Ovviamente la porta della casa di Lea è aperta tutto il giorno, tutti i giorni. Ma perché non la chiude?
‹Sono il ladro, è permesso?› entro.
‹Sei una stupida› mi accoglie abbracciandomi.
‹Quando imparerai a chiuderti a chiave?›
‹Me la dimentico sempre aperta, non è colpa mia›
‹Ti appenderò i post-it per tutta casa come promemoria, ricordandoti di chiuderla, qualche volta›
Ci dirigiamo in salotto, dove dormiremo stanotte in comodi sacchi a pelo. Appoggio il mio borsone ai piedi del divano dove mi accascio. Oggi mi sento parecchio stanca e ieri mi è venuto anche il raffreddore.
‹Celeste?› chiedo.
‹Ha detto che ritarda un po'›
Annuisco ‹Li hai comprati i marshmallow?› stanotte faremo la chubby bunny challenge, ci sarà da ridere!
‹Certo! Ho preso tre pacchetti, quelli che avanzano ce li mangiamo nel corso della notte›
‹Mi verrà la nausea›
Arrivata anche Celeste, iniziamo a prepararci per la serata.
Indosso un paio di pantaloni che adoro da morire, sono a sigaretta e di colore rosa antico. Sopra vesto una camicia molto morbida color panna con un piccolissimo fiocchetto dietro la schiena che fa da vertice ad uno spacco sotto il quale c'è del pizzo. Ai piedi calzo degli stivaletti bianchi che adoro e che stanno a pennello con il resto. Mi trucco leggermente: mascara, ombretto color carne, blush e un po' di lucidalabbra brillantinato.Prendiamo i mezzi ed arriviamo in pizzeria, dove troviamo già Marco che ci saluta tutte con un abbraccio e bacia la sua Lea. Quanto li adoro insieme.
‹Luca sta per arrivare, è passato a prendere Connor e Francesco› ci informa Marco.
‹Ci sono anche loro?› chiedo senza pensarci.
‹Sì, abbiamo pensato di invitarli, sono simpatici! Non lo sapevate?›
Scuotiamo la testa, personalmente un pochino perplessa dal fatto che non ci abbiano detto niente, di solito decisioni del genere le prendiamo tutti insieme.
‹Avrebbe dovuto dirvelo Luca, è un testone, si dimentica tutto› si giustifica Marco ‹A voi, comunque, da' fastidio ci siano anche loro?›
‹Assolutamente no. E non credo Luca si sia dimenticato, il testone tra voi due sei tu, non lui› scherza Lea col suo ragazzo, per poi dargli un bacio sulla guancia.
Arrivati Luca, Connor e Francesco, entriamo nella pizzeria e ci sediamo al tavolo già prenotato.
Non so perché, ma mi gira un po' la testa.
Mi siedo vicino a Luca e Lea che subito iniziano a guardare il menù. Mi avvicino un po' a Lea per guardare con lei. Non mi sento molto bene e con questo raffreddore non riesco a sentire nessun sapore né odore.
‹Nicole, tutto bene? Sei un po' pallida› si accorge lei.
‹Tutto okay, è il raffreddore› la rassicuro ‹Tu cosa prendi?›
‹Sicura di stare bene?› mi appoggia una mano sulla sua spalla. La sento caldissima, come se il mio corpo fosse gelato.
‹Sì sì, tranquilla›
‹Fammi cenno se hai bisogno eh›
‹Lo farò, grazie› si preoccupa sempre per ogni minima cosa, è così dolce.
‹Bene. Comunque io prendo la mia solita: bresaola, rucola e grana e una lattina di coca-cola. Tu?›
‹Ehm, non so, ma mi sa che stasera vado di margherita e acqua frizzante, mi sento un po' pesante›
Ordiniamo le pizze che arrivano non molto dopo.
Tra chiacchiere e risate, la serata passa velocemente. Tutti si stanno divertendo e racconti che fanno morire dalle risate non mancano di certo. Tutti tranne io, che non riesco nemmeno a respirare. Ora sto molto più male di prima e credo che fra poco sverrò. Mi gira troppo la testa ed ho parecchio mal di pancia e nausea e il mio naso cola peggio delle cascate del Niagara. Non capisco più nulla di ciò che stanno dicendo tutti e sento che sto per sboccare ‹Luca, spostati, fammi passare› gli dico a stento, devo andare in bagno urgentemente.
Lui si alza ‹Nicole, tutto bene?›
Scuoto la testa correndo verso il bagno con gli occhi dei miei amici puntati su di me.
Sento che qualcuno mi viene dietro, ma se mi girassi potrei sputargli addosso.
Entro nel bagno e la porta alle mie spalle viene chiusa da qualcuno che, contemporaneamente, mi regge i capelli mentre vomito nel water. Sto malissimo, in questo momento, e mi sento molto peggio di una specie di topo delle fogne. Mi sto liberando un po' gettando questo schifo fuori dal mio stomaco, ma mi sento comunque uno straccio.
Cerco di recuperare un po' di carta igienica per pulirmi la bocca, per poi riprendere fiato.
‹A posto?› è Luca che molla la presa dai miei capelli.
Mi giro verso di lui ‹Più o meno› tiro su col naso. Sicuramente ho una faccia orribile, ma non importa.
‹Stai cominciando a riprendere colore in faccia› mi sorride, cercando di essere il più confortante possibile.
‹Ero veramente così pallida?›
Mi porge un fazzoletto per soffiarmi il naso ‹Molto, sembravi senza sangue. Ti succede spesso?›
‹No, per niente. Speriamo non sia influenza› dico ‹Oddio, allontanati, non vorrei attaccartela›
Mi sorride.
‹Dici che ho la febbre?› gli chiedo.
Mi prende la nuca fra le sue mani e mi appoggia le labbra sulla fronte per testare la mia temperatura ‹Non sembra, per il momento. Potrebbe salirti, però. Non sei per niente nelle condizioni di una che sta bene, di questo ne sono sicuro›
È stato carino ‹Grazie›
‹Di nulla, Cole. Riesci ad alzarti?›
Siamo entrambi ancora seduti a terra, cosa non molto igienica direi ‹Ci provo›
Lui si alza e mi porge le mani. Le afferro senza timore volgendogli un ulteriore sorriso di ringraziamento.
Inizio a sentirmi meglio, mentre torniamo dagli altri.
‹Cole!! Ti avevo detto di avvertimi se non ti fossi sentita bene› mi rimprovera Lea venendo ad abbracciarmi ‹Stai meglio ora?›
‹Un po'› le dico.
‹Cos'è successo?› chiede Connor un po' preoccupato.
Lo guardo e scuoto la testa ‹Non mi sento bene› sbatto a fatica le palpebre.
Decidiamo di andarcene subito, dunque ci affrettiamo a pagare ed usciamo dalla pizzeria.
‹Lea, volete un passaggio?› chiede Marco alla sua fidanzata mentre accende una sigaretta ‹Magari Nicole non si sente ancora molto bene e mi preoccupa mandarvi a casa con i mezzi›
Marco, oltre che stupido e dispettoso nei miei confronti perché mi fa sempre gli scherzi e si diverte a farmi arrabbiare, è un ragazzo molto dolce e disponibile.
‹Preferisci che ci accompagnano Marco e Luca, Nicole?› mi chiede Celeste.
‹Meglio, grazie mille› ringrazio.
Salutiamo Connor e Francesco e ci dirigiamo alla macchina.‹Eccomi› ritorno in salotto dalle mie amiche, dopo essermi messa il pigiama.
‹Direi che la chubby bunny la rimandiamo› dice Lea.
‹Decisamente› è d'accordo Celeste ‹Ti senti un po' meglio?›
‹Leggermente› mi siedo sul divano accanto a loro.
‹Ma raccontaci di Luca› Lea mi butta uno sguardo malizioso.
‹Smettila. È venuto solo ad aiutarmi mentre vomitavo. Mi ha tenuto i capelli e ha controllato se avessi la febbre› racconto.
‹Che primo appuntamento romantico: bagno, water e vomito e lui ti teneva i capelli. Un classico! Ma, senti, ha appoggiato mano o labbra sulla fronte per sentirti la temperatura?› chiede curiosa Ele.
‹Labbra›
‹Ooooh Cole, Nicole! Sensazioni?› si entusiasma Lea.
‹Finiscila! Comunque è stato molto gentile...› ammetto.
‹Secondo me gli piaci, sai?› azzarda Celeste, sdraiandosi sul divano.
Alzo le spalle.
‹Anche secondo me. In effetti fate una bella coppia! Dai su, Nicole, questa è la volta buona. E poi Luca è un ragazzo davvero d'oro, alla tua altezza. Ti tratterebbe come una principessa› aggiunge Lea.
‹Sono stanca e mi fanno male tutte le ossa› vado a rifugiarmi nel mio sacco a pelo e Lea stende subito una coperta pesante sopra al sacco.
‹Ne riparleremo, stanne certa!› Celeste mi da un bacio sulla guancia.
Le rispondo con una linguaccia.-
Vorrei sapere perché sono sotto a questo palco, in prima fila. Ci sono finita improvvisamente, senza preavviso, e non capisco nulla. So solo che è un concerto e tutto questo è strano. Stanno tutti piangendo, tranne io. Vorrei tanto sapere che succede.
Le luci si abbassano e salgono sul palco le ultime persone che vorrei vedere, o addirittura che non vorrei vedere per niente. Sono i nuovi Dear Jack, con Leiner Riflessi, il nuovo frontman della band.
Che qualcuno mi porti via da questo posto, all'istante. Potrei urlare.
Tutti continuano a piangere fontane di lacrime amare e di dolore. Ma perché?
‹Buona sera a tutti› saluta Leiner al microfono ‹Oggi siamo qui per un annuncio importantissimo›
Passa il microfono a Lorenzo, il chitarrista. Dopo la divisione da Alessio, lui è diventato insopportabile. Ha quell'aria da saggio che mi fa innervosire a morte. Subito si alzano grida e applausi.
‹Ciao Roma› inizia. Roma? Perché siamo a Roma? Mi sono trasferita e non lo sapevo?
‹A distanza di quattro mesi abbiamo capito che abbiamo sbagliato tutto. Leiner è un grandissimo cantante e intrattenitore, lo sappiamo, ma sappiamo anche che questa band è stata fondata con un altro stile, con altri colori e con altre storie. Ci siamo maledetti da soli per ciò che abbiamo combinato e mai perdonato fino ad oggi. Non che Leiner non sia alla nostra altezza o che non sia un artista. Lo è appieno, e noi lo abbiamo scoperto e gli auguriamo il meglio, ma noi siamo altro. Siamo quei fratelli a qui manca un quinto, l'essenziale. Leiner› si rivolge al nuovo cantante ‹sei stato di grandissimo aiuto e ci hai fatto capire tu stesso, con le tue parole, che è meglio così, che è giusto che noi torniamo ad essere noi›
Inizio a spaventarmi seriamente e tutte queste persone che piangono a dirotto mettono ansia.
‹Grazie mille a voi. Siete delle persone fantastiche e farete strada nel modo in cui avete sempre fatto. Siete forti. Grazie anche a voi, jackers› Leiner ringrazia il fandom che subito urla ‹per avermi accolto come si accoglie un neonato. Vi voglio bene, ma questo posto è di qualcun altro. A voi, Alessio Bernabei›
Mi parte il cuore, i polmoni, i capelli, lo stomaco e l'anima. Mi parte tutto.
Entra Alessio, con quel suo ciuffo possente e i dilatatori alle orecchie. La cosa che noto è che ha di nuovo il piercing al labbro, come i vecchi tempi. E mi viene da piangere, ma non voglio farlo.
Ale abbraccia Leiner calorosamente che, poi, esce dal palco.
La scena, ora, è concentrata sui Dear Jack, ancora uniti, i cinque fratelli di sempre. Sento che sto per scoppiare dalla felicità che voglio scacciare all'istante, sono un capitolo chiuso, ormai, e continuo a non capire in che modo io sia finita qui.
‹Sono contento di essere tornato e non me ne andrò mai più. Credo che la vita ci metta alla prova, tanto. Ed io sono stato messo alla prova da essa e ho fallito, me ne sono andato impaurito, per poi capire che tutto ciò che stavo per intraprendere da solo, in realtà non mi apparteneva per niente. Non mi apparteneva e in quei giorni mi sentivo diverso e stanco, stanco e bruciato, non ero io, non ero con chi volevo stare› si rivolge ai compagni, ai suoi fratelli.
Credo di aver sentito una lacrima amarissima scivolarmi in bocca.
‹Stavo per intraprendere l'unico viaggio della mia vita che non mi avrebbe portato da nessuna parte, in nessun posto incantato. E dunque, ragazzi› si avvicina al limite del palco per avere un contatto più ravvicinato col pubblico ‹imparate da voi stessi, sempre. E attenti alla vita che ci pone costantemente ostacoli enormi, che ci consuma quando meno ce lo aspettiamo. Sì, sì, la vita ci consuma›
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«Prendi quel microfono e canta» // Alessio Bernabei [COMPLETA]
Fanfiction«Prendi quel microfono e canta» // Alessio Bernabei TRILOGY. number 1. Un passato frastornato, segnato dal canto e da suo padre. E poi loro, la sua band preferita, che dopo la divisone l'ha resa niente. Nicole, 19 anni. Ormai crede di non poter es...