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"Com'è successo?" Elijah la guardò per un lungo istante. Quelle ali creavano un'ombra in tutta la stanza; pian piano si sfocarono fino a sparire. Le parole di Hayley ebbero finalmente un senso, tutte quante. Non devi preoccuparti gli aveva ripetuto, sarà lei a dirti tutto. Quel tutto non lo conosceva ancora ed era certo che fosse una storia complicata.

Lei deglutì a vuoto e si schiarì la voce. "È una lunga storia, ma cercherò di farla breve" si guardò intorno e fece un grosso respiro. "Mio padre non era mio padre."

"Cavolo, quando hai detto breve intendevi davvero breve" le disse Kol guadagnandosi gli sguardi perplessi di tutti. "Cosa?"

"Allison" le disse Elijah avvicinandosi. "Cosa... che vuol dire che tuo padre non era tuo padre? Non era un essere umano?"

"No, lui era un essere umano. È solo che non era il mio vero padre."

"E il tuo vero padre è un... angelo?"

"Un arcangelo, il primo creato da Dio, il più potente. So poco di lui; il suo nome e dove trovarlo ma non siamo in contatto, per così dire."

"Perché no?" chiese Rebekah guardandola con un sorriso accennato.

"Lui non..." Allison abbassò lo sguardo e lasciò morire la frase a metà. Non le andava di dire loro che l'unico incontro che aveva avuto con il suo padre biologico era andato male, anzi di più. Non le andava di dire loro che quell'Arcangelo chiuso dentro il corpo di un uomo di mezza età la considerava un fallimento, un errore. Sperò che qualcuno la togliesse da quell'imbarazzo che sentiva pesarle sulle spalle.

Fu Elijah a farlo e prendendole la mano se la portò alla bocca per baciarla. "Non devi parlarne adesso se non vuoi" le sussurrò prendendole il viso tra le mani. "Andiamo via, okay?"

Lei annuì, gli baciò la bocca e respirò a fondo. "Sì, andiamo a casa."

"Che ne sarà di Marcel?" Rebekah si avvicinò all'uomo che un tempo aveva amato e si piegò sulle ginocchia per guardarlo meglio. "L'hai..."

"Sta solo dormendo. Si sveglierà presto" le spiegò Allison, le dita intrecciate a quelle di Elijah e una sensazione di pace che non provava da tempo. "Dov'è Hope?" domandò voltandosi a guardare Hayley e Matt.

"È con Mary" rispose suo fratello. "Le ho detto di portarla a casa così sarà lì quando torneremo, dovrebbero essere già arrivate."

Freya si fece avanti. "Come ce ne andiamo da qui? Ci porterai fuori dalla città come hai fatto con Klaus?"

"No, siete troppi e sto ancora imparando ad usare queste... abilità."

"Quindi sei un mezzo arcangelo che non ha il controllo dei propri poteri?" Kol allargò le braccia scuotendo il capo. "Fantastico. Sentite, io dico che questo è il momento di attaccare. Quando Marcel si sveglierà crederà di aver vinto, crederà che abbiamo lasciato la città spaventati e invece attaccheremo. Noi non possiamo ucciderlo ma Allison può..." la indicò con una mano. "Probabilmente le basterà schioccare le dita e voilà! In un attimo ci saremo liberati di lui e del suo morso letale."

Allison lo guardò con la fronte corrucciata. "Io non sono il vostro killer personale, Kol. Dio... impari mai dagli errori o sei troppo stupido per farlo?"

"Quel morso può ucciderci. Non solo me, ma anche il tuo amato Elijah." L'altro le si avvicinò, nervoso. Elijah le si mise davanti.

"Allontanati" intimò a suo fratello. "Adesso."

"Sì" la cacciatrice piegò poco il capo. "Allontanati, perché forse non ho ancora il pieno controllo di tutti miei poteri, ma posso assicurarti che una cosa so farla già benissimo. Quindi piantala prima che di te rimanga solo un mucchietto di cenere, e se credi che stia bluffando chiedi a Klaus." Li precedette fuori da quel posto, la mano stretta in quella di Elijah. Gli altri la seguirono.

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