Capitolo 68.

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"Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che facciamo mentre sta passando" (Albert Einstein)

Svegliarsi la mattina dopo una notte passata al freddo, coperta da una giacca e riscaldata solo da un falò formato da libri di filosofia, mi risultò davvero difficile. Ancor più difficile fu tornare a piedi a casa alle quattro del mattino dopo una bella oretta e mezza di camminata solo per arrivare nel mio letto e infilarmi tra le coperte. Mi dimenticai pure di mettere la sveglia, ma a quanto pare Gracia era riuscita a prenderne il posto. La mia coinquilina, quando era di buonumore, aveva la strana abitudine di mettere la musica ad alto volume e di cominciare a cantare a squarciagola per tutto l'appartamento. E sarebbe stato anche sopportabile se solo fosse stata almeno intonata. Scesi dal letto solo perché sapevo che non sarei più stata in grado di riaddormentarmi e cominciai a prepararmi per andare a lezione, mi avrebbe distolto dai pensieri sulla sera precedente risollevandomi un po' il morale.

«Buenos día, mi niña» mi salutò con entusiasmo.

«Buongiorno» risposi, e mi indirizzai subito verso la porta per non sentire più quella musica spagnola sulla bellezza e l'allegria della vita . Non avevo bisogno di canzoni ne allegre ne deprimenti, solo di silenzio. Incontrai all'ingresso del condominio Ale, che si stava sistemando la giacca e lo raggiunsi per salutarlo. I miei amici erano la migliore soluzione ai miei problemi.

«Ciao Ale» lo salutai.

«Daisy, sei scesa abbastanza presto oggi. Come mai?»

«Gracia, mi ha svegliata»

«Ah sì, ho sentito la musica ma non pensavo provenisse dal vostro appartamento. Soprattutto perché so bene che tu la musica ad alto volume al mattino la sopporti» commentò.

«Già, a quanto pare sono l'unica a non riuscire ad ascoltare la musica  al mattino» risposi.

«Vieni a fare colazione con me? Non sono riuscito a mangiare nulla questa mattina perché Nico ha svuotato completamente la dispensa di dolci che avevamo, e non ho mangiato nulla» propose.

«Sì, ti faccio compagnia. Nemmeno io ho mangiato» confessai.

Restare in quell'appartamento con quella musica mi aveva fatto passare persino la voglia di fare colazione, e ce ne voleva per farla passare a me che non carburavo senza prima mettere qualcosa sotto i denti.. Decidemmo di andare in una caffetteria vicino all'università, in modo tale da poter stare il più tranquilli possibile e poter mangiare con massima calma. Non parlammo di molto, se non di Nico che stava dando i numeri a causa di Sara.

«Pensa che la notte si chiude a chiave nella sua stanza da quanto ne ha paura» confessò Ale, quando ci accomodammo ai nostri posti: «Ti ha più dato problemi?»

«Per mia grandissima fortuna sembra essersi finalmente data una calmata, quindi spero vada avanti così»> confessai.

«Guarda un po' chi c'è là» disse Ale, alzando il braccio per farsi notare. Aveva visto Tommy, che un'ora e mezza prima della lezione si era presentato alla caffetteria probabilmente per fare colazione. Non mi dispiaceva che si trovasse lì, mi ricordava molto quando da piccoli lui mi era stato accanto dopo aver saputo che Ethan aveva raccontato tutto a mia madre. Ci vide e venne a sedersi al nostro tavolo.

«Come state?» domandò, togliendosi la giacca.

«Bene, tu?» rispose Ale.

«Bene, di che cosa stavate parlando? Vedevo Daisy parecchio preoccupata» già, Tommy aveva capito.

Certo, aveva solo sbagliato il motivo per il quale mi aveva vista preoccupata.

«Di Sara e della paura che Nico prova nei suoi confronti» risposi.

«Effettivamente Sara fa giusto un po' paura» confessò Tommy:« Una volta mi ha lanciato un'occhiataccia con quegli occhi verdi che mi sono venuti i brividi dallo spavento»

«Sapete, ogni tanto fa paura anche a me. La sento in cucina, alle tre del mattino che va a mangiare apposta tutte le cose alla crema che trova, come se avesse paura che tu ti presentassi la mattina a fare colazione» sghignazzò Ale.

Quella ragazza continuava a lasciarmi senza parola e, anche se cercavo di capirla in qualche modo, non ci riuscivo. I suoi ragionamenti erano troppo contorti.

«Tanto ormai non si deve più preoccupare di me, Ethan può anche essere tutto suo» dissi.

Tommy mi guardò confuso, come se non riuscisse a capire perché avessi detto quella frase.

«Ethan è e sarà sempre tuo, non ti devi nemmeno preoccupare. Quello che è successo è grave, perché ti ha nascosto una cosa che tu reputavi importante, ma ammetti che l'ha fatto per non farti andare via di nuovo» pensò Ale e non aveva tutti i torti.

«Cos'è successo?» domandò Tommy,

«Sai chi è la donna con cui si è risposato mio padre?»

«No» rispose Tommy.

«La madre biologica di Ethan, e lui lo sapeva» spiegai in breve.

«La madre biologica di Ethan?» chiese sconvolto Tommy.

«Ma voi due che conoscete Ethan da quando siete piccoli, non avete mai parlato della sua madre biologica e del fatto che quella che voi avete conosciuto era solo la sua matrigna? Non mi avevi raccontato che giocavate sempre tutti e tre insieme?» mi domandò Ale abbastanza confuso.

«Non ne abbiamo mai parlato, ma per il semplice fatto che Ethan era molto chiuso in particolare modo riguardo alla sua famiglia. Non ci ha mai fatto sapere niente. Abbiamo conosciuto quella che è la sua matrigna , una donna molto gentile e disponibile, ma suo padre per esempio non abbiamo mai avuto occasione di incontrarlo perché, proprio come il figlio, è sempre stato un uomo molto chiuso. E sono senza parole per la coincidenza assurda. Sua madre e tuo padre? Non me lo sarei mai aspettato» raccontò Tommy.

« A chi lo dici, nemmeno io. E nessuno mi ha mai detto nulla»

«Mi dispiace, Daisy. Più che altro, immagino sia un colpo davvero pesante da sopportare» continuò quello che da piccoli era il mio migliore amico.

«Sono cose che capitano»

«Ma sappi che per qualsiasi cosa, io ci sono» mi rincuorò.

« Ovviamente puoi contare anche su Noemi e su di me» mi disse anche Ale. Mi sentii così fortunata ad essere circondata da persone che mi volevano davvero bene. Uno dei più grandi sogni che avevo quando ero piccola era quello di crescere e di riuscire a trovare amici sinceri da avere al mio fianco, E la fortuna me li aveva fatti trovare a soli diciannove anni..

«Grazie» risposi.

«Adesso sei solo scossa per quello che hai scoperto e hai bisogno di tempo per riprenderti, ma sono sicuro che una volta che si saranno calmate le acque le cose tra te ed Ethan si sistemeranno» spiegò Tommy: « Insomma, il destino vi ha fatto rincontrare dopo tutti questi anni e un motivo ci sarà. Sicuramente non quello di stare separati e distanti nella stessa città»

«Anche secondo me, hai solo bisogno di metabolizzare il tutto e andrà meglio» concluse Ale.

STARLIGHT 2 ( MOONLIGHT)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora