due aggressori si sono dileguati lasciandomi da sola. Non ostante la stanza sia molto piccola fa molto freddo, e il fatto che io non ho una coperta non aiuta. potrei provare a chiedere una coperta per la notte ma sono troppo codarda e ho paura che magari possano arrabbiarsi ancora di più prima di lasciarmi hanno esplicitamente detto che se mi avessero sentito fiatare non avrebbero aspettato un minuto di più per eliminare il mio 'errore'. In quel momento non potete capire che voglia avevo di urlargli dietro che l'unico errore commesso era stato il suo di mettersi contro di me, ma un'altra volta la mia codardagine mi ha bloccato. I polsi legati hanno cominciato a sanguinare e le ferite sottostanti bruciano ad ogni mio minimo movimento, ma nonostante questo non riesco a stare ferma perché i bambini non stanno fermi un attimo, forse sentono che siamo in pericolo o semplicemente hanno bisogno delle coccole che luca gli concedeva ogni sera prima di andare a dormire. quanto spero che stia bene, che sia arrivato a casa sano e salvo e che ci stia cercando, non tanto per me ma per i bambini.

Dalla piccola e unica finestra che ce ormai non entra più un filo di luce, l'unico problema di quella dannata finestra è che è stata lasciata aperta, e dato che siamo ad ottobre da fuori entra aria fredda e come gia ho detto non ho una coperta e quindi ho freddo!!

L'unica soluzione al momento sarebbe quella di provare a dormire. Magari il tempo passa più in fretta, e magari vedendo che sto dormendo mi lasceranno in pace. Sono consapevole del fatto che è molto improbabile ma a sto punto tanto vale provare.

........

Luca

Non posso nemmeno immaginare che per iniziare le ricerche bisogna per forza aspettare 24 ore. Lei è in pericolo, lo sento, e a preoccuparmi ancora di più sono i miei bambini. Un conto è fare del male ad un'amica, ma la mia famiglia non si tocca. La mia paura più grande e quella di ritrovare il suo corpo privo di vita in un vicolo.

Sono seduto qui da quasi 3 ore, non basta sapere che le sedie sono peggio di un masso tanto sono scomode. Ma il fatto che nessuno si è preoccupato di iniziare ad indagare. Potrei iniziate io le ricerche, ma non saprei nemmeno da dove cominciare, voglio dire, sono solo un semplice ragazzo che fino ad ora a fatto solo un mucchio di stronzate per le quali sta ancora pagando.

"Allora? Hanno trovato qualcosa?" Allen si siede al mio fianco, in mano tiene due buste contenenti qualcosa da mangiare.

"No! Non si sono nemmeno scomodati ad iniziare. C'è in paglia la vita della mia famiglia, e qui nessuno muove un dito" esclamo

"Non so cosa dire, anche io al tuo posto farei così, ma a sto punto possiamo solo aspettare e pregare" sussurra porgendomi una delle due bustine. Ormai mi è passata anche la fame.

D'un tratto il mio telefono comincia a squillare, diversi agenti che passano davanti a noi mi lanciano degli sguardo contrariati, afferro il cellulare dalla tasca, mi sta chiamando qualcuno. Non posso vedere chi perché il mittente ha messo il numero privato.

"Pronto?"
"Sto parlando con Luca?" Domanda una voce a me sconosciuta.
"Sì"
"La sua ragazza è qui con me, se la vuoi riavere indietro portami quindici mila dollari domani alle 22. Non avvisare la polizia o puoi dire addio hai tuoi bambini. Davanti alla fabbrica abbandonata, non tardare" la linea cade senza che io possa dire nulla.

"Chi era amico?" Le parole mi muoiono in gola

"Voglio quindici mila dollari, entro domani" biascico.

"Mi hanno appena chiamato, non possiamo dire nulla alla polizia. Altrimenti li ucciderà"

"Stai tranquillo, ho un piano"

Sta sera pubblicherò una nuova storia forse. Chi è interessato?
Scusatemi per eventuali errori

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