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>Oggi, che per te è un giorno importantissimo, vorrei augurarti un'immensa fortuna. Ti ho sentita suonare davvero poche volte, ma mi è bastato a capire che vali. Dimostra quello che sai fare e quella che sei, il pianoforte è ormai il tuo mezzo di espressione. Sono lì che ti metto un po' di forza e non vedo l'ora che torni vincente! Buongiorno, Cole, spacca tutto<
È l'alba e venire svegliata da messaggi del genere mi fa solo sorridere.
Fuori il sole si è appena alzato con me, le mie amiche ancora dormono e io non so cosa rispondere al messaggio. Mi guardo un po' in giro, persa >Grazie, davvero, sento la tua positività. Metterò tutta me stessa e spero vivamente di ritornare con qualcosa in mano. Buona giornata, Luca, e grazie ancora<

Arrivate in teatro mi accorgo di essere più agitata di quanto pensassi ‹Ragazze è una follia›
‹Ma che dici! Straccerai tutti, il tuo pezzo merita milioni di applausi e riconoscimenti› cerca di rassicurarmi Lea, mettendomi un braccio intorno al collo.
Sospiro cercando di raccogliere dall'aria un po' di coraggio che mi serve tanto in questo istante ‹Okay, io entro da qui, la platea per voi è da quest'altra parte. Ci vediamo alla fine›
Mentre imbuco le scale che mi porteranno nel backstage, mando un bacio volante alle mie amiche e gli sfoggio un grande sorriso, apparentemente rilassato, ma tesissimo.
Appena arrivo, un uomo distinto seduto ad un tavolo con una lista in mano mi chiede nome e cognome. Mi affida un pezzo di carta con il numero della mia esibizione da attaccare sui vestiti. Questo è un concorso a numero chiuso che prevede 100 partecipanti, e li ha. Io sono la numero 022, tra i primi, insomma. Credo di essere un po' più agitata di prima, ma cerco di trovare un pizzico di calma.
Seguo un corridoio che mi porta nella sala d'attesa di tutti i pianisti. Inizio ad inquadrare un po' le facce e cerco di osservare le loro mani per capire quanta energia tirare fuori. Sembrano tutti molto preparati, molto convinti e già pronti alla vittoria. Ci sono persone dai 16 ai 25 anni e credo sarà una bella battaglia.
Manca meno di un'ora all'inizio del concorso e sono appena entrata in modalità superconcentrazione.
Mentre sono intenta ad ascoltare il mio pezzo da una registrazione sul telefono, qualcuno mi tocca la spalla.
Sobbalzo. La mente mi rimanda immediatamente ad Alessio, che oggi è qui, ma appena giro lo sguardo e tolgo le cuffiette dalle orecchie, tiro un sospiro di sollievo perché non trovo lui, ma un ragazzo mai visto prima che mi sorride ‹Hey, sei la numero 022?›
Annuisco, mostrandogli il mio numero appiccicato ai miei pantaloni.
‹Magnifico! Piacere, Christian, numero 023. È una mia tradizione conoscere gli artisti che suoneranno prima e dopo di me, quindi eccomi›
È strambo, ma interessante ‹Piacere mio, sono Nicole› gli porgo la mano che lui stringe.
Parliamo per qualche minuto cercando di compatirci a livello d'ansia e, ovviamente, conoscendoci un poco. Mi ha fatto piacere interagire con qualcuno, direi che mi sono abbastanza ambientata e manca davvero pochissimo all'inizio.
Arriva lo stesso signore ben vestito che mi ha accolta all'entrata ‹I numeri 001, 002 e 003 possono venire con me› annuncia, così, il via.
Un brivido assordante mi percorre la schiena e cerco di scansarlo scrollandomi un poco.
Tento di fare mente locale e restare assolutamente seria nel mio e bloccare totalmente la mente a quest'istante per far in modo che tutta la concentrazione non se ne vada.

‹Okay, adesso vengono i numeri 022, 023 e 024› ci chiama l'uomo.
È arrivato il momento. Una scarica di adrenalina mi assale completamente e in pochi minuti mi ritrovo dietro le quinte, affacciata sul palcoscenico sul quale si sta esibendo il numero 021, dopo tocca a me. Il palco è davvero immenso e così anche il teatro stesso, compreso il pubblico. Mi sento sicura di me, ferma, decisa, pronta a dare più del mio massimo. Non sto prestando attenzione all'esibizione corrente, da tanto sono immobile nei miei pensieri.
Chiamano il mio nome e, dopo aver ricevuto il supporto di Christian, cammino a spalle larghe verso il pianoforte aprendo la mia bocca in un sorriso emozionato ma controllato.
Mi siedo al piano, metto gli spartiti che mi serviranno solo per dare qualche occhiata e, non appena annunciano la mia canzone, appoggio le mani sui tasti ed inizio a suonare.
Immergo me stessa da capo a fondo nel pezzo e faccio in modo di diventare un tutt'uno col pianoforte, di essere una sola anima, e di rivivere tutte le emozioni che provai mentre scrivevo il brano. Mi sento leggera e fragile, ma con una potenza e carica interminabili, immense, orgogliose. Sì, mi sento proprio orgogliosa in questo istante come non mai. Orgogliosa del percorso che ho fatto fino ad oggi, di quello che sto vivendo e di questo nuovo mondo della scrittura che mi si è aperto e credo non trascurerò. Mentre accarezzo e curo con amore e passione i tasti del piano, percepisco che il mio pezzo è davvero bello, ricco e cerco di farlo capire al pubblico e ai giudici con tutta la mia anima, buttando fuori quello che voglio far arrivare agli altri attraverso le mie note. Mi sono trasformata per poco in principessa, e il mio regno è la musica, la mia musica, in questo caso. Sorrido rilassata e felice mentre le dita mi scivolano delicate sulla distesa bianca sotto esse, e le sensazioni che provo non riuscirei mai a spiegarle se non così: suonando. Sono fiera di aver scelto questa strada, questa forma di espressione. È la mia vita, e farne a meno è impensabile, impossibile.
Gli applausi sono tutti per me, ora, e sono tanti, forti, entusiasti, con eco di soddisfazione ed emozione. Lo sento, lo so, è andata perfettamente e inchinarmi davanti ad un pubblico che ha apprezzato così tanto me, il mio pezzo e la mia esibizione è eccessivamente appagante, gratificante.
Esco dalla quinta opposta da quella da cui sono entrata e credo di poter addirittura piangere dall'emozione. Mi si è espansa l'anima e... non so cosa precisamente mi sia successo, ma mi sento nuova ancora per una volta, rinata. Oggi ho suonato davvero bene, impressionando un po' anche me stessa. Sono fiera di me.
Respiro profondamente e mi volto verso il palco per assistere all'esibizione di Christian. È davvero molto capace e sa trasmettere, e il suo pezzo è davvero potente! Mi piace il suo stile e suppongo che avrà uno dei riconoscimenti in palio.
Finito il nostro blocco, torniamo nel backstage e gli faccio i miei complimenti, secondo me merita. Lui fa lo stesso con me, dicendomi che potrei fare spettacolo puro e la cosa mi mette i brividi.

«Prendi quel microfono e canta» // Alessio Bernabei [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora