Capitolo 47.

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<<Pero que haces aquí ?>> domandò quella mattina Gracia, ma io non seppi cosa risponderle, visto che mi sembrava normale trovarmi a quell'ora a fare colazione.

<< Perché non dovrei?>> chiesi confusa.

<< è miércoles oggi o mi sbaglio?>>

Al momento non riuscii comunque a cogliere quello stupore presente sulla sua faccia... Alla fine era solo una giornata come le altre, cosa avrei mai dovuto fare di mercoledì... Quasi presi uno spavento quando mi resi conto di cosa mi ero dimenticata.

<< Oddio>> esclamai, alzandomi immediatamente dalla sedia e correndo in camera mia per andare a preparami e uscire dall'appartamento prima che i pasticcini di Ale finissero.

Mi stupii di me stessa per la cosa che mi ero dimenticata, ma in un certo senso mi perdonai perché era già tanto che io avessi trovato la forza di alzarmi quella mattina e di pensare a qualcosa che non fossero le parole di Sara. Già, mi aveva davvero lasciata senza parole. Non riuscivo a capire come una persona riesce ad abbindolare Ethan in modo così straordinario come ci riusciva lei.

La sera precedente erano successe delle cose che avevano urtato la mia calma, ovviamente grazie a Sara.

Dopo avermi fatto quel discorso da 'tanto Ethan è mio', ha passato buona parte della serata attaccata a lui. Li vedevo bene. Sorridevano, cantavano insieme le canzoni della band di Ale, e si erano anche avvicinati al mio bancone per chiedermi da bere. Cercai di fare finta di niente, non era assolutamente nel mio carattere mostrarmi infastidita davanti ad altre persone, o comunque, esprimere emozioni negative in un posto pubblico. Soprattutto sul posto di lavoro, dove bastava che Sara ti vedesse con il muso davanti ad un cliente e potevi considerarti a rischio licenziamento.

Sara quella sera aveva cercato in tutti i modi di far smuovere la parte più brutta di me. Lo vedevo dal modo in cui, proprio davanti a me, cercava di attirare l'attenzione di Ethan a tutti i costi. Gli toccava le braccia, ogni tanto le mani... Per fortuna che lui, ogni volta che lei lo faceva, si allontana di poco per sottolineare il fatto che quel comportamento non fosse proprio giusto nei miei confronti.

Due sono stati i momenti della serata dove stavo quasi per perdere la pazienza: il primo, quando Ethan, dopo aver finito di bere si era avvicinato per lasciarmi un bacio sulle labbra e la signorina l'ha letteralmente tirato via da me per impedire che potesse succedere; il secondo, quando a fine serata Ethan l'ha dovuta riaccompagnare a casa perché era tardi e l'autobus che prendeva solitamente non passava più.

Insomma, avrei sfidato qualsiasi ragazza a mantenere il controllo in quelle situazioni.

Io, avendo un carattere tranquillo e pacifico, avevo dovuto invocare un paio di volte Epicuro per ricordarmi che 'Dobbiamo allo stesso tempo ridere, filosofare, amministrare la nostra casa, usare di quant'altro è a nostra disposizione e non cessare mai di proclamare le parole della retta filosofia'. Già, la filosofia riusciva a salvarmi in qualsiasi ambito ormai.

Uscii finalmente dal mio appartamento e arrivai in men che non si dica davanti alla porta di Ale. Bussai con insistenza. I pasticcini alla crema dovevano essere miei.

Sentii finalmente dei passi e fu Ale ad aprirmi la porta:<< Assurdo Desiré, sei arrivata tardi il mercoledì! Non me lo aspettavo da parte tua>>

Mi feci spazio per entrare e nel frattempo domandai:<< Dimmi che sei riuscito a tenermi da parte qualcosa alla crema>> sembrava quasi che lo stessi supplicando.

Quando arrivai in cucina, trovai Nico, Sara ed Ethan a tavola che stavano bevendo il caffè. Nel piattino con i dolci, c'erano solo pasticcini al pistacchio o al cioccolato... Stavo per avere una crisi di nervi alla sola idea che ero stata così stupida da dimenticarmi che fosse 'M E R C O L E D ì'.

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