Capitolo 36.

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Canzone per il capitolo:

Twenty One Pilots - The Run And Go

Mi ha scosso, non che tu mi abbia mentito, ma che io non ti creda più.
(Friedrich Nietzsche)

Svegliarsi la mattina con il sorriso non era una mia abitudine, anzi, la maggior parte delle volte a causa della sveglia era già tanto se avevo voglia di uscire di casa. Quella mattina, invece, ero davvero felice. Il motivo era più che evidente. Avevo sistemato le cose con Ethan, avevamo capito entrambi che non aveva senso starcene lontani soprattutto per un motivo come quello, ovvero il ritorno di Tommy. Certo, Ethan non avrebbe mai accettato il fatto di vedermi insieme a Tommy, chiaramente come amici, ma sapevo anche che in qualche modo anche quello si sarebbe risolto.

La sera prima, i ragazzi, giocando a uno, si erano ubriacati giusto un po', tanto che ad un certo punto si erano addormentati tutti un po' ovunque nella stanza. Si svegliarono la mattina molto presto e decisero di a tornare nelle loro abitazioni, anche perché il giorno dopo ci sarebbe stata un'altra giornata di università da affrontare.

Ci avevo provato anche io, in realtà, ma la stretta di Ethan era troppo forte. Ci eravamo addormentati entrambi sul divano, occupandolo tutto. Mi ero promessa di non chiudere occhio in modo tale da essere consapevole del tempo che stava scorrendo e poter tornare nel mio appartamento prima che si facesse troppo tardi, ma le braccia, strette attorno al mio corpo, di Ethan avevano reso l'ambiente così caldo, e il suo profumo così familiare, mentre il suo respiro, che sfiorava delicatamente il mio collo, mi accarezzava quasi come se mi stesse intimando di chiudere gli occhi e di mettermi a dormire. Alla fine, riuscii a convincere Ale ad andare via senza di me e a riaccompagnare Noemi, che non si voleva nemmeno alzare da terra.

Ero convinta del fatto che quel giorno all'università non ci sarebbero andati molti di noi.

Aprire gli occhi e sentirsi ancora al sicuro dal resto del mondo grazie alle braccia di Ethan, pensavo fosse quello il tipo di felicità che avrei sempre voluto conservare in boccetta, per poi poterlo ritirare fuori nei momenti più difficili, perché, si sapeva, la felicità era la più grande cura dei mali.

Non sapevo che ora fosse e nemmeno quanto in ritardo mi fossi svegliata, ma in quel momento non contava. Alla fine un giorno di università non mi avrebbe portato nessuna perdita, anche perché ero già avanti con lo studio, potevo stare tranquilla.

<< Ti sei svegliata, dormigliona?>> mi domandò Ethan, con voce roca e assonnata.

Sbadigliai per il sonno e mi voltai attentamente con il volto verso il suo, facendo attenzione sia a non cadere dal divano, sia a non spostarmi dalle sue braccia:<< Non sapevo fossi già sveglio>> sussurrai.

<< Sì, da un po' in realtà. Ho tenuto d'occhio l'ora per un po'>> rispose.

<< Che ore sono?>>

<< Le sette e mezza. Pensa che dopo la giornata di ieri, siamo ancora in tempo per andare all'università>> ridacchiò e si avvicinò un po' di più a me, per appoggiare le labbra sulla mia fronte e lasciarvi un bacio:<< Hai dormito bene? Volevo spostarti, ad un certo punto, nel letto in camera mia, ma avevo paura di svegliarti>>

<< Sì, ho dormito bene>> la mia testa non riuscì a fare a meno di pensare che era impossibile non dormire bene vicino a Ethan. Alla fine, non importava il posto o la comodità, ma la persona.

STARLIGHT 2 ( MOONLIGHT)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora