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Allison si guardò un'altra volta intorno. Castiel, accanto a lei, rimase in silenzio osservandola di tanto in tanto. Non avrebbe saputo dire da quanto tempo fossero lì, forse da ore, forse da minuti... era pronta a scommettere che il tempo passava diversamente in quel posto. Ismael in persona aveva ascoltato le loro richieste, quelle di Allison in verità. Poi si era lasciato cadere sul suo trono scuro e aveva chiuso gli occhi rimanendo in silenzio. Stava pensando, suppose la cacciatrice, e forse era anche giusto che lo facesse. Ma lei non aveva tempo da perdere.

"Sarebbe carino se tu dicessi qualcosa" gli disse respirando a fondo. Si alzò senza aspettare risposta e gironzolò per la stanza. "Appurato che non posso darti i miei poteri, anche se tu li avresti voluti, c'è qualcos'altro che vorresti, che posso darti in cambio del vostro aiuto?"

Ismael aprì gli occhi fissandoli su di lei: erano di un azzurro intenso, belli ed espressivi, come se qualcosa di quel tramite fosse rimasto a dare loro una parvenza umana. I capelli erano biondi, la pelle chiara ma non troppo, la barba leggermente incolta. Ismael si era scelto un tramite attraente ma dall'aria dura. In un film d'azione sarebbe stato il volto perfetto per il cattivo per cui tutti gli spettatori si prendono una cotta, nonostante la malvagità.

"Allora?" chiese ancora voltandosi a guardarlo, camminando piano fino alla sua seduta e fermandosi lì davanti. "Io non ho tutto il giorno."

"Non hai tutto il giorno... Capisco" replicò Ismael annuendo piano. "E cosa hai di meglio da fare? Senza il nostro aiuto non puoi salvare nessuno dei tuoi amati umani, quindi anche se adesso te ne andassi, cosa faresti per risolvere la situazione?"

"Non lo so, sicuramente però farei qualcosa di più produttivo che starmene qui a fissare la tua faccia."

"Allison..." la richiamò Castiel.

"Che c'è?" domandò lei voltandosi a guardare il suo amico solo per un istante, per poi concentrarsi di nuovo su Ismael. "Te ne stai seduto su quel trono come fossi il padrone del mondo, mentre sappiamo entrambi che probabilmente ci sei finito per caso."

Ismael non ebbe alcuna reazione, quindi Allison continuò.

"Posso sentire la tua energia, non è così travolgente e la tua postura da duro impressiona soltanto te stesso" gli disse. "Io non ho tempo da perdere" scandì con un sibilo. "Mentre tu te ne stai qui a fissarmi in contemplazione, la mia famiglia e i miei amici sono sulla Terra, in pericolo."

"Loro non sono la tua famiglia" intervenne Ismael. "Hai dei modi discutibili ma sei potente come pochi e loro sono dei semplici umani. Non appartieni a loro" disse. "O comunque non più, Florence."

Allison ebbe un sussulto. Nessuno l'aveva chiamata Florence prima di allora. E nonostante lei sapesse che era il suo nome da Arcangelo, non credeva lo avrebbe mai sentito uscire dalla bocca di qualcuno. "Il mio nome è Allison."

"No" Ismael si alzò. "Il tuo nome è Florence. Che ti piaccia o no, Allison non esiste più. E credo che dovresti ritenerti fortunata: se fosse stata lei a venire a chiedermi aiuto non avrei neppure accettato di incontrarla, ma tu..."

Ismael le stava di fronte, era parecchio più alto di lei ma Allison non si sentì intimorita, anzi... sentì le dita formicolare, la sua grazia quasi la stava implorando di reagire. Ma non lo fece.

"Puoi aiutarmi, o no?" gli chiese alzando il viso e sfidando il suo sguardo.

"Sei davvero disposta a qualunque cosa?"

"Credevo di avertelo già detto."

"Allora così sia!"

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