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Marcel la guardò per un lungo istante, cercando in quegli occhi nocciola una prova che non fosse Allison. Perché non poteva essere lei, giusto? La donna che ricordava era senza dubbio forte e astuta, ma quello a cui aveva appena assistito superava di gran lunga tutto... tutto quello che avesse mai vissuto nei suoi secoli di vita. Quello sguardo però apparteneva alla cacciatrice, aveva quella luce inconfondibile.

"Cosa diavolo sei?" chiese uno dei suoi. E solo allora Marcel distolse lo sguardo.

Allison fece un grosso respiro. "Questa è una lunga storia che però non vi racconterò. C'è prima qualcun altro a cui devo raccontarla, voglio che sia il primo. Senza offesa" disse loro sarcastica. "Ora, mio caro principe di New Orleans..." disse guardando Marcel.

Lui sbottò, interrompendola. Gli occhi gli si venarono e si posarono su Klaus per un istante. "Non sono il principe della città! Io sono..."

"Ti prego!" Allison alzò una mano per zittirlo. "Se stai per dire che sei il Re, risparmia il fiato. Ho sentito fin troppe cazzate ultimamente. Senti, non voglio farti del male, okay? Voglio solo prendere Klaus e andarmene da questa città per sempre. Ecco la mia proposta; ci lasci andare, nessuno viene ucciso e non ci rivedrai mai più. Hai la mia parola."

"La tua parola?" rise Marcel. "Forse un tempo sarebbe valsa qualcosa, ma ora conta praticamente zero. Se c'è una cosa che ho imparato in questi ultimi anni, Allison, è che non puoi fidarti di nessuno."

La donna si inumidì le labbra, si voltò e con un gesto deciso liberò Klaus dalle catene che lo tenevano prigioniero. "Sai, Marcel" gli disse tornando a guardarlo, dopo aver fatto un cenno all'ibrido Originale di star fermo. "Quello che hai appena detto mi ha fatto riflettere su una cosa; ho un ricordo molto chiaro di te. Eri misericordioso e gentile. Eri un po' impulsivo forse, ed eri determinato ad avere il rispetto che meritavi, che ti eri guadagnato. E guardati ora... cammini con un gruppo di vampiri che ti fanno da scorta e ho notato che ti guardi in giro con circospezione. I tuoi occhi sono pieni di incertezza, di domande, di diffidenza." Si mosse poco, lo sguardo di tutti la seguì. "Trovavo tutto questo familiare in qualche modo e non sapevo come esattamente. Poi ho capito. Sei diventato esattamente come colui che tanto dici di disprezzare..." indicò Klaus con un dito.

Lo sguardo scuro di Marcel si mosse tra lei e Klaus, l'ibrido teneva gli occhi fermi su di lui, ridotto ad una semplice ombra del glorioso Mikaelson. Non glielo avrebbe detto, ma in fondo pensava che Allison avesse ragione. Non aveva fatto nulla per diventare come Niklaus Mikaelson, anzi aveva provato ad evitare che accadesse, eppure tutti quei sentimenti che la cacciatrice aveva elencato gli erano incredibilmente familiari, troppo.

Ripensò a Davina, poi alla mano di Elijah che gli strappava il cuore su quel ponte. Accetta la sua proposta e liberati di loro una volta per tutte si disse. Della parola di Allison sapeva di potersi fidare, in verità. Ma in quella... creatura potente che gli stava di fronte, quanta Allison era rimasta?

Fece un segno col capo ai suoi uomini e quelli sparirono. "Proverò a prendere in considerazione la tua offerta" disse proprio a lei. "Ma a due condizioni."

"Sono tutta orecchi" lei gli diede le spalle e sorrise a Klaus prendendo nella tasca della giacca una sacca di sangue. L'Originale la bevve tutta d'un fiato.

"Negli ultimi cinque anni, diversi nemici sono venuti a bussare alla mia porta; volevano la possibilità di avere vendetta, di far soffrire Klaus. Il punto è che lui non può essere ucciso, se non dalla quercia bianca."

"Lasciami indovinare" prese la parola lei. "Visto che non esiste più nessuna quercia bianca e quindi Klaus non può essere ucciso, questi... nemici di cui parli vogliono prendersela con il resto della famiglia, ma non sapendo dove trovarli hanno bisogno del suo sangue per rintracciarli."

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