Capitolo 31.

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Canzone per il capitolo:

RY X - Berlin

"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo è un oceano" (newton)

"La conoscenza di sé è l'inizio della saggezza.Conosci te stesso! è l'insegnamento di vita attribuito a uno dei Sette Sapienti, forse addirittura un precetto di origine divina per l'autorealizzazione. Stava inscritto all'ingresso del tempio di Apollo a Delfi, l' ombelico del mondo il punto in cui due aquile liberate da Giove agli estremi della terra, e dirette al suo centro, si erano incontrate..." queste erano le parole che leggevo quella mattina di domenica. Conosci te stesso. Avevo cominciato a leggere 'l'arte di conoscere se stessi' di Schopenhauer perché avevo bisogno di avere qualche risposta e sapevo che, come sempre, la filosofia sarebbe stata in grado di rispondermi. Chi ero io? Non sapevo definirmi. Non avevo permesso alle persone di conoscermi, non l'avevo permesso nemmeno a me stessa. Avevo paura di farlo. Non volevo conoscere i miei lati più oscuri. Conosci te stesso. Volevo conoscere me stessa, forse avrei saputo fare scelte più intelligenti o sarei stata in grado di vedere cose che la 'me' di allora continuava a ignorare.

Proseguii nella lettura di quelle parole che via via continuavano ad affascinarmi e pormi domande su domande. Era cominciata bene quella giornata. La mattina mi ero alzata con la voglia di stare rinchiusa nel mio mondo, di isolarmi e basta. Mi ero portata dietro qualche libro, la solita matita che serviva per sottolineare le frasi più importanti o per mettere i punti di domanda sui punti meno chiari, non poteva mancare anche qualche piccolo spuntino che sgranocchiavo ogni tanto tra una pagina e un'altra, il cellulare pronto con la playlist di pezzi di Einaudi, un pianista che in quel periodo mi aveva colpita per la sua capacità di riuscire a trasmettere emozioni toccando i semplici tasti del piano.

Il sole rendeva il mio piccolo locus amoenus ancora più chiaro e sereno del sole, mentre il vento soffiava e muoveva i fili d'erba che solleticavano il mio volto. Sì, la mia giornata era cominciata proprio bene. Ero riuscita a stare per conto mio, a liberare la mia mente e a fingere che la mia vita era sempre stata così, tranquilla e immersa nella solitudine.

Dopo mezz'ora avevo deciso di prendermi una breve pausa, così cominciai a guardare nella mia borsa, alla ricerca di qualche dolcetto. Avevo già l'acquolina in bocca, ma poi la mia mano finì per afferrare qualcos'altro che era completamente diverso dalla cartina del cioccolatino che avevo in mente di mangiare. Sapevo che la mia bella giornata si sarebbe conclusa in quell'esatto momento.

Tra le mani mi ritrovai l'ultimo bigliettino che Tommy mi aveva mandato prima di incontrarci.

"La somiglianza rende l'amicizia perfetta. (Platone)" con il post scriptum e le indicazioni. Solo in quel momento avevo capito che cosa volesse dire esattamente quella frase.

Io e Tommy eravamo sempre stati molto simili : stesse passioni, stessi interessi, stessi caratteri. Non ricordavo bene il nostro primo incontro. Le nostre mamme erano migliori amici fin dal liceo e avevano deciso anche di frequentare l'università insieme, instaurando in tutti quegli anni un'amicizia che io per molto tempo avevo invidiato. Era così pura e sincera, entrambe ci tenevano a essere trasparenti tra di loro. Essendo molto legate e anche giovani, si erano promesse che avrebbero voluto che i figli avessero la stessa età e che riuscissero a instaurare un rapporto semplice e puro come il loro, così, senza nemmeno farlo apposta, la mamma di Tommy rimase incita e così decise di provarci anche la mia.

In ciascun ricordo della mia infanzia c'era sempre quel ragazzino dai capelli biondi così chiari che sembravano addirittura bainchi, e come dimenticarsi di quei occhi piccoli e azzurri? Il primissimo ricordo che avevo di lui era del giorno del mio compleanno, che lui, vestito con una camicia azzurra e un paio di pannolini neri, si era avvicinato, incoraggiato dalla madre, con una piccola rosa in mano per regalarmela. Le sue guanciotte rosse rimasero sempre impresse nella mia memoria. Avevamo solo cinque anni, ma avevamo già capito che tra noi ci sarebbe stato qualcosa. Un qualcosa che avrebbe segnato entrambi per l'impatto che avrebbe avuto nelle nostre vite. Un'amicizia uguale a quella delle nostre mamme.

STARLIGHT 2 ( MOONLIGHT)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora