Capitolo 50.

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La pressione degli esami cominciava a farsi sentire. Alcuni professori avevano messo gli appelli già a distanza di un mese e io non mi ero portata particolarmente avanti. Semplicemente mi ero dedicata solo a dei corsi specifici, altri li avevo lasciati da parte, non perché non mi piacessero, ma perché non avevo molto tempo. Frequentare l'università era difficile, soprattutto quando si avevano giornate infinite ed orari improponibili. L'unica cosa che mi consolava era il fatto che comunque stavo facendo ciò che amavo di più al mondo, stavo studiando filosofia, dunque non mi buttavo giù di morale tanto facilmente.

Era una giornata in cui non avevo lezione all'università, quindi la mattinata ero completamente libera dalle lezioni. Ne approfittai per mettermi in pari con lo studio. Studiai fino a mezzogiorno, fino a quando la mia pancia non mi avvisò del fatto che erano ore che stavo sui libri e che avevo bisogno di una ricarica.

Uscii dalla mia stanza e mi andai in cucina. Nel silenzio più totale del mio appartamento, Gracia quella mattina infatti non c'era perché aveva lezione.

Non riuscii a cucinare qualcosa, la mia testa si spostò subito a concentrarsi su quello che mia madre aveva detto la sera precedente. Alla fine era colpa di entrambi se si erano distanziati, era colpa solo di papà per aver preso quella scelta.

Il mio cellulare era in mano, e senza nemmeno pensarci due volte il dito scivolò sullo schermo in cerca del suo contatto. La mia voglia di sapere era più forte di qualsiasi altra cosa, volevo sapere perché, anziché cercare di sistemare il rapporto con mia madre, aveva preferito cercare amore in un'altra persona.

La chiamata partì, ma subito intervenì la parte razionale di me che mi disse che non era una cosa da fare. Non potevo chiamarlo così, dal nulla, e fargli una domanda talmente importante. Cosa gli avrei detto poi?

'Ciao papà, o almeno, tu che eri mio papà, potresti dirmi perché hai tradito mia mamma? Non ci sentiamo da anni, lo so, ma voglio saperlo.' ?

No, non era assolutamente cosa da me. Perciò chiusi la chiamata immediatamente e tornai con la testa in quell'appartamento. Non potevo qulfarlo. La Daisy del passato sarebbe rimasta profondamente delusala da quella del presente se fosse successa una cosa del genere.

Qualcuno suonò alla porta dell'appartamento e ne rimasi abbastanza sorpresa. Chi mai sarebbe dovuto venire qui? E per quale motivo? La mia testa spaventata e confusa pensava che poteva trattarsi di quella pazza di Sara, ma non volevo crederci molto alla cosa.

Mi avvicinai allo spioncino della porta d'ingresso per controllare e subito presi un sospiro di sollievo.

<< Ethan>> lo salutai aprendo la porta d'ingresso.

<< Buongiorno>> entrò nel mio appartamento con due scatole di pizza:<< Ho portato qualcosa di buono da mangiare, così pranziamo insieme>>

Sorrisi per la sorpresa che mi aveva fatto. Non mi sarei mai aspettata di trovarlo lì, anche perché quella mattina ci eravamo sentiti davvero poco, io per lo studio, lui perché aveva lezione, e non ci eravamo messi nemmeno d'accorso su quando vederci.

<< Grazie mille>> gli diedi subito un bacio sulle labbra.

Ero davvero felice di poter passare altro tempo con lui. Ogni volta che lo vedevo era come se sentissi la necessità di recuperare il tempo che avevamo perso in tutti quegli anni, per me era davvero necessario farlo.

I sensi di colpa per averlo accusato di una cosa che non aveva fatto si presentavano puntualmente ogni volta che mi ricordavo di quel periodo della mia vita. Era assurdo per me pensare che avevo accumulato una tale rabbia nei suoi confronti per un'incomprensione. Per aver dato ragione alla persona sbagliata e per non esser mi fidata dell'unica che mi aveva dimostrato fiducia.

STARLIGHT 2 ( MOONLIGHT)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora