Capitolo 66.

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"Lo spazio non e' affatto lontano. E' solo ad un'ora di macchina, se la tua macchina puo' andare dritto in alto" (Fred Hoyle)


«Piano: far incontrare Daisy e suo padre.
Punto uno: Noemi chiama lo studio dentistico per prendere un appuntamento facendo espressamente richiesta di incontrare il signor Umberto.
Punto due: Daisy, Ale, Noemi ed Ethan si sposteranno insieme con la macchina di Ale.
Punto tre: appostasi fuori dallo studio e controllare che la donna antipatica non sia nei paraggi»


«Donna antipatica?» domandò Ale, interrompendo la lettura della lista di Noemi.


«Ale, avevo chiesto massimo silenzio o interruzione solo il caso di domande davvero serie» sbuffò Noemi, e dopo qualche respiro profondo, ricominciò a leggere:«Punto quattro: Daisy, Noemi ed Ethan entrano nello studio, mentre Ale resta fuori in caso di qualche uscita di corsa»


«Perché io devo fare quello che sta in macchina? Mi perdo tutto il divertimento» si lamentò Ale, facendo sorridere me ed Ethan, ma facendo arrabbiare Noemi che questa volta non gli rispose nemmeno, ma continuò a leggere cercando di mantenere la calma.

«Punto cinque: Daisy ed Ethan entreranno in studio mentre io resterò fuori a guardare che non arrivi nessuno tipo la donna antipatica.
Il resto verrà da sé, spero solo che il mio piano vada bene» concluse.


Il piano di Noemi mi convinceva sempre di più, mano a mano che me lo ripetevo mentalmente. Ero davvero contenta di avere delle persone come loro al mio fianco, pronte a sostenermi quando ne avevo più bisogno.


«Spero solo non ci sia quella donna oggi, perché so bene che sarebbe capace di mandare all'aria tutto quello che hai pensato» dissi a Noemi.

Speravo con tutta me stessa che quel pomeriggio le cose sarebbero potute andare meglio di com'erano andate l'ultima volta. Noemi aveva già chiamato per prendere appuntamento con mio padre e la risposta era stata più che positiva.


«Almeno il primo punto è andato bene. Abbiamo l'appuntamento con tuo padre e sappiamo che sicuramente lo incontreremo. Perciò su, mettiamoci in moto con il secondo punto» ci incoraggiò Ale a proseguire con la lista di Noemi.

Ci alzammo dal divano del salotto di Ale e cominciammo a prendere un paio di cose da mangiare durante il viaggio, giusto perché avremo passato due ore chiusi in auto per poter arrivare in tempo all'appuntamento.

Salimmo in macchina. Ale alla guida con Noemi accanto e lui, io e Ethan dietro.

Sembravano tutti abbastanza carichi, tranne Ethan. Lui rimase seduto sul sedile dell'auto immerso nei suoi pensieri e la cosa mi preoccupò non poco. Non riuscivo a capire che cosa avesse. Anche durante la lettura della lista di Noemi non sembrava per niente entusiasta di quello che stavamo per fare.


«Va tutto bene?» domandai sussurrando.


«Sì, perché?»


«Non lo so, non mi sembri per niente convinto di quello che stiamo facendo» dissi.


«Sai bene cosa penso di questa storia di far incontrare te e tuo padre. Non mi piace l'idea, so bene che sarebbe capace di farti davvero tanto male e non ci tengo a vedere una persona come lui che ti fa soffrire. In più, che certezza hai di non trovarti di nuovo di fronte la sua nuova moglie? Le probabilità che lei lavori in quello studio in un ufficio tutto suo sono alte, altrettanto alta è la possibilità che la incontri anche per sbaglio. Lavora lì. Mi sembra più che scontato» spiegò Ethan, facendomi preoccupare ancora di più di quanto non lo fossi già.

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