Capitolo 34

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Canzone per il capitolo:

- So nice to meet Ya - Hayden Calnin


<<Gli avvenimenti della nostra vita sono come le immagini del caleidoscopio nel quale ad ogni giro vediamo una cosa diversa, mentre in fondo abbiamo davanti agli occhi sempre la stessa. (Schopenhauer)>>

Vedere Tommy che sedeva sul divano del mio appartamentino mi faceva uno strano effetto. Erano anni che lo vedevo e, comunque, in generale anche solo il pensiero di lui che faceva parte della mia vita mi sembrava strano, non ero più abituata a pensare a lui come parte integrante della mia quotidianità. Mi squadrava da capo a piedi, quasi come se fosse sia prima volta che mi avesse vista dopo tanto tempo.

<< Ciao Daisy, scusa se non ho nemmeno avvisato del fatto che sarei venuto, ma non avendo i tuoi contatti non potevo fare altrimenti. Nel frattempo ho avuto modo di conoscere la tua simpatia coinquilina>>  fece cenno a Gracia.

La ragazza si intimidì improvvisamente prima di prendere una confezione di biscotti e avvicinarsi a me per dirmi:<< Esto chico mi gusta molto>> facendomi anche l'occhiolino, poi si allontanò chiudendosi nella sua stanza.

Tommy non deludeva mai con il suo fascino, nemmeno dopo tutti quegli anni, in cui era cambiato, certo, ma la sua bellezza continuava a fare colpo su chiunque. Mi sistemai sul divano accanto a lui, pronta ad ascoltare le sue parole e a cercare di capire come mai si trovasse là.

<< Come stai, Daisy?>> domandò, lasciando contemporaneamente spazio per un sorriso sul suo volto.

<< Un po' stanca, è stata una giornata un po' pesante all'università, ma per il resto tutto bene. Tu?>> domandai.

<< Molto bene. Scusami davvero se mi sono precipitato qui senza nemmeno un avviso, ma volevo solamente vederti e parlarti, un po' come ai vecchi tempi>> spiegò e non potei fare a meno di sorridere a quella sua risposta.

Sentire quel 'come ai vecchi tempi' inevitabilmente mi fece saltare con la testa nel passato, nel periodo in cui io e Tommy eravamo particolarmente uniti e inseparabili. Ci conoscevamo da tantissimo tempo, semplicemente perché le nostre mamme erano migliori amiche ed erano state in grado di mantenere il loro rapporto per moltissimo tempo. Il loro sogno era quello di avere due figli e di riuscire a trasmettere la stessa amicizia che avevano costruito loro con il tempo. Beh, in un modo o nell'altro, ci erano riuscite, perché io e Tommy negli anni avevamo instaurato un rapporto in grado di superare qualsiasi avversità, ovviamente tutto ciò prima che arrivasse Ethan.

La nostra amicizia pre-Ethan era davvero sincera. Tommy era estroverso come me, perciò quando eravamo insieme riuscivamo benissimo a rapportarci con le altre persone senza farci troppi problemi. Lui aveva i suoi amici, io i miei, ma nessuno di loro superava noi due. Sia alle elementari, sia alle medie, ogni volta che lui aveva bisogno di dirmi qualcosa di importante, mi diceva la nostra solita parola d'ordine, 'S.I.T.P ', e da lì capivo tutto. Ci allontanavamo dal resto del mondo  e ci rintanavamo nel nostro, pronti a sentire l'uno le parole dell'altro.

Cos'era 'S.I.T.P'? Una sigla per un nostro messaggio importante, ovvero 'scappiamo insieme ti prego'. Era un nostro modo di avvertirci che non stavamo più bene e che volevamo starcene per conto nostro, ma insieme.

Ne avevamo passate un po' insieme, forse così tante da non riuscire nemmeno a ricordarle tutte.

<< Non ti preoccupare, davvero, mi dispiace solo che tu abbia aspettato tanto prima che tornassi>> mi scusai.

<< Figurati, non ti devi assolutamente preoccupare>> disse.

<< Vuoi che ti prepari qualcosa? Una tazza di caffè? >> domandai, sentendomi a disagio nel suo silenzio. Non mi era mai successo di non sentirmi tranquilla con Tommy, e forse ciò era dato dal fatto che non ci vedevamo da un po'.

<< No, la tua coinquilina è stata molto gentile, me ne ha già offerto uno>>  rispose. << Da quanto tempo è qui in Italia lei?>>

<< Questo è il secondo anno. Sta studiando farmaceutica, un po' difficile, ma sembra che lei se la stia cavando>>  raccontai.

<< E tu invece? Come mai hai scelto di fare l'università qui?>>  domandò.

<< Era la città più vicina. Vivevo con mia mamma in un paesino piccolino, a due ore da qui, e non c'erano università. Quindi mi sono dovuta trasferire qui per poter continuare con lo studio>> spiegai.

<< Sembra che tu ti sia inserita subito in questo ambiente>>

<< Sì, ma solo perché con me ci sono Noemi e Ale, li ho conosciuti al liceo e, avendo gli stessi interessi, ci siamo trasferiti insieme qui per sopportarci con lo studio e non solo, anche per mantenere i nostri rapporti>>

<< Mi ricorda noi, quando eravamo davvero piccoli. Ti ricordi che volevamo seguirci ovunque, per non perderci, e addirittura andare a vivere, un giorno, insieme, nella nostra gigantesca casa sull'albero>> i ricordi riaffiorarono e fu impossible non scoppiare a ridere insieme per gli assurdi sogni che avevamo da piccoli.

<< Mi ricordo molto bene. Volevamo anche costruirci accanto una casa per tutti gli animali sperduti che trovavamo per strada>> continuai a pensare. Il mio sogno, quando ero molto piccola, era quello di costruire un rifugio in grado di poter ospitare tutti gli animali che erano stati abbandonati da qualche parte, in strada.

<< Quanto passa in fretta il tempo e, soprattutto, quante persone dopo un po' tornano nella tua vita, nonostante le colpe del passato>> l'argomento a quanto pare si era spostato altrove, e sembrava averlo anche fatto apposta a tirarlo fuori, come se avesse voluto togliere una spina dalla pelle.

Il riferimento era stato fatto con chiare intenzioni, ovvero arrivare a parlare di Ethan e del rapporto che ho con lui. Non volevo dare troppo nell'occhio che avevo capito, perciò mi comportai come se quella domanda fosse senza doppi fini.

<< L'importante è la loro voglia di rimediare, nonostante tutto>>

<< Gli errori che si commettono nel passato poi si ripercuotono inevitabilmente anche sul futuro e, soprattutto, possono essere ripetuti>> affermò.

<< Gli errori possono ripetersi, ma solo se la persona in questione ha voglia di fare in modo che ci succeda... Non è detto che sia lo stesso modo per tutti>>

<< Tu hai troppa fiducia nelle persone>> focosi che il mio umore cambiò completamente. Sentirlo parlare di fiducia e di Ethan, in modo indiretto, mi faceva male, perché Tommy era l'unica persona a sapere come mi sono sentita dopo aver pensato che Ethan avesse tradito la mia fiducia, e il fatto che in quel momento avesse deciso di far riemergere tutto mi faceva il doppio più male.

<< Prima devono guadagnarsela o meglio, riguadagnarsela>>

<< Beh, non mi sembra ci abbiano messo tanto>> i suoi riferimenti al mio rapporto Ethan cominciavano a darmi fastidio.

<<Tu? Quando cominci a presentarti in università?>> cambiai argomento.

Si rese conto del fatto che ciò di cui stavamo parlando non avrebbe fatto altro che portarci ad una discussione, perciò, dopo qualche attimo di silenzio, disse:<< Spero molto presto, anche perché mi hanno parlato molto del vostro professore di estetica. Mi sembra un uomo molto interessante e poi... >>

Continuò a parlare, ma in quel momento il mio cellulare cominciò a vibrare, esattamente come quando mi arrivavano i messaggi, perciò, mentre Tommy continuava a parlare senza guardarmi, fissai lo schermo e sorrisi quando lessi il messaggio da parte di Ethan:

Da Ethan: Ti va di vederci questa sera a casa mia?

STARLIGHT 2 ( MOONLIGHT)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora